L’intervista al politico e filosofo, già sindaco di Venezia

(di Alessandra Arachi – corriere.it) – Massimo Cacciari, come vede il Pd in questa competizione per le elezioni europee?
«Penso che non andrà male, non dovrebbe arretrare. Tre quarti del voto del Pd è come il mio, di inerzia: ho sempre votato da quella parte, cosa dovevo fare? È un voto di assuefazione che costituisce lo zoccolo duro del partito».
Chi sono quelli che come lei votano per inerzia?
«Una certa borghesia, un ceto medio relativamente tranquillo che non voterebbe mai a destra né il partito di Berlusconi. Ha cercato di votare Renzi, delusioni tremende. Poi Calenda che non è credibile. Voterà Schlein, donna, giovane, è giusto anche sperare che riesca a fare qualcosa».
Pensa che riuscirà a fare qualcosa?
«Ha capito che deve tentare ma non è credibile, non ha il physique du role. Ma almeno ha capito che si deve occupare di temi sociali perché il Pd è un partito di massa e non può essere un partito radicale né tantomeno radical chic».
La segretaria dem ha messo davanti i temi sociali.
«Ma riprende quei temi in maniera puramente retorica».
Cosa intende?
«Cita quei temi senza minimamente dire: come, quando, dove trovare le risorse. Sulle politiche internazionali nemmeno a parlarne».
Perché?
«Schlein è sdraiata di fatto sulle stesse posizioni che sta perseguendo Meloni. Del resto cosa le si può chiedere? Non ha un partito, non una classe dirigente, un gruppo dirigente. È attorniata da persone che non aspettano altro che farle la pelle. Cosa può fare povera fanciulla?».
Ha detto che la richiesta della sinistra alla destra di abiura del fascismo è una foglia di fico…
«Sì, ma prima ho detto che l’antifascismo è il fondamento della Costituzione. Quindi essere antifascisti oggi significa marciare sulla via che la Costituzione indica».
Ma ha contestato chi continua a chiedere a Giorgia Meloni di dirsi antifascista.
«Questa richiesta di pentimenti, di conversione è odiosa. Ma cosa siamo, confessori? Beatrice con Dante alle soglie del paradiso?».
C’è un rincorsa al partito del leader di berlusconiana memoria.
«Una vera sciagura. Continuiamo questa sub cultura totalmente populista e di destra. Il partito si riduce al leader, persiste l’idea che si può essere una democrazia senza partiti, la sciagurata idea che ha coinvolto tutti dopo Tangentopoli. Si è data la colpa ai partiti, non a quello che avevano combinato alcuni gruppi dirigenti».
Da diversi mesi si sta parlando del duello tv tra Giorgia Meloni e Elly Schlein. Cosa ne pensa?
«Ma duello di cosa? Non certo nel merito. Non ci sarà un vero confronto ma un confronto puramente elettorale e propagandistico».
Chi prevarrà?
«Penso ci sarà un pareggio. Né Meloni né Schlein dovrebbero perdere rispetto alla situazione attuale. L’obiettivo della Meloni non è aumentare o mantenere i voti in Italia».
Qual è quindi l’obiettivo?
«Diventare decisiva in Europa, dove i popolari, il centro, anche per ragioni di numero, finiranno per allearsi con le destre. E allora la Meloni diventerebbe il vero leader europeo. La sfida tra le due è questa, non è quella dei voti in Italia che rimarranno più o meno quelli».
In Italia si sta alzando l’onda della protesta degli studenti. Usano linguaggi forti.
«Usano linguaggi sbagliati, purtroppo. Dovrebbero essere per il cessate il fuoco e per riaprire un cammino di intesa tra Stato di Israele e Palestina. Sarebbe essenziale per un grande movimento europeo. Ma è chiaro che questo movimento non può essere dalla parte di Hamas. Bisogna operare distinzioni che al momento il movimento degli studenti fa fatica a fare».
La protesta è tutta contro Israele.
«È vero ed è sbagliato, come ho appena detto. Dopodiché la comunità ebraica è restìa a fare un discorso netto: lo Stato di Israele non si tocca ma la politica di Netanyahu va mandata e casa. Voltiamo pagina al più presto perché stiamo vivendo una guerra mondiale a pezzi e prima o poi questi pezzi si uniranno. Siamo esattamente nella situazione in cui eravamo tra il 1910 e il 1914: Sarajevo è dietro ogni angolo».
sforzati e vota 5 stelle vedrai che ti sentirai meglio
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Dicono che predichi bene ma… sicuramente razzola malissimo.
Dice peste e corna del Pd da ormai “30 anni” come usa ripetere con rabbiosi alti decibel, ma… poi gli dà il voto. Ineccepibile, come no! Peccato che Aristotele si stia rivoltando nella tomba.
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Apprezzabile la presa d’atto che la classe intellettuale/dirigente di questo paese – di cui il prof fa parte – è allo sfascio totale. Megafono compreso.
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non diciamo cazzate. Questo vota il PD, o dice di votarlo, perché ha un interesse a farlo! Non so di che tipo.
Altrimenti, quale sarebbe la ragione di non votare i 5 stelle? Sono un partito di massa, che già hanno fatto tante di quelle cose che Cacciari dice che è importante fare.
poi dice belle cose di una segretaria che non fa altro che ripetere di voler fare le cose che il PD non ha voluto fare, ma che ha fatto il M5S; quindi la scusa quale sarebbe?
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La scusa sarebbe che noi, nell’immaginario del “piddino inerziale”, siamo ancora e sempre gli scappati di casa che osano voler aprire il parlamento come una scatoletta di tonno.
Ha ancora l’elmetto, come il famoso giapponese, e, secondo me, anche gli occhiali da presbite… vede solo da vicino, se considera persino i temi sociali dei 5s farina del proprio sacco.
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Il pd è una delle colonne portanti di un sistema che garantisce l’ingrasso a uno stuolo di puntellatori del sistema stesso. È tutta una partita di giro: gangli dello stato, ruoli/poltrone/lottizzazioni, libri, interviste/ospitate ecc
Lui la chiama inerzia per dare una attenuante alla colpa. Ci sguazza senza farselo pesare del tutto.
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Ma Cacciari ha sempre l’emicrania o questa foto la dobbiamo consumare.
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Patetico
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Praticamente il filosofone è un banale tifosotto da curva che interpreta il voto come atto di devozione e sottomissione ai colori alla maglia.
Tutto meno che il democratico che vanta di essere e che dovrebbe scegliere di volta in volta il meglio (o il meno peggio) che la democrazia stessa gli propone offrendogli la possibilità di scegliere tra più opzioni, senza, per questo, sentirsi un traditore.
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