Marco Revelli: “Questo potere ormai ha la mano pesante e la pelle molto sottile”

“Il potere è diventato sempre più intollerante nei confronti di qualsiasi forma di dissenso nei suoi confronti e rivela una forte irritabilità verso chi non lo omaggia. È un atteggiamento impressionante e per molti […]

(DI STE.CA. – ilfattoquotidiano.it) – “Il potere è diventato sempre più intollerante nei confronti di qualsiasi forma di dissenso nei suoi confronti e rivela una forte irritabilità verso chi non lo omaggia. È un atteggiamento impressionante e per molti versi senza precedenti. Il potere oggi ha la mano pesante e la pelle sottile”. Così il sociologo Marco Revelli all’indomani dello stop al corteo antimafia di Palermo per timore di “contestazioni” nel giorno dell’anniversario della strage di Capaci.

Professore, contestatrici denunciate a Torino, cortei stoppati a Palermo, processi un po’ dappertutto agli ambientalisti di Ultima Generazione. Pare che ultimamente il dissenso non goda di grande reputazione…

Il caso della contestazione di Torino al Salone del Libro alla ministra Roccella è emblematico. Può certo dispiacere che la ministra non abbia potuto parlare, ma Roccella in quel momento e in quel era luogo era inseparabile dal suo ruolo di rappresentante del potere. Non era una scrittrice qualunque. È una persona che parla attraverso i suoi provvedimenti e di fronte aveva gente totalmente senza potere, se non quello di contestare. Abbiamo perso contezza di questa elementare asimmetria: chi ha ruoli di potere e prende decisioni, non può stupirsi se viene chiamata a renderne conto. Accettare i fischi è anche una forma di assunzione di responsabilità.

Vedere un corteo antimafia per timore di contestazioni, come accaduto martedì a Palermo, che effetto le ha fatto?

È stata un’aggressione ingiustificata e ingiustificabile nello stesso giorno in cui la memoria di Falcone, Borsellino e di tutte le vittime di mafia veniva sfregiata dalla nomina alla guida della Commissione Antimafia di una figura dal profilo impresentabile. In questo caso piazza e palazzo hanno parlato la stessa lingua. E ci è voluto un bel pelo sullo stomaco.

Dare solo la colpa alla destra al governo non è una scorciatoia?

Come quasi sempre accade quando si fa largo nel palazzo, una certa destra libera gli animal istinct delle burocrazie guardiane, che finiscono per praticare il disordine. In fondo è quello che è successo a Genova nel 2001: un postfascista in cabina di regia e la macelleria messicana della Diaz e di Bolzaneto. Le burocrazie orientate a una certa cultura sono sensibilissime ai messaggi che vengono dall’alto. Se avvertono che qualcuno strizza l’occhio alla voglia di manganello, lo usano. Ma è evidente che c’è stata anche una sinistra che negli ultimi decenni non ha contrastato queste passioni tristi. Genova aveva ereditato l’apparato violento costruito dal governo Amato con le prove generale di Napoli. Poi è arrivato Minniti, artefice di un’inversione morale che certo non ha contrastato le correnti antidemocratiche presenti in certi apparato della forza italiana.

Dopo l’alluvione in Romagna volti noti della politica e del giornalismo hanno fatto a gara a mandare a spalare il fango gli “imbrattatori di monumenti”…

Una volgarità senza limiti, prodotta anche dell’ignoranza, perché molti erano lì. Indecente, tanto più che coloro che accusano se ne stavano al caldo.

Lei parla di potere dalla mano pesante e dalla pelle sottile. È una caratteristica di quest’epoca storica?

In altri momenti, ogni volta che si verificava un evento drammatico – penso al Polesine, a Firenze, all’Irpinia –, da parte della popolazione e dell’opinione pubblica c’era sempre una reazione di protesta nei confronti delle autorità dello Stato. Per un presidente del Consiglio era sempre un problema presentarsi sul posto. Oggi, purtroppo, vedo un atteggiamento remissivo, quasi che le persone non considerino un diritto l’aiuto dello Stato, come se non fosse proprio quello il dovere dello Stato. È una mancanza di coscienza dei propri diritti, una mancanza di orgoglio. Almeno fino agli Anni 80 del Novecento esisteva un’opinione pubblica consapevole della legittimità delle proprie rivendicazioni. Ora ho i miei dubbi che ci sia ancora.

2 replies

  1. Anche Sala si è adeguato ! Manganelli 4 , agenti contro uno scricciolo scalzo ( si è denudato e ha tirato un calcio , il poliziotto 15 gg di prognosi !!, prima avevano dato la versione di aver molestato bambini !) 4 poliziotti con manganelli hanno picchiato una trans brasiliana fuori di se , i poveretti inermi, benché corpacciuti e armati di spray al peperoncino (a noi tutti , proibito per legge ) hanno pestato una trans di 50 kg max ! Non ha ucciso o molestato nessuno e grazie a uno studente della Bocconi , che ha filmato dalla finestra della facoltà, abbiamo la testimonianza del braccio violento della polizia ( come a Genova ) una violenza inaudita e senza senso.

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  2. “Almeno fino agli Anni 80 del Novecento esisteva un’opinione pubblica consapevole della legittimità delle proprie rivendicazioni. Ora ho i miei dubbi che ci sia ancora.” da condividere! Comunque nessun dubbio , non esiste più….

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