Disinformazione. La Russia è forte o debole a seconda del tornaconto

Oggi vorrei svelare una nuova tecnica con cui i media dominanti manipolano l’opinione pubblica per creare consensi intorno alle politiche di guerra in Ucraina di Ursula von der Leyen. Chiamo questa […]

(di Alessandro Orsini – ilfattoquotidiano.it) – Oggi vorrei svelare una nuova tecnica con cui i media dominanti manipolano l’opinione pubblica per creare consensi intorno alle politiche di guerra in Ucraina di Ursula von der Leyen. Chiamo questa tecnica “manipolazione mediante confusione”. In sintesi, i media dominanti, Corriere della Sera in testa, ripetono ossessivamente che la Russia è talmente forte che dobbiamo armarci fino ai denti per impedirle di invadere tutta l’Europa. Nello stesso tempo, dicono che è talmente debole da non riuscire a conquistare Bakhmut e che basterebbero poche armi per chiudere la partita. La prima narrazione è utilizzata quando bisogna creare consensi intorno all’espansione della Nato ai confini russi (Russia forte). La seconda è utilizzata quando bisogna creare consensi intorno all’invio di armi a Zelensky (Russia debole). La narrazione varia in base agli obiettivi perseguiti, in un dato momento della guerra, dal blocco occidentale. Ricorrendo alla ragione critica, la manipolazione diventa trasparente. Ecco la mia contro-argomentazione ottenuta invertendo i nessi logici. Se la Russia è debolissima, non c’è bisogno di includere Finlandia e Svezia nella Nato per contenerla e nemmeno di prendere i soldi dal Pnrr per creare munizioni. Se, invece, è fortissima, allora l’Ucraina non può sconfiggerla e dobbiamo aprirci alla diplomazia.

Queste narrazioni contrastanti vengono affinate per confondere la mente dell’uomo comune. Operazione non difficile giacché la sociologia fenomenologica dimostra che la mente dell’uomo comune è fatta di rappresentazioni contraddittorie. L’uomo comune, abituato alla confusione di concetti e spiegazioni, non sente il bisogno istintivo di sbrogliare la matassa proposta dai media dominanti che subisce acriticamente. Il semplice – “In Italia ci sono i putiniani” di Fiorenza Sarzanini ribadito la settimana scorsa alla Luiss – vince sul complesso. Il problema dell’uomo comune è agire pragmaticamente e non riflettere criticamente. L’uomo comune è talmente assorbito dalla vita pratica che non si rende conto dell’attività cognitiva in cui è impegnato di continuo. Vive di tipizzazioni, che gli derivano, in minima parte, dalle esperienze dirette e, in massima parte, dalla socializzazione. Quasi tutto quel che sa gli è stato trasmesso o riferito da altri. La sua mente è dominata da una folla di idee di senso comune utilizzate per classificare il mondo a fini pratici. Tutto viene incasellato in schemi precostituiti. La realtà empirica è un caos indefinito che egli deve ordinare con le tipologie. Classificare è semplificare. Dire che il problema della guerra sono i putiniani è semplificare, oltre che mistificare. Che cosa abbiamo imparato in questi mesi? L’evidenza empirica suggerisce che il sistema dell’informazione sulla politica internazionale in Italia è corrotto in misura quasi completa. Questo è un fatto gravissimo giacché, in una società libera, il settore dell’informazione più importante è quello relativo alla politica internazionale che, in ultima istanza, è questione di vita o di morte. Dalla politica internazionale e, più in particolare, dalla sicurezza internazionale dipendono le nostre vite. I cittadini, non essendo informati correttamente su ciò che accade in Ucraina o sulle cause della guerra, non possono richiedere i giusti correttivi alla classe governante. Il mio libro, Ucraina. Critica della politica internazionale (Paper First), concepisce la cultura come un mezzo al servizio dei più deboli. La cultura, intesa in questo senso, è necessariamente critica. Ecco perché abbiamo bisogno più che mai della critica della politica internazionale.

Categorie:Cronaca, Interno, Politica

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11 replies

    • @antonnovelas. Ma lassà perde tu. E non ci voleva certo Orsini per capirlo, bastava informarsi un pò ed essere svegli, pur avendo un’intelligenza anche leggermente al di sotto della media

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  1. I sistemi della propaganda sono gli stessi da decenni.
    Metodo per “costruire” – ogni giorno – la prima pagina della stragrande maggioranza dei giornali italiani con 6 notizie:
    – una di politica nazionale su argomenti divisivi
    – una di carattere internazionale su temi sensibili ( guerre, rivoluzioni, etnie, terremoti, inondazioni, migrazioni, inquinamento, animali a rischio)
    – una di economia su eventi preoccupanti o catastrofici ( svalutazione, aumenti di prezzo delle materie prime o dei servizi, allarme pensioni, crisi logistiche, crolli in Borsa, fallimenti, licenziamenti etc.)
    – una di cronaca nera di impatto crudele e sanguinario che tocchi bambini, donne, vecchi, oppure riguardante l’avversa meteorologia in Italia
    – una sportiva concernente trionfi o disfatte di squadre o di singoli
    – una di gossip ( attori, atleti, personaggi del jet set, aristocratici, miss)
    Ecchecivuole?

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  2. Suggerirei ad Orsini di andare a tenere lezioni di (??) In Finlandia e Svezia, per cercare di capire la loro “perversione” nel volere a tutti i costi far parte della Nato (troppa luce in estate e troppo buio in inverno) , altrimenti stare con Ginevra Bompiani con la quale condivide un ego smisurato che ieri sera Vespa con argomenti seri ha smontato in un attimo.

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    • Perchè la Sanna Marin è capitata lì per caso? come Maia Sandu in Moldavia, background perfetto per il ruolo, tant’è che assolto il compito poi non servono più, come se non fosse un programma preciso con step studiati quello di accerchiare la russia, bisogna essere infervorati al punto giusto per aderire ancora alla narrazione bellica, prudono le mani, un odio recondito verso la russia riemerso prepotentemente… ancora non è chiaro cosa sia ma questa specie di connivenza ci sta portando verso il baratro come se fosse un nostro interesse con le scuse più pretestuose per farlo apparire tale

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  3. Ma non sono stati i loro cittadini a scegliere di volerne fare parte, sono stati i loro governi. E porco c@zzo!

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  4. A me le analisi di Orsini suonano sempre molto ingenue; i russi son passati dal “mettere in pericolo il Portogallo” al “combattere con le pale”, ripetutamente e a seconda della convenienza del momento.
    C’è davvero bisogno di spiegare in modo didascalico lo scopo propagandistico di queste notizie lapalissianamente manipolatorie?

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    • Si, c’è bisogno, lapalissianamente necessario, dal momento che raccontano tutto il contrario a rete unificate qualcuno che fa il controcanto (che sia 1) ci deve stare

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      • Che qualcuno faccia il controcanto è non solo “lapalissianamente necessario”, ma direi vitale per una (presunta?) democrazia; fortunatamente a farlo oggi non c’è più solo lui, ma anche altri, ognuno ovviamente con le proprie peculiarità (Santoro, Di Battista, Cardini, Capuozzo i primi che mi vengono in mente); sempre troppo pochi e sempre soggetti a un trattamento mediatico imbarazzante, se non proprio a vilipendio (Rovelli ne sa qualcosa).
        Quel che chiedevo io era però un’altra cosa; per dire, quell’incipit “vorrei svelare una nuova tecnica” di manipolazione: ma svelare a chi? è talmente evidente questa tecnica, che al più la si può “spiegare” (ai dormienti), non certo “svelare” quasi fosse una scoperta dell’ultima ora.

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      • Lui la spiega come tecnica di psicologia sociale, non esattamente alla portata generale, ne dà una spiegazione esplicita per chi l’ha avvertita e per chi non lo sa, chi invece ne ha conoscenza specifica ne apprezza enormemente la divulgazione comprendendone l’importanza

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