Meloni, Milioni, Minoli

(Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) – Come a ogni cambio di stagione, ci tocca l’inevitabile “candidatura Minoli alla Rai”. “Spunta”, “avanza”, “se ne parla” sulle migliori gazzette: tutti eufemismi per non dire che è lui a candidarsi da solo. Ieri s’è pure fatto intervistare da Senaldi su Libero per dire che questa Meloni è un portento, “si muove per fare un […]

Categorie:Cronaca, Interno, Politica

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  1. Meloni, Milioni, Minoli

    (Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) – Come a ogni cambio di stagione, ci tocca l’inevitabile “candidatura Minoli alla Rai”. “Spunta”, “avanza”, “se ne parla” sulle migliori gazzette: tutti eufemismi per non dire che è lui a candidarsi da solo. Ieri s’è pure fatto intervistare da Senaldi su Libero per dire che questa Meloni è un portento, “si muove per fare un grande partito conservatore” e “può essere davvero un leader di rottura” grazie al suo non meglio precisato “piano industriale e culturale” e alle sue nomine improntate all’“unico criterio della qualità, premiando chi ha dimostrato di saper fare bene anche al di fuori dal suo stretto giro di rapporti” e non farà certo “un mercato delle vacche”. Soprattutto se nominerà lui presidente della Rai. Purtroppo è vittima di “attacchi strumentali” da una “stampa in crisi” e ormai “senza credibilità”. Fortuna che c’è lui, credibilissimo da quando nel 1987 “intervistò” Craxi per uno spot elettorale al supermarket col garofano rosso all’occhiello. E nell’89 intinse la penna nella saliva per scrivere a Craxi: “Caro Bettino… in 10 anni ho prodotto molti dei programmi di Rai2 che hanno avuto più successo… Avrei potuto essere considerato un interlocutore nel momento dell’ennesima difficilissima scelta circa il destino della Rete 2… Non sono mai stato capace di spendere tempo nelle manovre di corridoio (sic, ndr)… Capirai lo sfogo ma anche l’amarezza di chi si sente a posto con la coscienza professionale e la lealtà politica, ma sempre scavalcato dai pregiudizi, dalle informazioni incomplete, tendenziose e forse cattive… Se servo, ci sono…”.

    Poi da craxiano divenne, nell’ordine: martelliano, berlusconiano, veltroniano, prodiano, montiano e renziano. Nel 2018, coi gialloverdi, si scoprì sovranista (“se sovranismo significa tornare a produrre programmi in azienda, non mi dispiace”). E siccome il M5S aveva nominato dg Salini, flautò: “Sono contento, è competente e perbene. Ma la Rai è una balena spiaggiata, può salvarsi solo se trova un potentissimo rimorchiatore”. Tipo lui. Purtroppo non fu rimorchiato, anche perché è in pensione da 13 anni e ha un contenzioso con la Rai. Di recente era riuscito a convincerla che la gente non vede l’ora di riciucciarsi Mixer. Risultato: dal 3 al 2,5 al 2% di share. Ma il bello è che trova sempre qualcuno che ci casca. Tipo Cairo, che gli affidò un Faccia a faccia su La7, dove lui lanciò un’intervista a Matilde Bernabei: “Continuiamo il viaggio tra le donne top manager d’Italia. Siamo andati a incontrare la presidente della Lux Vide, che da 25 anni sforna in continuazione successi d’ascolti per la tv. Lei è Matilde Bernabei!”. Purtroppo si scordò di precisare che quel prodigio di donna era la moglie dell’ultimo giornalista credibile rimasto su piazza: lui.

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      • Bisogna vedere cosa intendeva Minoli. Nell’accezione di verbo quella parolina – che contraddistingue in saecula saeculorum gli abitanti del Belpaese (Franza o Spagna basta che se magna) – potrebbe essere intesa come utile alla causa personale del destinatario dell’offerta. Invece nel senso dell’aggettivo (s)qualificativo comporta una lunga e ben lubrificata lingua di cui pare sia tuttora munito il generoso offerente.
        Come risolvere il dilemma?? Ci viene in soccorso il grande Principe De Curtis in arte Totò con la sua indiscutibile capacità di sintesi: “LA SERVA SERVE!” in questa occorrenza da declinare al maschile.
        Cosa può farsi di codesta lingua Donna Giorgia?? Togliere la polvere alle scarpe, mantenere igienicamente impeccabili i piedini, pulire preventivamente il pavimento su cui cammina o altre incombenze… tutte ovviamente lecite, sia chiaro. Lo scopriremo solo vivendo… se accetterà.

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  2. La Rai è una fogna di raccomandati, figli di, compagni di partito, lecchini, parassiti, fancazzisti tenuta in piedi da una manciata di bravi professionisti (tra cui non figura Minoli).

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  3. Per molti spengere la scatola catodica è come spengere il cervello , non si può, la televisione parla a noi per noi e noi parliamo di lei e attraverso lei. Quello che molti desiderano è che si spenga il cervello , la sua capacità reattiva, critica, autonoma , fuori dalle logiche barbare ma comuni perché la politica ha il cuore dentro al ventre del popolo.

    E il nazionalismo ne è una somma come il definirsi sociali e il rispecchiarsi negli altri , sentirsi utili necessari ad una causa che potrebbe essere anche se stessi, anzi alla fine è solo per se stessi.

    L’intelligenza spaventa, perché rompe l’usuale , forse non è un gran bel periodo, la minestra è proprio rancida.

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