In nome della “volontà degli elettori”: eleggere sindaci col 40%, “scudare” i social e riassegnare seggi. L’ultima trincea del centrodestra è spezzare le reni al ballottaggio ché il doppio turno previsto per l’elezione dei sindaci li sfavorisce […]

(DI ILARIA PROIETTI – Il Fatto Quotidiano) – L’ultima trincea del centrodestra è spezzare le reni al ballottaggio ché il doppio turno previsto per l’elezione dei sindaci li sfavorisce e poi “perché scomodare due volte l’elettore?”. Ma Lega, Forza Italia e meloniani sono al lavoro pure per eliminare altri intralci: sempre, ben inteso, in nome della salvaguardia della volontà degli elettori, si apprestano per esempio a cancellare la direttiva del ministero dell’Interno con cui sono state già scrutinate le schede alle politiche di settembre. Perché darsi tanto affanno a posteriori? Sarà certo una caso ma pende alla Camera un ricorso del forzista Andrea Gentile che può sperare di essere ripescato solo grazie all’aiutino provvidenziale, il barbatrucco, per non dire il piede di porco, che farà magicamente diventare valide le schede già annullate. Ciliegina sulla torta: Lega, berluscones e Fratelli d’Italia stanno pure trovando il modo perché nessuno metta bocca sullo scudo dell’immunità accordato anche per le intemperanze via social. “I parlamentari sono tenuti certo a un certo aplomb istituzionale, ma esiste il nostro sacrosanto diritto di dire ciò che vogliamo e come vogliamo in virtù del mandato elettorale ricevuto”. Salvacondotti in nome del popolo italiano.
Ma il bersaglio più grosso resta la legge sull’elezione dei sindaci che il centrodestra ha già cercato di far secco a marzo con un emendamento. Infilato alla chetichella al Senato per cancellare il ballottaggio nei Comuni con più di 15 mila abitanti e così consentire l’elezione dei sindaci con il solo 40% dei voti. Blitz alla fine fallito ma dopo il voto a Udine (dove al secondo turno c’è stato il ribaltone che ha premiato il centrosinistra), il ministro Roberto Calderoli è tornato alla carica: “i cittadini si sono già espressi una volta, non capiscono perché devono essere costretti a tornare ai seggi dopo due settimane”. Anche perchè “abbiamo una tessera che vale per una ventina di elezioni, ma spesso non sai più nemmeno dove l’hai messa”. Ma il nodo vero è un altro, ossia che con il ballottaggio – Calderoli dixit – “non vince chi ha il consenso ma chi ha più capacità di mobilitazione degli iscritti e dei simpatizzanti”.
Ergo, per l’elezione dei sindaci, urge cambiare per il futuro. Ma al centrodestra piace anche cambiare le regole in corso d’opera: e così spinge per rimettere in discussione i criteri con cui sono state già scrutinate le schede alle politiche di settembre. Spoiler: la forzatura potrebbe valere il ripescaggio in Parlamento per Andrea Gentile rimasto senza seggio per una manciata di voti. Ma non tutto è perduto perché un emendamento firmato da Pittalis (Forza Italia), Sbardella (Fratelli d’Italia), Candiani (Lega), Bicchielli (Noi Moderati) propone, ora che a Montecitorio si dovrà valutare il ricorso del forzista Andrea Gentile – rampollo della dinastia politica cosentina del già viceministro Tonino – di considerare valide le schede anche quando, in presenza di diverse sigle collegate al candidato all’uninominale, l’elettore abbia apposto erroneamente più croci . E che importa se il Viminale aveva istruito gli scrutatori, coerentemente con il meccanismo elettorale previsto dal Rosatellum, a considerarle nulle. Pace: sentite qui gli argomenti del centrodestra. “Ma quale errore e errore! Il voto espresso più volte sulla stessa scheda denota una volontà rafforzata dell’elettore, che andrebbe a tutti i costi salvaguardata”.
E se ci vuole rispetto per gli elettori, figurarsi per gli eletti. Chiedere per conferma alla Giunta di Montecitorio dove da un paio di settimane sono iniziate le audizioni per capire come allargare il già largo scudo dell’immunità parlamentare. Ad oggi le guarentigie costituzionali coprono solo le attività istituzionali, lasciando fuori altre forme di espressione, tipo le offese via social. Ma il centrodestra vuole andare sul velluto: “Il rischio di finire di fronte ai giudici è una grave coercizione della nostra libertà: ci sarà pure il diritto di chi non vuol essere offeso, ma è sacrosanto il nostro di esprimere le posizioni politiche per cui abbiamo ricevuto il mandato elettorale”. Con quella bocca può dire tutto.
A questo punto vale tutto e il contrario: potrebbero votarsi tra loro e così non se ne parla più! Che c è vo’
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A questo punto non si può che sperare nella nera mietitrice
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A regole cambiate quando gli andrà male grideranno sdegnati alla dittatura delle loro stesse regole.
Ed alla fine capiterà che anche noi fessi cittadini reagiremo.
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Più che altro si tratta di spezzare le reni alla democrazia.
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