I “giochi di guerra” americani per preparare gli ufficiali ucraini

(Paolo Mauri – it.insideover.com) – Wiesbaden è una città della Germania centro-occidentale situata sulla riva destra del fiume Reno e capoluogo dell’Assia, ma soprattutto, dal 2012, è la sede del quartier generale dell’U.S. Army in Europa. Qui risiedono circa 3.400 militari americani dei 34500 presenti nel Paese, e la base è una delle più importanti che gli Stati Uniti hanno nel Vecchio Continente.

Con l’invasione russa dell’Ucraina e la decisione di sostenere lo sforzo militare di Kiev, il Pentagono ha stabilito, all’incirca da ottobre dello scorso anno, di istituire presso la base di Wiesbaden un nuovo quartier generale (con circa 300 dipendenti) guidato da un generale di alto rango per supervisionare gli sforzi di addestramento delle forze ucraine e per coordinare l’invio di armamenti. Si ritiene che mentre il comando di Wiesbaden funga da centro amministrativo, gran parte dell’addestramento del personale ucraino venga condotto altrove: sappiamo che Grafenwoehr è attivo come centro principale, ma possibilmente anche Hohenfels e Baumholder, che sono altri due siti di addestramento dell’esercito americano in Europa.

I “war games” in vista della nuova offensiva russa

La settimana scorsa, però, Wiesbaden è stata protagonista di una serie di “war games” molto particolari: il quartier generale dell’esercito Usa in Europa ha infatti ospitato funzionari militari ucraini per una serie di esercitazioni “da tavolo” progettate per aiutare Kiev a tracciare la fase successiva della sua battaglia contro le forze di invasione russe.

Il New York Times riferisce che durante una sessione di questi “giochi di guerra”, i funzionari militari hanno provato una serie di opzioni per cercare di respingere una offensiva russa che il leader dell’Ucraina, il presidente Volodymyr Zelensky, ritiene sia imminente.

Le sessioni, a cui hanno partecipato i generali di rango più elevato responsabili degli sforzi americani per aiutare l’Ucraina, avevano lo scopo di elaborare strategie identificando i rischi e i benefici di una serie di mosse che l’Ucraina potrebbe compiere contro le posizioni russe nei prossimi mesi. Gli ucraini alla fine decideranno quale corso seguire, coi funzionari militari americani che fungeranno da “cassa di risonanza”.

Dopo la sessione di “giochi di guerra” di giovedì scorso, il generale Christopher Cavoli, il generale a capo del Comando Supremo Alleato per l’Europa (SACEUR), ha elogiato l’adattabilità dell’esercito ucraino e ha detto che “li aiuteremo ad adattarsi di più”. Secondo Cavoli, gli Stati Uniti e la NATO “possono andare avanti (ad aiutare l’Ucraina n.d.r.) finché necessario”.

Il nodo delle operazioni

L’offensiva russa, però, come abbiamo già avuto modo di dire, è già cominciata durante il periodo invernale e sfruttando proprio il congelamento del terreno che, in questo modo, riesce a sostenere il peso dei mezzi pesanti come carri armati e camion. Ora, invece, il disgelo ha provocato la ricomparsa della “rasputitsa”, ovvero il fango che si forma nelle sterminate pianure ucraine e che rende molto difficoltoso, se non impossibile avanzare. Soprattutto lo Stato maggiore russo difficilmente sarà in grado di mettere in opera un’offensiva “in grande stile” per una serie di motivazioni legate sia alla possibilità degli Ucraini di colpire in profondità le retrovie, sia perché le forze mobilitate necessitano di tempo per addestramento/ammassamento in aree sicure, e proprio questo concentramento di truppe/mezzi non si vede ancora.

Se offensiva di ampio respiro sarà, molto probabilmente verrà effettuata a primavera inoltrata quando le condizioni del terreno miglioreranno e quando ci saranno più unità disponibili. In ogni caso, nonostante l’inizio del disgelo, i russi continuano lentamente a limare terreno agli ucraini in alcune porzioni del fronte, se pur senza ottenere importanti guadagni territoriali (è stato calcolato che hanno conquistato circa 90 chilometri quadrati di territorio da fine settembre a oggi).

Presente anche Mark Milley

Tornando ai “war games” di Wiesbaden, era presente anche il capo di Stato maggiore della Difesa Usa generale Mark Milley che ha rifiutato di rivelare dettagli sulle opzioni che gli ucraini hanno testato durante gli esercizi. Ma altri alti funzionari americani, analisti militari e gli stessi ucraini hanno lasciato intendere che Kiev potrebbe tentare di muoversi contro le linee difensive russe nel nord-est o nelle parti orientali del paese, comprese Donetsk e Luhansk. L’Ucraina potrebbe anche lanciare un’offensiva nel sud, prendendo di mira quella fascia costiera che collega la Federazione Russa alla Crimea, ovvero qualcosa che avevamo prospettato come auspicabile già a dicembre.

A gennaio, invece, il segretario alla Difesa, Lloyd Austin, aveva dichiarato al Washington Post che un “obiettivo realistico per quest’anno” sarebbe proprio che gli ucraini tagliassero il fronte in quel settore raggiungendo il mare, in modo da troncare le linee di comunicazioni terrestri per la Crimea escludendo il ponte sullo stretto di Kerch. Queste “indiscrezioni” sui piani ucraini potrebbero molto facilmente essere solo disinformazione, ma non è da escludere che si ripercorra lo stesso schema di agosto in cui l’offensiva su Kherson, anticipata pubblicamente per settimane, alla fine ha avuto luogo sebbene non nei tempi previsti.

La questione delle difese aeree

Risulta molto interessante soffermarsi sulle parole del generale Milley riguardanti, stavolta, la fornitura di armamenti: il comandante in capo delle forze armate Usa ha infatti affermato che oltre a fornire carri armati, munizioni e veicoli da combattimento, l’amministrazione Biden è intenzionata ad aiutare le difese aeree dell’Ucraina, un compito che al Pentagono ritengono fondamentale. Se, infatti, l’Ucraina esaurisse le armi che ha utilizzato nell’ultimo anno per tenere a bada i cacciabombardieri russi, Mosca potrebbe rapidamente ottenere un vantaggio tattico non indifferente sul campo di battaglia.

“La priorità più importante di cui gli ucraini hanno bisogno in questo momento è la difesa aerea”, ha detto il generale Milley, lasciando intendere come, probabilmente, la decisione di inviare caccia occidentali a Kiev (nella fattispecie riteniamo gli F-16), sia una possibilità di lungo termine previa valutazione (già in atto) delle reali capacità dei piloti ucraini di adattarsi “rapidamente” a velivoli su cui non hanno mai volato e per i quali non sono mai stati addestrati a utilizzare nei diversi profili di missione; senza considerare le enormi difficoltà rappresentate dalla logistica, ovvero dall’addestramento del personale di terra per mantenere una linea di volo efficiente.

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3 replies

  1. Potevate essere meno prolissi e dire da subito che questa guerra vede contrapposti gli usa/nato e i russi, gli ucronazi sono solo carne da macello utilizzati dallo zio Sam
    Ad oggi più di 600 000 tra morti e invalidi ucraini sono sono stati sacrificati x soddisfare i capricci dell’egemone rimbambidet

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  2. Il problema più grosso, per gli americani, è quello di dover dar da bere al mondo di essere brava gente e non criminali incalliti.

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  3. Per gli ucraini la vedo molto molto grigia. Se analisti, generali, segretari di stato usa e via discorrendo sono stati presi a calci in culo da 4 barboni in cammello, non vedo cosa possono escogitare per contenere i russi.

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