Meloni-Bin Salman: trattativa saudita su energia e Eurofighter

IL “RINASCIMENTO” DELLA DIFESA – Diplomazia. La telefonata col principe e gli incontri di Crosetto: in ballo anche la commessa da 48 caccia che fa ricca Leonardo. L’approccio del governo di Giorgia Meloni è stato chiaro fin […]

(DI LORENZO GIARELLI E GIACOMO SALVINI – Il Fatto Quotidiano) – L’approccio del governo di Giorgia Meloni è stato chiaro fin dal suo insediamento: l’attenzione ai diritti umani non deve fermare le relazioni coi Paesi guidati da dittatori. Finora ha funzionato così con Egitto, Algeria, Libia e Turchia, dove la premier è stata per firmare accordi energetici e contrastare l’immigrazione clandestina dall’Africa. Da martedì, a questi Paesi si è aggiunta l’Arabia Saudita di Mohammed bin Salman, culla del nuovo Rinascimento (Matteo Renzi dixit), e presto a Roma arriverà anche l’emiro del Qatar. Il tutto mentre il ministro della Difesa Guido Crosetto era in tour negli Emirati Arabi.

Martedì sera, infatti, l’agenzia governativa di Riad Spa, poi ripresa dall’Agenzia Nova, ha riferito di un colloquio telefonico tra il principe ereditario saudita, accusato di essere mandate dell’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi, e la premier Meloni. Durante la telefonata, ha scritto il governo saudita, sono state passate in rassegna “le relazioni bilaterali tra i due Paesi” e le forme di “nuova cooperazione in diversi settori”. Il governo italiano non ha dato notizia del colloquio, mentre invece sbandierava le telefonate di lunedì con il presidente francese Macron e quella di martedì con il premier spagnolo Sanchez. Un silenzio, quello sulla telefonata con Bin Salman, che segnala imbarazzo da parte del governo italiano. Col principe si è parlato di energia e di come Roma possa sfruttare l’area del Golfo persico e della Penisola Araba per affrancarsi dalla dipendenza dal gas russo, dice un funzionario di Palazzo Chigi.

Ma non c’è solo l’energia tra gli affari tra Roma e Riad. La telefonata era già stata preparata due settimane fa con la missione diplomatica del capo di Stato maggiore saudita, Fayyad bin Hamed al Ruwaili, in Italia. Il 27 gennaio Al Ruwaili aveva incontrato Crosetto dialogando su come “rafforzare la cooperazione di Difesa e militare”. Poi, il saudita aveva visto alcuni vertici militari italiani, come Giuseppe Cavo Dragone, Francesco Paolo Figliuolo e Luciano Portolano. Al termine della trasferta, Al Ruwaili ha visitato anche le sedi delle imprese italiane Fincantieri e Leonardo, dove gli sono stati presentati “i prodotti militari” italiani. La ripresa dei rapporti anche militari tra Italia e Arabia Saudita è un segnale chiaro di Meloni: pecunia non olet. In ballo, infatti, c’è una commessa da 48 caccia Eurofighter Typhoon prodotti dal consorzio di cui fa parte Leonardo insieme ad alcuni partner di Gran Bretagna, Francia, Germania e Spagna. Il protocollo firmato nel 2018 con Londra valeva 11 miliardi ma è stato bloccato per il veto tedesco. La posizione di Berlino è ancora ferma e solo un suo ammorbidimento potrebbe sbloccare la trattativa: un affare che porterebbe 1 miliardo nelle casse di Leonardo. Alcune fonti nel governo dicono che nel vertice di gennaio si è parlato anche di questo, ma dalla Difesa negano. Resta il segnale politico. Senza dimenticare che pure Fincantieri ha un grosso interesse nello sviluppo dei rapporti con l’Arabia. Contattata dal Fatto, l’azienda chiarisce che l’incontro con il Capo di Stato maggiore della Difesa saudita si è svolto “all’interno di una visita istituzionale coordinata dal ministero della Difesa italiano”. Ergo: è il governo Meloni a voler promuovere intese commerciali nel settore della Difesa. Fincantieri ha già fatto affari con Riad, ma attraverso una sua controllata americana, che ha venduto navi militari nell’ambito di un accordo tra Riad e il governo Usa. Negli ultimi anni l’azienda ha chiuso intese miliardarie con Qatar e Emirati Arabi, motivo per cui Fincantieri guarda con interesse anche a Riad, come conferma la società: “La visita è stata un’occasione importante per rafforzare i legami tra i due Paesi e per promuovere ulteriormente la cooperazione nell’industria navale e militare”. Col placet del governo, naturalmente.

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3 replies

  1. Eh, ceeerto…tutto questo perché ci sono dittature e dittature…
    Purché siano gradite ai nostri padroni, va bene tutto. 😡😝

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  2. Esattamente!
    I valori morali vengono invocati solo quando fanno comodo e magari aggiustati con previsioni geopoliche ad hoc.
    Quando invece qualcuno, non certo il popolo ignorante, può beneficiarne allora ogni dittatore non è mai troppo cattivo, non è mai troppo “dittatore”. Ma un bel “Vaff”… no è…..

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