
(di Roberto Demaio – lindipendente.online) – Il numero di copie distribuite e vendute dai principali quotidiani italiani continua a crollare: è quanto emerge dai dati forniti dalla società Accertamenti Diffusione Stampa (ADS), la quale certifica la diffusione delle copie dei giornali nel nostro Paese. Secondo le statistiche, nei primi sei mesi del 2024 è stato registrato un brusco calo in quasi tutte le voci, e tra le peggiori figura il settore cartaceo, che anche quest’anno si conferma con un trend significativamente in discesa rispetto agli anni precedenti. Inoltre, i dati rilasciati dalla Federazione delle Concessionarie di Pubblicità mostrano che anche gli investimenti in pubblicità legale sarebbero calati a picco, e il fatto che ciò sia avvenuto nello stesso anno in cui non è stato rinnovato l’obbligo per le amministrazioni pubbliche di comprare spazi sui giornali per le comunicazioni sembra sollevare interrogativi non indifferenti riguardanti gli “aiuti di stato” all’editoria.
Secondo i dati rilasciati da ADS e loro successive elaborazioni, nei primi sei mesi del 2024 l’aggregato delle testate quotidiane ha venduto mediamente 1,37 milioni di copie al giorno, dato che però tiene conto di tutte le voci di vendita (cartacee, abbonamenti e copie digitali) e che risulta in forte calo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, ovvero quando le copie medie vendute erano circa 1,48 milioni (ovvero circa l’8% in più). Se poi si dirige l’occhio verso il numero di distribuzioni effettuate anche nel 2021 e nel 2022, è possibile accorgersi che negli ultimi quattro anni la quota sta diminuendo del 7,7% circa, il che significa che, se questo trend dovesse essere mantenuto, entro 10 anni il numero di copie distribuite potrebbe persino dimezzarsi rispetto al numero attuale. Inoltre, per la prima volta è stato registrato un valore inferiore al milione per quanto riguarda il venduto in edicola: 942.000 copie medie con una flessione del 10% rispetto all’anno precedente e del 27% solo rispetto al 2021.
Per quanto riguarda le principali testate nazionali, sia il Corriere della Sera che la Repubblica, il Sole 24 Ore e La Stampa hanno registrato un netto calo delle vendite giornaliere, e il dato risulta ancora più marcato per quanto riguarda le copie cartacee: Corriere della Sera -10%, la Repubblica -8,5%, il Sole 24 Ore -10,2% e La Stampa -13,2 punti percentuali. Il Fatto Quotidiano sembra essere l’unica grande testata ad aver resistito nei primi mesi del 2024, visto che ha registrato un +5,3% rispetto all’anno precedente (anche se il trend risulta comunque in diminuzione rispetto al 2021), mentre sia La Verità che il Giornale e Libero hanno registrato sia cali nelle distribuzioni totali che in quelle della carta stampata, che si attestano rispettivamente al -15%, -6,4% e -13,3 punti percentuali. Nonostante il trend non basti a coprire l’emorragia generale riguardante il calo totale delle vendite, sono state riscontrate discese più attenuate o addirittura crescite nell’ambito delle copie digitali. Per esempio, il Corriere della Sera ha registrato solo un -2% per quanto riguarda le copie digitali economiche mentre un +42% per le vendite delle versioni digitali a prezzi maggiori. Tuttavia, le altre testate non sembrano passarsela altrettanto bene visto che edizioni online sono comunque in discesa e, in quei pochi casi dove non lo sono – come in quello de il Fatto Quotidiano e la Repubblica – si tratta di copie digitali vendute ad un prezzo economico che può arrivare fino al 10% del prezzo intero.
Infine, come sottolineato dalla Federazione delle Concessionarie di Pubblicità, vi è il fatto che gli investimenti in pubblicità legale sui quotidiani sono passati dai 25,9 milioni di euro del 2023 ai 14,5 milioni dell’anno attuale, segnando una contrazione del 43,8%. Presumibilmente, è lecito pensare che la ragione sia la cancellazione dell’obbligo delle amministrazioni pubbliche di comprare spazi sui giornali per le comunicazioni delle proprie attività, decisa dal parlamento all’inizio di quest’anno. Tale dato, vista la portata e il fatto che sia stato registrato proprio in seguito al mancato rinnovo di un’importante fonte di investimenti, sembrerebbe quindi confermare la teoria per cui l’obbligo generava un prezioso contributo pubblico per i giornali e quindi un “aiuto di stato”, oltre che al fatto che quasi la metà di quelle comunicazioni erano determinate dall’obbligo e non da una reale considerazione di necessità da parte delle amministrazioni pubbliche.
L’ aver confermato anche per quest’ anno la mia “partecipazione” come Socio Sostenitore mi rallegra…..la compagnia aumenta…..!! Sono felicissimo…!!! Grazie Ragazzi…
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Il Fatto Quotidiano sembra essere l’unica grande testata ad aver resistito nei primi mesi del 2024, visto che ha registrato un +5,3% rispetto all’anno precedente (anche se il trend risulta comunque in diminuzione rispetto al 2021), mentre sia La Verità che il Giornale e Libero hanno registrato sia cali nelle distribuzioni totali che in quelle della carta stampata, che si attestano rispettivamente al -15%, -6,4% e -13,3 punti percentuali.
Ma guarda un po, i tre giornali padronali per eccellenza perdono lettori e contemporaneamente “Il fatto quotidiano” che è l’unico che non APPROFITTA dei finanziamenti pubblici, aumenta i lettori.
Grazie Travaglio.
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QUOTIDIANI E CONTRIBUTI PUBBLICI DIRETTI…
Premesso che l’Italia è, da sempre, il ‘fanalino di coda per la lettura dei quotidiani: circa 18 punti percentuali al di sotto della media UE27… una precisazione:
nessun quotidiano di importanza nazionale (come Corriere, Repubblica, Stampa, Il Sole, Il FQ ecc.) usufruiscono da anni dei contributi pubblici diretti. Tutti i giornali hanno comunque agevolazioni per l’acquisto della carta per la stampa.
Le pubblicazioni che ricevono contributi diretti sono quelli “religiosi”, di minoranze linguistiche o di cooperative: su 72,3 milioni di euro, 55 beneficiari hanno come editore diocesi o associazioni come Comunione e Liberazione o i Focolarini: incassano 25,9 milioni di euro, cioè il 35,84% del totale. Sul podio della classifica ci sono il settimanale Famiglia cristiana (6 milioni) della congregazione dei Paolini; il quotidiano della Conferenza episcopale italiana, Avvenire (5,6 milioni) ecc.
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è una crisi irreversibile. Il giornale di carta, che si era soliti acquistare di buon mattino, sparirá completamente. Il mattino ha l’oro in bocca, si diceva. Purtroppo, in tema di informazione, il mattino è già notte. L’informazione oggi è in tempo reale. Quello che succede lo leggi online, non aspetti la mattina dopo. Rimarranno i contenuti digitali a pagamento, ammesso che siano di qualità e non la solita spazzatura, così come rimarranno quei pochi giornalisti capaci di raccontare la verità e non le veline di propaganda. Quei giornalisti che ti arrivano dritti al cuore, senza padroni. Ad oggi, si contano sulle dita di una mano sola, orrendamente mutilata. O peggio, ne è rimasto solo uno.
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Quindi un po’ di giustizia cosmica alla fine c’è. Il Karma esiste e funziona. A raccontare bugie, tra l’altro sempre più evidenti (per cui qualcuno poi la prende pure sul piano personale, di sentirsi terribilmente insultato nella propria intelligenza), ecco la fine che si fa: che nessuno ti crede più e siccome nessuno paga per sentirsi preso in giro (a parte il curiosissimo effetto Canone Rai, ottenuto con la forza maf10s4 statale), ecco il declino. Hai voglia a ricevere contributi pubblici, poi, ma non bastano più nemmeno quelli. Sicuramente ci mette lo zampino anche la rete, con la sua immediatezza (come qualcuno fa notare, sopra), ma, cari giornaloni che siete anche online, ora piangete pure per le VOSTRE colpe! Per me potete chiudere tutti e andare AFC: francamente ne godo come un pazzo. E di questo passo, potrebbe succedere facilmente anche per la TV, possibilmente pure peggiore della stampigienica. Non so altrove, ma a Firenze si dice “Mal voluto unn’è mai troppo!”… Se c’è una (una sola!) cosa buona della guerra in Ucraina e della pandemia, è che le str0nz4t3 mostruose che avete raccontato vi si sono ritorte contro con la stessa violenza con la quale le avete diffuse sapendo benissimo di mentire. E ora son ca§§i vostri. Buon divertimento. 🎉💪🏼
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