Il direttore del Fatto Quotidiano: «Non a caso appena ha votato contro von der Leyen sono subito piovute le critiche. L’ho invitata alla Festa del Fatto, deve sciogliere la riserva»

Marco Travaglio: «Meloni mi è simpatica, ci siamo visti di recente. Trappole dall'establishment se lei non lo asseconda»

(di Giuseppe Alberto Falci – corriere.it) – Direttore Marco Travaglio, martedì nel suo editoriale ha definito Giorgia Meloni «una tipa sveglia». Perché questa carezza nei confronti della premier? 
«Beh, i tonti sono altri, penso che sia una tipa sveglia. Detto questo, non condivido nulla o quasi della sua azione di governo». 

Le leggo un passaggio del suo editoriale: “Anche lei come Conte è vista come intrusa delle élite più putride, use a scalzare gli outsider tramite qualche infiltrato”. Meloni come Conte, dunque? 
«In questi anni sono stati gli unici due presidenti del Consiglio ad essere arrivati a Palazzo Chigi senza la cooptazione dei poteri forti. Il leader del Movimento 5 Stelle è giunto lì per caso. Lei, Giorgia, è invece arrivata dalla periferia. La presidente del Consiglio è un underdog o un outsider anche se fa politica da trent’anni, perché proviene da una formazione che da sempre è stata tenuta a distanza dalle logiche di potere. Ecco perché mi meraviglia». 

Si meraviglia di cosa? 
«Mi meraviglio che non abbia dato seguito da presidente del Consiglio a questa sua caratteristica. Ha dovuto promettere fedeltà agli americani, all’Europa, a tutti quelli che ha dipinto come poteri forti, pensiamo ad esempio al rapporto super compiacente che ha avuto con il governo Draghi. Diciamola tutta, si è un po’ parata le spalle». 

Eppure ha votato contro Ursula von der Leyen… 
«Non a caso appena ha votato contro la presidente della Commissione europea uscente sono subito piovute le critiche. E lo stesso è successo non appena il ministro della Difesa Guido Crosetto si è permesso di criticare l’Ucraina. Meloni è sempre sotto esame. Se asseconda l’establishment è salva, altrimenti le saranno ordite una serie di trappole». 

Qual è la verità sul suo rapporto con Giorgia Meloni? 
«Ho già raccontato tutto a Peter Gomez a La Confessione su Rai3. L’ho conosciuta 15 anni fa quando era ministro della Gioventù nel governo di Silvio Berlusconi. Se non sbaglio ci siamo incrociati in treno, dopodiché ci saremo visti un paio di volte a pranzo per scambiare due chiacchiere, perché mi incuriosiva questa giovane esponente del governo. E poi basta: ho solo avuto un rapporto da giornalista. Devo dire che mi è molto simpatica. Ha rotto con Berlusconi ai tempi del Pdl, per fondare un suo partito, sganciandosi così dal governo Letta-Alfano. Si è sempre mossa nel segno della coerenza tenendosi a debita distanza dalle manovre di palazzo. Insomma, le premesse c’erano tutte… Mi aspettavo desse qualche segnale di discontinuità che alla fine non c’è stato». 

Quando vi siete visti l’ultima volta? 
«È successo recentemente ma non era una cena. L’ho incontrata per invitarla alla Festa del Fatto. Come del resto ho invitato Pier Luigi Bersani ed Elly Schlein. Meloni è già venuta due volte, l’anno scorso non potè per un vertice a Bali, per quest’anno deve ancora sciogliere la riserva». 

Ma in questo ultimo incontro le ha parlato anche di Biden, come ha scritto «Dagospia»? 
«L’ho solo invitata al festa del Fatto, da parte sua non c’è stata alcuna rivelazione su Biden». 

Quindi lei si trova a suo agio a confrontarsi con la leader della destra italiana? 
«Non ho una avversione irriducibile per tutti quelli che stanno nel centrodestra. Ho una avversione irriducibile per i delinquenti. Quando Meloni ha confermato il carcere duro nei confronti dei superboss ho titolato: “Buona la prima”. Speravo di scrivere “Buona la seconda”, “Buona la terza” e invece non è stato così. Giorgia Meloni è una persona perbene che sta facendo male. E mi faccia aggiungere una cosa: a mio avviso ha fatto una cavolata a paragonarsi a Silvio Berlusconi». 

Alla fine di questa chiacchierata cosa possiamo dire? 
«Che non c’è stata alcuna carezza da parte mia. Scrivo sempre quello che penso. E soprattutto sostengo con forza che ci si debba confrontare con tutti quelli con cui non siamo d’accordo».