Proprio perché tu sei esistita, ora non esisti…

(Giuseppe Di Maio) – Il territorio a sud delle Alpi e lungo la dorsale dell’Appennino è stato il maggiore erede della civiltà di Roma e del suo impero. I sedimenti degli istituti civili, giuridici e politici dell’antichità, hanno marchiato la vita di decine di generazioni italiche. Da allora le intromissioni etniche – da quelle alto tedesche a una miriade di altre attirate nella penisola dal nome di Roma – non hanno mutato radicalmente il carattere originario delle popolazioni locali. Se questa varietà di stirpi ha in parte impedito che si formasse un popolo omogeneo con un’ambizione nazionale, non ha invece ostacolato la creazione di un animo collettivo, di uno spirito pressoché identico da nord a sud. La Chiesa cattolica ne è stata il maggiore artefice, e il carceriere.

Il potere regionale, il potere cittadino, l’ossatura civile e politica delle campagne sono state disegnati con il contributo della Curia romana, che ha determinato anche il valore e la consistenza della proprietà privata. In caso di dubbio, esorto alla rilettura della poesia di Pier Paolo Pasolini “Alla mia nazione” (da La religione del mio tempo). I poteri e le proprietà hanno rinunciato a mettersi a repentaglio delle volizioni sociali e politiche nazionali, preferendo trovare la loro legittimazione in poteri stranieri, opprimendo il proprio giardino, sorvegliando e agevolandovi il fiorire dell’ignoranza. Perciò l’enorme cumulo di reazionari e la crosta indurita dei conservatori vomitati dallo squarcio spalancato nella prima repubblica non è cosciente di questa realtà: triste destino italico in cui le classi dirigenti vendono i propri connazionali a volontà forestiere, giacché temono di restare faccia a faccia col proprio vicino, inermi di fronte alla reale autonomia che genera competizione e pericolo per le proprie tasche.

“Il popolo più analfabeta, la borghesia più ignorante d’Europa”, come recita Orson Welles nel film la “Ricotta”, sempre di Pasolini; ecco l’esito finale dei Gattopardi, delle bombe e delle stragi che per ora sono terminate solo perché il padrone ha preferito il controllo mediatico. E i nuovi capipopolo comprati dai padroni a cui rendono omaggio, tengono il lume a una proprietà privata che sbraita da cent’anni che cambiare è mettersi nelle mani dei comunisti. Lo avete sentito quel topo di Senaldi? Ha detto che se la Costituzione è antifascista allora è anche anticomunista.

2 replies

  1. Sono d’accordo con il dare del topo a senaldi. però mi piacerebbe capire con precisione da
    Giuseppe (il cognome non riesco a scriverlo) 😂 cosa succede quando compri un campo dal vicino (che magari gli servono soldi per aiutare la figlia ad acquistare un appartamento più o meno in centro)?

    "Mi piace"

  2. “Lo avete sentito quel topo di Senaldi? Ha detto che se la Costituzione è antifascista allora è anche anticomunista.”

    Vabbé, ma se l’ha detto Senaldi, è garanzia di caxxata.

    "Mi piace"