Dopo le dichiarazioni del capo dell’Eliseo Macron e del presidente Consiglio europeo, Charles Michel, sulla necessità di prepararsi a un conflitto diretto con Mosca, nella bozza in discussione oggi a Bruxelles spunta il piano d’emergenza in caso di guerra. Anche se il leader europei continuano a dire che non siamo in guerra con la Russia, ci si prepara allo scenario peggiore. Le divisioni tra i 27 Paesi però non mancano e Donald Trump potrebbe cambiare le carte in tavola…

(di Roberto Vivaldelli – mowmag.com) – Come scriveva il grande politologo e sociologo francese Raymond Aron (1905-1983), la diplomazia e la guerra sono storicamente inseparabili, perché gli uomini di Stato hanno sempre considerato la guerra come risorsa estrema della diplomazia. Con la crisi della pax americana e il congelamento dei rapporti diplomartici tra l’Occidente e Russia, i Paesi dell’Unione europea stanno prendendo in seria considerazione l’ipotesi di un conflitto diretto con Mosca. Un netto “salto di qualità” del conflitto che tragicamente rischia di andare ben oltre la guerra per procura in Ucraina. Lo dimostrano le recenti dichiarazioni del presidente francese Emmanuel Macron, che in un’intervista su France 2 TF1, non ha escluso l’ipotesi di inviare truppe francesi in Ucraina. Motivo? Macron ha affermato che ”abbiamo messo troppi limiti al nostro vocabolario”, ma ”abbiamo un obiettivo: la Russia non può e non deve vincere’’. E ancora: “Tutte le opzioni sono possibili. Per avere la pace in Ucraina non possiamo essere deboli”, ha affermato, aggiungendo: “Se la Russia vince questa guerra, la credibilità dell’Europa sarà ridotta a zero”. E anche se i colleghi europei – a cominciare da Giorgia Meloni – si sono affrettati a smentire l’ipotesi evocata da Macron, nel Vecchio Continente il clima rimane pesante, con la tragica convinzione che la guerra con la Russia, anche se nessuno sembra volerla, sia a questo punto inevitabile. Proprio perché la diplomazia evocata anche da Papa Francesco è stata archiviata e messa in un cassonetto.

Un vertice di guerra
Le nubi su un possibile scontro diretto con Mosca aleggiano sul Consiglio europeo in corso a Bruxelles, trasformatosi in un vero e proprio vertice di guerra. L’Ue intende infatti proseguire con il sostegno politico e militare verso Kiev, tenendo conto che sinora è stato garantita un’assistenza pari a oltre 138 miliardi di euro. Ma per la prima volta si ammette nero su bianco che siamo in guerra con Mosca: a differenza del passato, la dichiarazione formale di guerra consegnata all’ambasciatore del Paese “nemico” non serve più. Come riporta il corrispondente di Repubblica, Claudio Tito, nella bozza di documento con cui si dovrebbe chiudere il vertice, è stato inserito un piano d’emergenza. Nel testo si cita la necessità “imperativa” di mettere a punto un piano per una “preparazione militare-civile rafforzata nonché coordinata” e di una “gestione strategica delle crisi nel contesto dell’evoluzione del panorama delle minacce”. Nessun equivoco: il piano d’emergenza è stato infatti inserito nel sezione “militare” della bozza in discussione oggi a Bruxelles. Due giorni fa, Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, ha espresso in un comunicato il medesimo concetto: ”Se vogliamo la pace dobbiamo prepararci alla guerra”. Secondo l’ex premier belga, giunto a fine mandato, a due anni dall’inizio della guerra, “è ormai chiaro che la Russia non si fermerà in Ucraina, così come dieci anni fa non si fermò in Crimea”. Secondo Michel, Mosca continua le “sue tattiche destabilizzanti – in Moldova, Georgia, nel Caucaso meridionale, nei Balcani occidentali e anche più lontano nel continente africano. La Russia – afferma – rappresenta una seria minaccia militare per il nostro continente europeo e per la sicurezza globale. Se non diamo la giusta risposta all’Ue e non diamo all’Ucraina il sostegno sufficiente per fermare la Russia, i prossimi saremo noi. Dobbiamo quindi essere pronti a difenderci e passare a una modalità di economia di guerra”.

Le divisioni e l’incognita Trump-Orban
Oggi i leader dei 27 Paesi dell’Unione europea discuteranno del possibile utilizzo dei cosiddetti Eurobond per finanziare le capacità dell’Ue nell’ambito della Difesa. La proposta – caldeggiata, tra gli altri, dal presidente francese Macron – suscita però perplessità e divisioni, a cominciare dai cosiddetti “cinque frugali” – Austria, Danimarca, Finlandia, Paesi Bassi e Svezia – che in passato si sono fermamente opposti all’emissione del debito pubblico dell’Ue. Un diplomatico di alto livello di un paese del nord dell’Ue, parlando a condizione di anonimato con Euronews, ha affermato che diversi Paesi sono riluttanti a prendere in considerazione i bond, sostenendo altresì un approccio basato sul mercato e maggiori investimenti privati. Ci sono poi altre incognite pesantissime sulla volontà dei Paesi dell’Unione europea di rafforzarsi e diventare così una vera potenza geopolitica in grado di competere in un sistema internazionale che sta abbandonando l’egemonia americana e l’ordine liberale internazionale post-Guerra Fredda verso un futuro dominato da un conflittuale “multipolarismo” nel quale potenze come Russia e Cina sfidano la leadership degli Stati Uniti (e dell’Occidente). Le leadership di molti Paesi chiave dell’Ue, in vista anche delle elezioni europee di giugno che eleggeranno i 720 eurodeputati che comporranno il prossimo Parlamento europeo, sono in grande crisi. A cominciare dal Cancelliere tedesco Olaf Scholz, che ieri ha voluto ribadire il fermo sostegno i Berlino all’Ucraina, anche se i membri della sua coalizione “semaforo” (a picco nei sondaggi) continuano a litigare sulla politica estera e sull’ipotesi di inviare missili Taurus (A lunga gittata) richiesti proprio da Kiev. Da una parte c’è infatti l’approccio più prudente del Cancelliere, che si scontra con le invettive belliciste del partito dei Verdi. Interrogativi sulle reali capacità dell’Ue di fare sintesi sono rappresentate anche dalla Presidenza di turno del Consiglio Ue che da luglio spetta proprio all’Ungheria di Viktor Orban, che ha palesato a più riprese la sua riluttanza a sostenere una politica più aggressiva nei confronti di Mosca e dalle elezioni presidenziali americane, che potrebbero rappresentare un punto di svolta cruciale nel sostegno occidentale a Kiev nel caso di una probabile elezione del candidato repubblicano Donald Trump. Quest’ultimo, infatti, ha un pessimo rapporto con Volodymyr Zelensky, che ha definito il “più grande piazzista della storia” in un recente comizio, mentre alla Camera Usa i deputati repubblicani a lui fedeli bloccano i 65 miliardi di dollari che l’amministrazione Biden ha stanziato per Kiev. Ed è proprio la prospettiva di un secondo mandato di Trump, e di una futura crisi dei rapporti transatlantici, nonché di un’America che si concentrerà maggiormente sulla sfida con la Cina e sui suoi problemi interni, che ha portato Macron a sfoderare le sua retorica retorica bellicosa e rimarcare così la leadership politico-militare della Francia, unica potenza nucleare d’Europa. E ambiziosa regina dell’Europa di domani.
Per essere “il più grande piazzista della storia” serve avere la “più insulsa classe dirigente della storia“.
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Ma questa idea che i russi vogliono invaderci da quali eventi storici proviene? Perché da Napoleone in poi mi pare che sia avvenuto esattamente il contrario……Certo la Russia ha invaso, insieme a Hitler, la Polonia che fino a 48 ore prima dall’ invasione dichiarava che mai avrebbe permesso all’ Armata Rossa di passare sul suolo polacco per difenderla dall’ esercito tedesco…..e se Hitler è stato in condizione di invadere la Polonia, con l’ intenzione sempre dichiarata di conquistare lo spazio vitale per la Germania ad est, cioè verso la Russia, è perché qualcuno ha permesso e finanziato il riarmo della Germania nazista , chiesto esattamente per le stesse ragioni propagandistiche di Charles Michel e Macron: dobbiamo essere pronti a difenderci, quindi prepariamoci alla guerra per fare la pace! La Russia ha invaso l’ Ucraina, e non voglio tornare sul dibattito delle ragioni, territorio storicamente russo, mentre un francese due secoli fa e un tedesco, solo 75 anni fa, con truppe tedesche, italiane, ucraine, rumene ed ungheresi, hanno invaso la Russia…dati i fatti storici, ma chi dovrebbe avere paura di essere invaso? E l’ espansione ad est della NATO non poteva essere letta come il terzo tentativo dell’Occidente, dopo i primi due, di cui il secondo costato ai russi 25 milioni di morti? Fossi russa avrei pensato “ca@@o ci risiamo! “…..L’ Europa si prepara e pare follemente intenzionata ad un conflitto con la Russia per paura di essere invasa, dopo aver invaso la Russia per ben due volte nel corso della storia!! Siamo oltre la propaganda, siamo alla circonvenzione di incapaci, al servilismo più indegno e meschino verso gli americani, che tirandosi fuori dall’ impiccio, lasciano la UE a curare i loro interessi (multinazionali, industria bellica, finanza,ecc) a rischio e costo della vita degli europei! Ma veramente siamo ridotti a questo senza neppure un fiato di protesta? Qui non si tratta di sventolare la bandierina della tifoseria, ma di salvare la pelle ai nostri figli!
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L’Unico modo per salvare la pace ed evitare una guerra (non voluta dalla maggioranza dei Cittadini Ue) è mandare a casa questa classe politica cialtrona ed incompetente: Macron, Von der Layen, Michel, Meloni…
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Penso che prima di entrare in guerra scorrera’ tanto sangue x le piazze e per le strade d’Itaglia!
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a rigor di memoria storica, non sarei tanto sicuro, perché gli italiani si svegliano sempre dopo! Prima applaudono l’ armiamoci e partite, e dopo qualche migliaio di morti, mariti, figli, nipoti, si rivoltano contro chi avevano glorificato appena 5 minuti prima! Peccato che a questo giro i morti sarebbero milioni in qualche ora, ed arrivare dopo praticamente impossibile! Quindi o ci svegliamo prima dal coma profondo, direi subito, o il passaggio dei sonnambuli al sonno eterno sarà l’ultima soddisfazione di una massa di cojoni che in tutta la loro storia non ne hanno mai azzeccata mezza! E non credo sia un caso!
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Bene.
Mi hai letto nella mente quello che non ho scritto per non espormi troppo.
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