I 9 milioni e l’amica di Santanchè: disastro “Open to meraviglia”

“VENERE INFLUENCER” – Coperta di critiche e meme. L’Ente Turismo (Enit). L’Ad fedelissima del ministro, poco personale, tanti fondi. E il portale da 114 milioni con traduzioni comiche […]

(DI LEONARDO BISON E ANDREA SPARACIARI – ilfattoquotidiano.it) – “Open to meraviglia”, lo spot del ministero del Turismo con la “Venere influencer”, ha messo d’accordo tutti. Criticato da Stefano Accorsi (“ma ve la facevo io la pubblicità!”), da Dario Nardella, da Vittorio Sgarbi sottosegretario in questo governo (“roba da Ferragni”), da Chiara Ferragni stessa – utilizzata a sua insaputa come modello per la foto-copertina della campagna, sul lago di Como -, da politici, dai tecnici. Deriso per l’uso dell’inglese, per gli account Twitter, Facebook, YouTube registrati da altri, per il dominio web dello slogan principale non registrato, per le foto inviate via WhatsApp, e perché alcune immagini dello spot si riferivano alla Slovenia. La ministra Daniela Santanchè ha risposto alle critiche: “Abbiamo utilizzato strumenti e linguaggi vicini ai giovani”. Ma i “giovani” da giorni ne ridono sul web con meme a tema. Come si è arrivati al disastro “Open to Meraviglia”?

L’investimento sulla campagna è noto: 9 milioni di euro, spesi per farla arrivare in tutti “gli aeroporti, le fiere, le televisioni del mondo”. La campagna è a cura del gruppo Armando Testa, che non ha mai risposto alle nostre domande su genesi e costi. Enit, invece, ci spiega di aver pagato 138 mila euro al gruppo per la “creatività”. I 9 milioni erano in realtà stati stanziati l’anno scorso con un bando per “concessione di contributi” per migliorare la “comunicazione digitale e l’attrattività del Sistema Paese”: prevedeva decine di progetti diversi. Ma dopo la nomina della commissione giudicante, a giugno 2022 – composta di persone senza competenze in pubblicità e comunicazione – scompare dal sito web del ministero per ricomparire venerdì scorso, con una maxi campagna globale. Qualcosa è andato storto.

A promuovere la campagna è Enit, agenzia nazionale per il turismo, che ha cambiato forma tre volte in meno di 20 anni e tre amministratori delegati in meno di due. Ora è guidato da Ivana Jelenic, rapporto assai saldo con la ministra, proprietaria di un’agenzia viaggi nel Perugino con zero dipendenti e presidente della Fiavet, l’associazione delle agenzie di viaggio fisiche. Non proprio un’esperta di big data né di grosse campagne social. Nomina a sorpresa: preceduta da Roberta Garibaldi, in carica per 18 mesi, che a sua volta sostituiva Giuseppe Albeggiani, rimasto in carica solo 3 mesi e 21 giorni e poi ha fatto causa ottenendo un risarcimento per danno d’immagine e mancati guadagni. Cambi continui che colpiscono il poco personale presente, meno di 50 persone in Italia, per un costo annuo di meno di 3 milioni sui 30 totali di finanziamento statale annuo, a cui vanno aggiunti sostanziosi avanzi di cassa del biennio Covid: l’instabilità dell’istituto – che con il decreto Pnrr Santanchè punta a trasformare per l’ennesima volta, in una s.p.a. – era il contesto perfetto per un errore. Enit al Fatto spiega che “stimolare il confronto e la vitalità è uno degli obiettivi della comunicazione” e che “la strategia di promozione social, che ha come fine principale quello di convogliare e sviluppare traffico sul portale Italia.it, non è stata frutto di casualità, ma di una pianificazione studiata”.

Lo diceva prima che Italia.it rimuovesse le traduzioni errate in tedesco, dopo la denuncia di Selvaggia Lucarelli: ora è tornato solo in italiano, inglese, spagnolo, con contenuti banali e scarni. È il sito lanciato nel 2007 da Francesco Rutelli con il celebre “plis, visit Italy”, chiuso nonostante 45 milioni investiti e poi riaperto, oggi gode di un investimento monstre di 114 milioni di euro del Pnrr: per ora lo mandiamo in tutto il mondo così.

Che altro? Per usare l’immagine della Venere del Botticelli, Enit avrebbe dovuto chiedere l’autorizzazione alle Gallerie degli Uffizi: i regolamenti sono chiari, ma non è accaduto. Anche perché l’immagine della Venere è già abusatissima. Da notare infine che il lancio di “Open to meraviglia” era anche il lancio della campagna per Expo Roma 2030, il cui logo campeggia alla fine dello spot, mostrato alla fine della settimana di presentazione della candidatura. Poteva andare meglio.

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5 replies

  1. eee… questo? E poi dicono che non sono fascisti!
    Per adesso, la Ryder Cup è andata in buca col governo: eventi, promozioni e passerelle, addirittura tre ministri ormai arruolati alla causa del grande evento. E altri contributi pubblici: dopo i 60 milioni regalati cinque anni fa dal Governo Renzi, che evidentemente non sono bastati per preparare quello che si vanta di essere il terzo evento sportivo più seguito al mondo, è in arrivo almeno un altro milione e mezzo per rimpinguare le casse vuote dell’organizzazione.

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    • E per fortuna. Quanto si spende per il calcio?
      Mai in discussione quello?
      E il tennis? Una volta tanto che si parla di golf!

      ( Che per chi non vuole fare sfoggio costa come una buona palestra… Materiale usato, campetto di periferia, ma nessuno che insulta o si picchia, e si gioca contro se stessi, quindi non non ci si diverte… )

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    • Salvo , si può fare ! Non avere dubbi , lor signori sanno bene come si fa a magna le risorse e gli stipendi e risorse per inutili personaggi e istituzioni ! Ci sono quasi 4 milioni di italiani che ci vivono sul gobbo da 50 anni! E non ti liberi dai parassiti nemmeno col Flit!!!😁

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