Camici bianchi e grembiulini: così “’u Siccu” Messina Denaro è stato protetto

Dottori & Grande Oriente. Il Goi sospende il medico e candidato Tumbarello. La pista dell’ex sindaco di Castelvetrano e di Lo Sciuto. Camici bianchi e grembiulini. A tre giorni dall’arresto di Matteo Messina Denaro, l’ombra della massoneria si allunga su quella fetta […]

(DI GIUSEPPE PIPITONE – Il Fatto Quotidiano) – Palermo. Camici bianchi e grembiulini. A tre giorni dall’arresto di Matteo Messina Denaro, l’ombra della massoneria si allunga su quella fetta di borghesia che potrebbe aver favorito la latitanza dell’ultimo boss delle stragi. Alfonso Tumbarello, il medico di base in pensione che aveva in cura Andrea Bonafede, era iscritto alla loggia “Valle di Cusa – Giovanni di Gangi” (1035) all’Oriente di Campobello di Mazara, la cittadina in provincia di Trapani che in queste ore è diventata il teatro della caccia a rifugi e favoreggiatori dell’ultima primula rossa di Cosa Nostra.

Trovato Messina Denaro, infatti, rimangono da prendere i suoi complici, quelli che gli hanno garantito trent’anni da latitante. È per questo che gli uomini del Ros dei carabinieri insieme a quelli del comando provinciale di Trapani stanno passando al setaccio tutti i documenti acquisiti il 16 gennaio, poche ore dopo l’arresto del boss, nel reparto di Oncologia medica dell’ospedale del capoluogo. Si tratta di cartelle cliniche e registri delle attività operatorie: materiale che gli inquirenti stanno studiando per approfondire eventuali complicità che avrebbero garantito a Messina Denaro, alias Bonafede, di curare il suo tumore. A questo proposito, gli inquirenti stanno valutando un esame istologico e una Pet, ma anche un lungo ricovero – fonti mediche del Fatto parlano di almeno un mese – di Bonafede nell’ospedale di Trapani: quell’uomo era Messina Denaro? Per rispondere a questa domanda gli investigatori hanno iscritto nel registro degli indagati Filippo Zerilli, il responsabile del reparto che il giorno della perquisizione era assente per malattia. Il medico è indagato per procurata inosservanza di pena aggravata: un atto dovuto, lo definiscono al momento gli inquirenti. Lo stesso reato viene contestato pure a Tumbarello, la cui posizione è però diversa rispetto a quella di Zerilli. Come ha fatto il medico di base a non accorgersi che il suo paziente Andrea Bonafede, al quale prescriveva esami e terapie, fosse in realtà l’uomo più ricercato del mondo?

Ex consigliere provinciale dell’Udc, poi candidato non eletto all’Assemblea regionale siciliana nel 2006, quando Totò Cuffaro riuscì a battere Rita Borsellino nonostante un rinvio a giudizio per favoreggiamento a Cosa Nostra, Tumbarello è stato sospeso oggi a tempo indeterminato dal Grande Oriente d’Italia. “È una prassi, lo facciamo sempre quando ci sono degli indagati”, ha spiegato alle agenzie di stampa Stefano Bisi, gran maestro del Goi. Ed è vero: prese la stessa decisione, infatti, anche Giuliano Di Bernardo, al vertice del Grande oriente tra il 1990 e il 1993. “Ricordo che il sindaco di Castelvetrano, massone del Goi, – potete verificare – era stato arrestato in quanto membro della mafia”, raccontò Di Bernardo alla commissione Antimafia nel 2017. “Si chiamava Vaccarino”, aveva puntualizzato la presidente Rosy Bindi. “Io feci in modo che immediatamente fosse sospeso dal Grande Oriente. Però ciò che avviene nelle realtà locali si viene a sapere solo per caso”, aveva spiegato Di Berardo.

Insegnante, massone, ex politico, Vaccarino è una figura controversa: condannato per traffico di stupefacenti, fu assolto dall’accusa di mafia. Amico di don Ciccio Messina Denaro, tra il 2004 e il 2006 comincia una corrispondenza col figlio Matteo. Si firma Svetonio (mentre il boss sceglie per sé il nome di Alessio) e cerca di stanare il latitante, pare in accordo coi servizi segreti. Difficile, al momento, paragonare la figura di Vaccarino a quella di Tumbarello. Anche perché a Campobello il medico è considerato da tutti una persona perbene e al di sopra di ogni sospetto. Nel 2007, tra l’altro, il suo nome finì in un’informativa dei carabinieri di Mazara del Vallo, che indagavano su un omicidio. In quell’indagine il medico era parte lesa: si dava conto del fatto che il 22 febbraio del 2004 nella sua abitazione era stata incendiata la porta d’ingresso. Solo uno dei 148 roghi dolosi commessi in sei anni a Campobello ai danni di soggetti politici oppure esponenti della locale famiglia mafiosa. Elementi che suggerivano agli investigatori come “vi fosse una strategia e un disegno criminoso più ampio”. Già all’epoca Tumbarello era noto per essere medico, attivo in politica e iscritto alla massoneria. Tre caratteristiche condivise con Giovanni Lo Sciuto, in passato ras locale di Ncd, originario di Castelvetrano. Arrestato nel 2019, poi finito a processo per violazione della legge Anselmi, la procura di Trapani gli contesta, tra le altre cose, di aver creato una loggia segreta, sempre nella città di Messina Denaro. Secondo le intercettazioni, nel 2016 il politico era riuscito a essere avvisato dell’esistenza di un’indagine top secret sui legami tra mafia e logge. “Ci sono 23 avvisi di garanzia per la massoneria, c’è pure tuo fratello”, gli rivelava un dentista massone, spiegando che il blitz degli inquirenti poteva essere imminente: “I giudici lo sai perché non lo fanno? Perché sono tutti massoni”.

Quell’indagine esisteva davvero a Palermo, ma sarà poi archiviata. Prima di essere arrestato nell’inchiesta della Procura di Trapani, Lo Sciuto finirà tra le polemiche per colpa di una vecchia fotografia pubblicata dal giornalista Sandro Ruotolo: lo ritraeva insieme a Messina Denaro al matrimonio di una cugina del superlatitante. Il politico, pubblicamente, aveva smentito i rapporti con il boss. Ma al telefono si vantava: “Quando eravamo ragazzini ci volevamo bene, poi iddu ha fatto la sua strada”. Una strada finita nel carcere di L’Aquila.

13 replies

  1. ” Camici bianchi e grembiulini: così “’u Siccu” Messina Denaro è stato protetto. Dottori & Grande Oriente. Il Goi sospende il medico e candidato Tumbarello”.

    Dall’inciso sembrerebbe di capire che sia molto di più l’Ordine dei medici che la Massoneria, colluso con il latitante, visto che non sono state prese le distanze come ha fatto il GOI.

    Mettiamo fuori legge senza riserve, per fondatissimi sospetti, come si fece nel ventennio con la Massoneria, anche l’Ordine dei medici in blocco?

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    • Ci avrei giurato che apparivi per difendere la massoneria, micio burlesque.

      “Ci sono 23 avvisi di garanzia per la massoneria, c’è pure tuo fratello”, gli rivelava un dentista massone, spiegando che il blitz degli inquirenti poteva essere imminente: “I giudici lo sai perché non lo fanno? Perché sono tutti massoni”.

      Bella, eh?

      Io sarei per restaurare il ventennio e far fuori tutti i massoni dalla società.

      Se tu fai parte della comitiva, mi dispiacerebbe un pò, ma potessi far sparire i massoni lo farei in blocco e senza rimpianti.

      Sono/siete un danno netto da decenni.

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      • “Ci avrei giurato che apparivi per difendere la massoneria…”.

        Esattamente alla lettera: la Massoneria (maiuscolo per cortesia quando si parla di cose sacre), o meglio, la Libera Muratorìa, non i massoni (minuscolo quando si parla di individui non degni), non punto i massoni! E’ così difficile da capire? Sembrerebbe proprio di sì. Che tali faccende non le capisca Granfigliodi o Jonny iDI0ta e affini, non c’è di che meravigliarsi, ma tu quoque, Sparviero, fili mi…

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  2. Se si perquisissero i cassetti delle scrivanie “istituzionali” si troverebbe una quantità di grembiulini, di squadre e di compassi, capace di coprire l’intero fabbisogno delle scuole primarie della nazione di Gioggia.

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  3. IO NON POSSO,NON VOGLIO DIMENTICARE!
    Domani 19 gennaio ricorre il giorno della nascita di Giuseppe Di Matteo, la cui unica colpa, essere il figlio di un pentito, Santino Di Matteo, gli è costata la vita.
    “Poi l’abbiamo legato come un animale e l’abbiamo lasciato nel cassone. Lui piangeva, siamo tornati indietro perché ci è uscita fuori quel poco di umanità che ancora avevamo», ha ricordato. Il bambino era terrorizzato. «Io ho detto al bambino di mettersi in un angolo, cioè vicino al letto, quasi ai piedi del letto, con le braccia alzate e con la faccia al muro. Allora il bambino, per come io ho detto, si è messo faccia al muro. Io ci sono andato da dietro e ci ho messo la corda al collo. Tirandolo con uno sbalzo forte, me lo sono tirato indietro e l’ho appoggiato a terra. Enzo Brusca si è messo sopra le braccia inchiodandolo in questa maniera (incrocia le braccia) e Monticciolo si è messo sulle gambe del bambino per evitare che si muoveva. Nel momento della aggressione che io ho buttato il bambino e Monticciolo si stava già avviando per tenere le gambe, gli dice ‘mi dispiace’ rivolto al bambino ‘tuo papà ha fatto il cornuto’ (…) il bambino non ha capito niente, perché non se l’aspettava, non si aspettava niente e poi il bambino ormai non era… come voglio dire, non aveva la reazione di un bambino, sembrava molle… anche se non ci mancava mangiare, non ci mancava niente, ma sicuramente la mancanza di libertà, il bambino diciamo era molto molle, era tenero, sembrava fatto di burro… cioè questo, il bambino penso non ha capito niente. Sto morendo, penso non l’abbia neanche capito. Il bambino ha fatto solo uno sbalzo di reazione, uno solo e lento, ha fatto solo questo e non si è mosso più, solo gli occhi, cioè girava gli occhi. (…) io ho spogliato il bambino e il bambino era urinato e si era fatto anche addosso dalla paura di quello ce abbia potuto capire o è un fatto naturale perché è gonfiato il bambino. Dopo averlo spogliato, ci abbiamo tolto, aveva un orologio da polso e tutto, abbiamo versato l’acido nel fusto e abbiamo preso il bambino. Io ho preso il bambino. Io l’ho preso per i piedi e Monticciolo e Brusca l’hanno preso per un braccio l’uno così l’abbiamo messo nell’acido e ce ne siamo andati sopra. (…) io ci sono andato giù, sono andato a vedere lì e del bambino c’era solo un pezzo di gamba e una parte della schiena, perché io ho cercato di mescolare e ho visto che c’era solo un pezzo di gamba… e una parte… però era un attimo perché sono andato… uscito perché lì dentro la puzza dell’acido era… cioè si soffocava lì dentro. Poi siamo andati tutti a dormire”: questo il racconto della morte di Giuseppe da parte di Gaspare Spatuzza, altro collaboratore di giustizia.
    Matteo Messina Denaro aveva ordinato questa uccisione perché Santino, il papà di Giuseppe, aveva iniziato a collaborare con la giustizia e a raccontare particolari sulla strage di Capaci.
    Leoluca Bagarella, Giovanni Brusca, Giuseppe Graviano e Matteo Messina Denaro furono i mandanti del rapimento.
    Non dimentichiamolo, per favore.

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    • Neanche una pistola con un silenziatore erano capaci di usare?

      Ma che roba sono questi, neanderthalesi? Peggio anzi, Sapiens mafiosi.

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    • Almeno i rapitori del nipote di Paul Getty ebbero la delicatezza di inviare il lobo di un orecchio al nonno per indurlo a pagare il riscatto. Potevano fare lo stesso i rapitori di Giuseppe Di Matteo per convincere il padre a desistere dalla collaborazione con la magistratura. Al massimo lo stesso lobo potevano bagnarlo nell’acido prima di inviarlo, allo scopo di sottolineare la loro intenzione di bagnare tutto il resto. Si fa così quando si vuole ottenere qualcosa. Con lo scioglimento nell’acido di tutto il corpo del bambino hanno dimostrato, diciamo assoluta mancanza di capacità contrattuale. Ma cosa pretendere da delle bestie così immonde?? Niente di meno, purtroppo!
      Speriamo che il medico non sbagli farmaco nel somministragli la chemio. Non sia mai che dentro la siringa ci vada a finire, senza volerlo, chessò… qualche goccia di acido solforico. Poco però, giusto per non ucciderlo! Come a la maniera degli apache chiricahua, che usavano un debole fuocherello acceso sotto la testa per una intera giornata o forse due.

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      • Aiuto, però… anche questa è crudeltà.
        Anche se la vittima è un carnefice, lo si diventa a sua volta, comportandosi come lui…
        La violenza a freddo mi ripugna. Sempre.
        E uno dei “peccati” più gravi di certi criminali è indurre gli altri a diventare, in parte e per un malinteso senso di giustizia, come lui…il male è contagioso.

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      • Sì in effetti ho esagerato. Sostituisco allora le gocce di acido solforico con UNA SOLA GOCCIA DI CANDEGGINA. Su dài, così non è poi tanto crudele, no?

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  4. Nel Regno delle bestie bisogna distinguere da bestia a bestia, sul mostro di Firenze mi sono fatta un’idea, pur non avendo letto niente se non qualche articolo si tempi del procuratore Vigna e le indagini su Pacciani e i compagni di merende del Mugello e la mia idea che a volte mi assale e mi sembra di vederlo è che sia un maestro dell’horror capace di intercettare il gusto del sadico in altre bestiole a cui si aggiunge come lupo fra cani. Idea balzana ovviamente. Ma al povero mostro in cerca di selvaggina si aggiunge un esercito di uomini mezze bestie , che sparano pallottoni da orsi anche su cuccioli di cinghiale tanto per sparare di cui ovviamente non ne resta che un’idea per la volpe. E tali simil uomini sono normali e comunissimi abitanti. Poi i grembiulini e i colletti bianchi troppi, tanti dal sud della penisola, hanno divorato come locuste tutto ciò che era commestibile. La mafia ha un corpo e risponde ad una mente che non è certo quella dei locali indigeni, da qui un divario spropositato tra ciò che era e ciò che appare adesso. Del povero Pietro Guerri non c’è più traccia, dei luoghi immacolati trasformati in appartamenti lussuosi per questi che lavorando da grembiulini hanno attivato la catena di montaggio solo per loro, si sa che la miseria fa brutti scherzi, tanto che il povero Boschi senior, invece di passare i suoi giorni in galera è protetto come un piccolo padrino locale, lui come tutto ciò che odora di meridione come il bar al liceo, libertà, libertà ma solo per loro, si comprende il mio odio. Certo che non mi sognerei nemmeno lontanamente di andare a Napoli, appropriarmi di un museo , venderne le opere e trasformalo in discoteca per i miei soli compaesani, VERO?

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