
(corriere.it) – Dopo il caso Belve, un nuovo intervento in tv scuote il mondo dei Cinque Stelle. Stavolta il protagonista è Domenico De Masi, sociologo amico di Beppe Grillo e da anni considerato vicino al Movimento. «Alle primarie del Partito Democratico sono andato a votare Schlein», ha ammesso il sociologo ad Agorà, su Rai Tre.
L’intervento di De Masi ha subito dato il la a una ridda di voci e commenti nel Movimento. C’è chi si domanda: «Ma non è il direttore della scuola di formazione del Movimento?». C’è chi osserva: «Così ha preso definitivamente le distanze da noi» e parla di «primi effetti della novità Schlein». «Un’altra uscita intempestiva», commenta uno stellato. Il riferimento è a quanto avvenuto lo scorso giugno, quando alcune dichiarazioni di De Masi in relazione a un presunto scambio di messaggio tra Beppe Grillo e l’allora premier Mario Draghi su Giuseppe Conte provocò forti fibrillazioni nell’esecutivo.
Ma chi se ne frega di de masi,non mi sembra che negli ultimi mesi abbia dato buoni consigli al movimento,pare che la sua volontà fosse che noi diventassimo,indipendentemente dalla sua collocazione,la stampella del pd
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LA DEMENZA SENILE.
La demenza senile è il termine medico che indica un gruppo di malattie neurodegenerative dell’encefalo,
tipiche dell’età avanzata e caratterizzate da una riduzione graduale – e quasi sempre irreversibile – delle facoltà cognitive di una persona
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Ma chi se ne frega di cosa abbia votato De Masi alle primarie PD, mi sembra che sia una delle poche persone in grado di dare buoni consigli al Movimento.
Continua la semina di zizzania e disinformazione contro il M5S da parte dei giornaloni, dei maitre a penser e dei politici di stretta osservanza conformista.
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Non ci vedo un caso. Dove sarebbe il problema? Contano sono i risultati: il supposto “nuovo” PD accoglierà le istanze che condividiamo? Sì? Bene! No? Male! Se con il PD della Schlein il M5S riuscirà a realizzare altri punti programmatici, ben venga la Schlein e pazienza se i voti nei sondaggi si spostano da una parte all’altra perché i voti volatili fanno in fretta a tornare al M5S se il supposto “nuovo” PD si rivelerà una fregatura. E poi chi se ne frega dei movimenti avanti e indietro nei sondaggi, che tra l’altro di solito sono su un campione di 1200 persone. Le somme si tirano alla fine e da qui a 5 anni ne deve passare di acqua sotto i ponti, anche in tempi di siccità.
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Domenico De Masi: «Ho votato Schlein, ma non sto né col Pd né con M5s. Io sono un intellettuale»
Professore perché è andato a votare alle primarie?
«A me stanno a cuore le sorti della sinistra italiana, perché sono un uomo di sinistra».
E qual è la sinistra italiana?
«È composita: va dal Pd tradizionale, radicato ai Parioli, ai 5 Stelle, radicati nel sottoproletariato, alle varie sinistre a sinistra dei 5 stelle, penso a de Magistris, Speranza, Potere al Popolo. Tutto questo è sinistra per cui seguo tutti, mi interessa capire come evolvono».
Quindi ha votato Schlein e non Bonaccini, perché è più di sinistra?
«Le differenze tra i due, a prescindere dalla ideologia, le vede chiunque. La sinistra deve avere una base di riferimento nei precari, negli svantaggiati, per Marx erano proletariato e sottoproletariato. Ma alla sua epoca i proletari erano solo gli operai. Oggi è molto più larga l’accezione e la dimensione del proletariato. Se identifichiamo il proletariato con il precariato è in ogni famiglia. Questa cosa, che il Pd precedente non aveva capito, Schlein l’ha recepito».
È la prima volta che vota alle primarie?
«Votai anche per Zingaretti».
Ma non è direttore della scuola di formazione dei 5 Stelle?
«Sono direttore della scuola del Fatto quotidiano, non dei 5 Stelle».
Nel Movimento pare non l’abbiano preso benissimo questo suo voto al Pd.
«Non faccio parte del Pd, ma neanche dei 5 Stelle. Sono un intellettuale che decide di volta in volta secondo le condizioni oggettive».
Però lei negli ultimi anni è stato accanto al Movimento.
«Sono gli altri che si sono avvicinati a me. Io elaboro teorie, se le condividono Meloni o 5 Stelle sono problemi loro. Ma non voglio eludere la domanda. Sono stato attento ai 5 Stelle perché erano un movimento, una forma di aggregazione molto fluida che raccoglie persone di ideologie diverse, che tende a diventare un partito. Qual è la differenza tra partito e movimento? Il secondo è come un mucchio di sabbia, i granelli uniti da un medesimo motivo di lotta. Il partito, invece, è come un mattone più compatto con granelli dello stesso tipo. I granelli del mattone sono organizzati, quelli del movimento sono volatili. Essendo attento alle sorti della sinistra mi sarebbe piaciuto che il Movimento fosse diventato partito, e un partito di sinistra».
Crede che nel Pd delle correnti e delle tessere, Elly Schlein saprà cambiare le cose?
«Si può anche restare delusi, non lo sappiamo. Perché il capo di un partito importante come il Pd con una storia forte deve avere due capacità: organizzativa e di formazione. Oltre ad avere una grossa competenza teorica. Insomma deve aver letto Marx, Gramsci, Hobsbawm».
Prenderà la tesserà del Pd?
«Mai presa una tessera di partito in 85 anni. Non lo farò ora».
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Secondo me la libertà di criticare è e deve rientrare nella filosofia dei 5S, perchè siamo gente libera.
Essere un 5S vuol dire non adeguarsi al pensiero unico.
Purchè la critica sia costruttiva
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De masi apprezza la segretaria pd solo perché dice a parole di voler fare delle cose per i più fragili che i 5 stelle già hanno dimostrato di fare se tra il dire e il fare del pd si toglierà di mezzo il mare staremo a vedere quando si tratterà di agire.
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Anche io che sono un iscritto al M5S sono andato a votare per la Schlein, ma sono e rimango del M5S. Bisogna ragionare e la mia esperienza politica è sociale (ho 70 anni), mi ha suggerito che era opportuno dare un segnale a quelli che potrebbero essere nostri alleati. Non vedo tutto questo scandalo…
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