La marcia divisa causa europee: ma Pd e 5s non si facciano male

Per chi continua a mangiarsi le mani dopo il tragico 25 settembre e la vittoria regalata alla destra estrema dalle liti nel centrosinistra, è sicuramente una boccata d’ossigeno la lettera-appello a Elly Schlein e a Giuseppe Conte […]

(di Antonio Padellaro – ilfattoquotidiano.it) – Per chi continua a mangiarsi le mani dopo il tragico 25 settembre e la vittoria regalata alla destra estrema dalle liti nel centrosinistra, è sicuramente una boccata d’ossigeno la lettera-appello a Elly Schlein e a Giuseppe Conte firmata dal sociologo Domenico De Masi, dallo scrittore Maurizio de Giovanni e dallo storico Aldo Schiavone. Tre nomi autorevoli che chiedono alla segretaria del Pd e al presidente del M5S di “avviare un cammino coordinato”, “prima che il gioco di veti e correnti vi tarpi le ali”. Si dirà che di iniziative del genere è piena la storia della sinistra. O finite nel nulla o addirittura pretesto per ulteriori rotture e frammentazioni. Infatti, da apprezzare nel testo di cui si chiede la sottoscrizione (change.org/a sinistra insieme) è la consapevolezza che un processo del genere richieda prudenza e gradualità. Poiché “non si tratta di cancellare” le differenze tra i due partiti, ma di elaborare i contenuti di una svolta che i tre intellettuali individuano nella difesa del pianeta e in “più eguaglianza, più diritti, più democrazia”. E più Europa.

Proprio perché si delinea un’occasione che non può essere ancora una volta gettata al vento, ci permettiamo di segnalare un ostacolo in vista: le prossime elezioni europee che per via del sistema proporzionale impediscono, a livello nazionale, le alleanze e incentivano la competizione tra i partiti. Certo, sarebbe magnifico se la scadenza del 2024 coincidesse “con un rilancio del processo di unificazione del continente” ma come si fa dal momento che, in Italia, Pd e M5S finiscono per pescare voti nello stesso bacino elettorale? Per questo temiamo che per entrambi i partiti il primum vivere finirà per prevalere, almeno nel medio periodo, sulle possibili strategie comuni.

In questo senso la proposta di “gruppi di lavoro congiunti per elaborare i contenuti della svolta” ci fa pensare a quei congressi di partito dove passi del genere venivano definiti (tra gli applausi) utili al dibattito per poi finire nel dimenticatoio. Mentre sarebbe cosa buona e giusta se Pd e M5S, da oggi in avanti, semplicemente si astenessero dal farsi del male reciprocamente accettando, nei fatti, un patto di non aggressione verbale. Solo dopo il voto europeo, con Schlein e Conte possibilmente rafforzati, i due partiti potrebbero (ri)cominciare a ragionare come coalizione secondo lo schema De Masi, De Giovanni, Schiavone. Marciare divisi per colpire uniti è in fondo la formula che ha portato fortuna a FdI e Lega. Allora perché non sorpassare la destra a sinistra?

Categorie:Cronaca, Interno, Politica

Tagged as: , ,

2 replies