
(ALESSANDRO DI BATTISTA – ilmillimetro.it) – “La probabilità di una vittoria militare ucraina che cacci via tutti i russi dal Paese, inclusa la Crimea, è molto bassa. L’inverno potrebbe essere una buona finestra per negoziare la pace”. Chi, negli ultimi mesi, ha osato pronunciare parole simili è stato ingiuriato e trattato da collaborazionista del Cremlino. Eppure queste parole le ha pronunciate alcuni giorni fa Mark Milley, capo di Stato maggiore dell’esercito USA. Nel maggio scorso Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato, espresse concetti diversi: “L’Ucraina deve vincere questa guerra perché difende il suo territorio. I membri della Nato non accetteranno mai l’annessione illegale della Crimea. Ci siamo inoltre sempre opposti al controllo russo su parti del Donbass nell’Ucraina orientale”. Ieri la Nato invocava la sconfitta militare russa, oggi il Pentagono apre, seppur timidamente, ad una soluzione politica. “Negoziare la pace” per l’appunto. Cosa è accaduto in questi mesi? La guerra è andata avanti. Kiev ha ricevuto quantitativi massicci di armamenti dagli Stati Uniti, dalla Gran Bretagna e dalla maggior parte dei paesi Nato. Il Cremlino ha lanciato una mobilitazione parziale che è in procinto di concludersi. Sono arrivati, e continuano ad arrivare, migliaia di soldati russi al fronte. Kiev ha riconquistato territori perduti grazie ad una contro-offensiva che le è costata molte perdite. I russi si sono ritirati da diversi territori a sud di Charkiv e dalla città di Cherson. C’è chi ha esultato per questo sostenendo che la sconfitta russa fosse imminente e chi ha ricordato che ritiri e ripiegamenti fanno parte delle strategie militari e, purtroppo, caratterizzano le guerre di lunga durata. Basti guardare d’altro canto la storia militare russa per rendersene conto. Napoleone entrò a Mosca ed occupò il Cremlino. Vinse a Smolensk e a Borodino (seppure perdendo migliaia di uomini) ma non ottenne mai quella vittoria campale che cercava per poter trattare con lo Zar. Poi, durante il ritorno in Francia, l’esercito russo e l’inverno decimarono la Grande Armata napoleonica. I ripiegamenti caratterizzarono anche la strategia militare dell’Armata rossa durante la Grande Guerra Patriottica. E anche in quel caso la Wehrmacht – che, come la Grande Armée un secolo prima – era la più micidiale macchina da guerra dell’epoca, venne travolta dalla tenacia sovietica e dall’inverno.

Nessuno conosce la strategia russa. Sappiamo quel che è diventata l’Ucraina dopo nove mesi di guerra. Ieri circolava nelle chat Telegram un’immagine satellitare notturna dell’Europa dell’est. L’Ucraina era completamente al buio. Sembrava un prolungamento del Mar Nero tanto era oscura. L’ONU teme un inverno catastrofico per milioni di ucraini mentre l’UE ritiene plausibile un aumento significativo dei flussi migratori provenienti da Kiev verso Polonia e Romania. Colpire le infrastrutture energetiche di un paese costringendo milioni di civili a vivere al freddo, senza luce ed acqua, oltretutto in inverno, è un atto criminale. Ma questa è la guerra purtroppo. Non ricordo alcuna guerra che non sia stata caratterizzata da atti criminali. “La guerra non si può umanizzare, ma solo abolire” disse Einstein. Nell’attesa che l’utopia divenga realtà sarebbe opportuno tentare di farla finire al più presto ma, dai leader europei concrete parole di pace non ne sono mai arrivate. Al contrario sono gli americani oggi ad apparire più pragmatici. Forse perché hanno sostenuto il maggiore sforzo militare per sostenere Kiev oppure perché hanno ottenuto tutti i loro obiettivi strategici in questi mesi. Non è più una guerra Russia-Ucraina. Forse non lo è mai stata. Oggi si tratta di una guerra Russia-Nato in Ucraina. La Nato mette armi, logistica, intelligence, strategia, comunicazione e coordinamento sul campo. Kiev mette gli uomini. Kiev versa il sangue. Il tutto per proseguire una guerra che nulla ha a che fare con la tanto sbandierata lotta per la libertà. Se l’occidente fosse davvero interessato alla libertà non resterebbe in silenzio di fronte all’apartheid in Palestina, o banalmente, non trasmetterebbe i mondiali in Qatar. L’ipocrisia è il male di oggi. In particolare in Europa. Gli americani, paradossalmente, sono meno ipocriti. Fanno i loro interessi e spesso neppure lo nascondono. Che le sanzioni alla Russia non avrebbero mai costretto Mosca alla resa, né avrebbero causato proteste tali da spingere Putin alle dimissioni e neppure fatto crollare l’economia del Paese più grande al mondo il quale, tra l’altro, è autosufficiente dal punto di vista energetico, alimentare, idrico e produce molti più fertilizzanti di quelli che utilizza, era piuttosto chiaro. Quando le sanzioni hanno provocato cambi di governi o rapidi negoziati? Probabilmente il momento di massimo sostegno popolare al regime fascista vi fu all’indomani dell’applicazione di durissime sanzioni all’Italia da parte della Società delle Nazioni in seguito all’attacco all’Etiopia. Anche acerrimi avversari del Duce si indignarono per tale atto avanzato da chi l’impero lo aveva e ne godeva sfruttando milioni di disperati. In tempi più recenti le sanzioni hanno buttato giù il governo cubano? Hanno indebolito Maduro? Hanno provocato il crollo del governo degli ayatollah in Iran? In Iran le sanzioni hanno rafforzato gli estremisti alla Rouhani indebolendo l’ala moderata che sperava in un avvicinamento politico ed economico (dunque culturale) con l’Occidente. Cuba resiste nonostante decenni di infame bloqueo e, ad oggi, in Venezuela l’industria petrolifera continua ad essere nazionalizzata. Ed è la nazionalizzazione degli idrocarburi la ragione delle sanzioni a Caracas, non certo i diritti umani violati.

L’obiettivo delle sanzioni americane imposte a Russia ed Europa non è mai stato porre fine alla guerra in Ucraina ma separare, potenzialmente per i prossimi trent’anni, l’economia russa da quella europea. Washington ha sempre temuto l’avvicinamento tra Mosca ed il Vecchio Continente. L’unione tra una grande potenza industriale come l’UE ed una grande potenza energetica come la Russia andava assolutamente evitata. Ci sono riusciti. Oggi la Russia guarda altrove, guarda alla Cina, all’India, al Pakistan, all’Indonesia, al Vietnam. L’Europa guarda agli Stati Uniti. Gli USA sono diventati i primi fornitori di gas liquido all’Europa. Si tratta di gas costoso, più complicato da trasportare del gas russo che da decenni viaggia su gasdotti molti dei quali progettati e terminati in epoca sovietica, addirittura più pericoloso dato che le tecniche estrattive sono molto dannose per l’ambiente. Lo scorso ottobre Macron – lo stesso Macron che nel novembre del 2019 sosteneva che la Nato fosse in uno stato di morte celebrale – si è lamentato per il prezzo di vendita del gas liquido che gli americani applicano da mesi all’UE. Un prezzo quadruplo rispetto a quello imposto al mercato interno. Le stesse rimostranze le avevano avanzate Bruno Le Maire e Robert Habeck, ministri dell’economia di Francia e Germania. Le sanzioni hanno indebolito la Russia ovviamente, tuttavia il paese più colpito è stata la Germania. Un “avversario” economico degli USA da diversi decenni. Non a caso Angela Merkel – la stessa che pochi giorni fa ha ricordato quanto abbia provato a convincere gli altri leader europei a dialogare con Putin dopo il sostanziale fallimento degli accordi di Minsk senza, tuttavia, (complice la sua prossima uscita dal potere) sortire effetti desiderati – venne intercettata dai servizi segreti USA nel 2012. D’altro canto allora non solo la Merkel si avvicinava a Pechino ma aveva appena inaugurato il Nord Stream 1 e stava pianificando la costruzione del Nord Stream 2, quel gasdotto che, una volta entrato in funzione, avrebbe probabilmente reso impossibile, in quanto tremendamente sconveniente, la vendita di gas USA in Europa. Per non parlare del fatto che quel gas, passando per il Baltico, non sarebbe più passato attraverso Ucraina e Polonia, due paesi particolarmente inclini a soddisfare gli interessi geopolitici USA. La guerra in Ucraina ha inoltre spinto la maggior parte dei paesi europei ad una nuova corsa al riarmo. D’altro canto le armi inviate vanno sostituite. L’aumento delle spese militari è sempre stato uno degli obiettivi della Nato. Ricordo le ramanzine che Trump dedicava ai leader europei, italiani in primis, ogni qual volta metteva piede nel Vecchio Continente, perché, a detta sua, i paesi europei non stavano rispettando l’impegno ad aumentare le spese militari fino al 2% del PIL. Impegno preso più volte con Washington. Evidentemente il comparto militare industriale USA pressava e Trump faceva da portavoce.

Le connessioni tra fondi di investimenti ed industria bellica d’altronde sono sempre più solide. Basti guardare le più importanti industrie belliche del pianeta (tra l’altro le prime cinque sono nordamericane e la sesta britannica). Ebbene i principali azionisti di Lockheed Martin Corporation, Boeing Company o General Dynamics Corporation sono sempre fondi di investimenti o banche d’affari. Su tutti Blackrock, Vanguard Group, State Street Corporation o Wellington Management Group. È la finanza bellezza! Altro che difesa delle libertà. Negli ultimi mesi è aumentato in modo significativo il numero di militari USA di stanza in Europa. E non fanno i turisti. Le forze armate USA in Germania ed Italia sono, di fatto, forze di occupazione. Se ciò non fosse vero il Governo italiano avrebbe diritto a chiedere al Pentagono di ritirare i suoi soldati. Ma questo non è possibile. Italia e Germania hanno perso la guerra e sono paesi, di fatto, a sovranità limitata. Tale sovranità, in questo momento storico, è ancor più limitata. In un momento in cui, complici i fallimenti USA in Afghanistan ed in Siria (fallito l’obiettivo di buttare già Assad) avevano minato la credibilità americana, paradossalmente, obbedendo ciecamente ai diktat della Nato, l’Unione europea non solo si è indebolita ma ha rilanciato la supremazia USA, supremazia sempre meno preponderante in mezzo mondo ma senz’altro più visibile in Europa. Un suicidio totale! Il rafforzamento del dollaro e l’indebolimento dell’euro sono una delle conseguenze. Chissà, ora che gli Stati Uniti hanno raggiunto gran parte degli obiettivi strategici che si sono prefissati negli ultimi anni e con il funzionamento dei gasdotti nel Baltico (gasdotti che gli USA iniziato a contrastare ben prima che la Russia invadesse l’Ucraina) compromesso, forse, la pace è più vicina. Forse la Crimea può restare russa. Forse Mosca potrà annettere il Donbass. D’altro canto geopolitica ed etica non hanno nulla in comune.
Categorie:Alessandro Di Battista, Cronaca, Editoriali, Interno, Politica
Ha ragione Di Battista, gli obbiettivi Usa a breve termine sono stati raggiunti. Però i loro progetti sono spesso a lungo termine e prevedono strategie misteriose, complesse, secolari tese a un loro dominio militare-economico planetario. Il controllo e la sfruttamento delle risorse della Russia è uno dei loro ebbiettivi la cui realizzazione passa dalla guerra da loro scatenata in Ucraina. Possono anche trattare una pace con Putin oggi, ma in realtà sarà solo una tregua .
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Articolo lunghetto ma, come sempre, Dibba va dritto alla meta. Ma la domanda nasce spontanea: per quale cavolo di motivo l’Europa è così masochista? C’è forse dietro una minaccia recondita degli Usa se non si fa come dicono loro?
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Ovviamente ci sono dei benefici legati alla nostra “allenza” con gli Stati Uniti, soprattutto dal punto di vista tecnologico e circolazione di beni e servizi. I costi pero’ sono sempre piu’ alti e rendono evidente il fatto che l’Europa starebbe meglio in proprio. Sfortunatamente, le divisioni storiche tra gli stati europei e la pochezza della nostra classe politica non aiutano. Gli Stati Uniti e le lobby al seguito, poi, sono maestri nell’alimentare divisioni e nel supportare i politici allineati. La conversione lampo della Meloni insegna..
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Benefici tecnologici? Io direi sottomissione, specialmente a livello informatico. Usiamo Windows, MacOS, iOS, Android, tutti sistemi made in USA, e poi WhatsApp, Facebook, Instagram, ecc., ancora tutto americano. Non vi viene il sospetto che qualcosa qui non funzioni a dovere? Siamo così imbecilli da non riuscire a fare qualcosa di nostro? Oppure è il nostro sistema che non funziona?
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La risposta più semplice è una e una soltanto. Chi governa i Paesi europei, chi conta, chi decide è un Saverio Fallopponi dei tempi moderni.
Che l’opinione pubblica, in maggioranza, non sia piegata agli interessi americani è un fatto certo, che il Potere rappresentativo di quell’opinione pubblica ( truffata dal mito democratico del voto che dà libero mandato a personaggi sensibili al denaro) lo sia è altrettanto certo.
Gli USA, da sempre, corrompono e finanziano chi si presta ai suoi giochi di potere, ai suoi interessi.
E sulla questione ucraina hanno investito tanto, silenziando coi dollari chi avrebbe potuto opporsi a questa logica suicida. Prima o poi emergerà una voce che dirà a questi venduti “soldi americani” per l’onorevole tal dei tali, alias Fallopponi, uno dei tanti personaggi del mitico film “Gli Onorevoli”, il comunista Aroldo Tieri, sgamato dai 2 ingenui testimonial propagandistici di tutti i partiti ( a pagamento) mentre lo cercano nella piazza dove deve fare un comizio. Li cacceranno a pernacchie e coppetielli come i militanti comunisti facevano nel film con Fallopponi? Non ne sono certo. Oggi si accetta tutto passivamente. Anche il suicidio collettivo gestito da politicanti al soldo americano.
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Non l’Europa, non i cittadini europei.
Basta controllare qualche centinaio di singoli politici europei. E qualche centinaio di capi dei principali media. E tutto il resto del gregge ignaro segue..
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Esatto, appena va al governo un leader non allineato, i cani da guardia intervengono e lo riportano al suo posto. In Italia è un meccanismo che funziona alla perfezione, mentre in Germania ci stanno lavorando!
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Come titolava quel film “Finché c’è guerra c’è speranza!”. Speranza di aumentare il Pil americano con la produzione ininterrotta ed esponenziale di armi (un dato strutturale dell’economia yankee), e di ottenere una sudditanza oltre misura dell’Ue agli interessi Usa. Ma vediamo come si sta sviluppando quest’ultimo punto. E’ di recente l’erogazione di Biden di 400 mld a sostegno di imprese e famiglie imperniata sulla transizione green che prevede crediti d’imposta di 7.500 dollari per l’acquisto di auto elettriche nuove e di 4.000 per quelle usate, tutte rigorosamente made in Usa (chiamasi protezionismo). Si aggiunga a ciò anche la vendità di gas liquido all’Ue a prezzo 5 volte quello praticato in Europa, che assicura tendenze recessive europee e prevalenza della competitività di beni americani nel mercato mondiale. Ma non è finita: c’è anche una riduzione sostanziosa di oneri fiscali per le aziende che delocalizzino negli Usa con l’intento di impoverire ulteriormente il vecchio continente. Quindi la guerra DEVE continuare perché l’avidità americana non può interrompersi. Ma qual è la reazione europea?? Vale il motto dei ns carabinieri: “usi a obbedir tacendo e tacendo morir”. Cosa fa la grande potenza economica tedesca che verrebbe trascinata in questo progressivo sfacelo economico?? Semplice la risposta: si rifà sugli altri membri dell’Unione traendo profitto dalla loro sudditanza alla logica dell’euro, patto di stabilità compreso (che non vuole modificare nonostante le promesse). Praticamente gli altri paesi vanno in maggior crisi per sostenere le convenienze della Germania.
Ecco perché la guerra durerà a lungo: per sostenere l’economia americana. Mentre la Germania, come Dracula, succhierà il sangue al resto dell’l’Ue.
Ripeto l’incipit: “Finché c’è guerra c’è speranza”… a Stelle&Strisce però!
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Più che un articolo di approfondimento giornalistico sembra uno dei tuoi vigorosi discorsi in parlamento che hanno fatto storia.
Troppa carne al fuoco,sarebbe meglio scegliere un solo “argomento” e poi approfondirlo come più volte hai saputo fare in passato,caro Dibba.
Mi trovo d’accordo praticamente quasi su tutto anche perché mettere insieme economia,storia,finanza,geopolitica non sbagli mai…dovresti scegliere e darci la tua opinione sulle cause predominanti
Trovo ormai noiosa e al limite dell’ipocrisia la storia della perdita di sovranità delle nazioni europee.
Il problema è che all’opinione pubblica è stata messa la testa sotto la sabbia come gli struzzi.Manca la consapevolezza di sapere quello che siamo sempre stati.
Einaudi estratto dal discorso a Bruxelles dopo pre ingressoNATO.Novembre 1948.
“L’Italia è pronta ad imporsi quelle autolimitazioni di sovranità che la rendono sicura e degna collaboratrice di un’Europa unita in libertà e democrazia”
Auto limitazioni di sovranità ancora maggiori quando vi è un conflitto tra grandi potenze…viene da aggiungere.
Caro Dibba si deduce da Einaudi che in particolari situazioni la NATO ha valenza superiore alla nostra costituzione e non solo alla nostra in ambito europeo.
La NATO non è un club di golf.
Ora basta con questa nenia della perdita di sovranità,che non abbiamo perduto oggi ma PURTROPPO 70anni fa…e sottolineo purtroppo. E’ la consapevolezza che è sempre stato così…la cosa importante su cui riflettere e da cui partire per provare a cambiare le cose….
non l’Europa fantasma(ma quando mai è esistita e quando mai esisterà??).
La pensiamo allo stesso modo sui “tre pezzi di carne”dello spezzatino Ucraina da te ribaditi alla fine dell’articolo.
Perso il commercio gas(1) la Crimea(2) rimarrà Russa,sul Controllo economico industriale del Dombass(3) si decide la pace.
Ps: “Il rafforzamento del dollaro e l’indebolimento dell’euro sono una delle conseguenze.”
Lascia perdere Dibba…è una delle “ultime”conseguenze volute…non si fa tutto questo per rafforzare il dollaro…ci sono decine di altri metodi meno cruenti.
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Anche perché l’euro è in netta risalita sul dollaro
“ Il ritorno della debolezza del future del dollaro americano (indice DXY) a causa del calo dei rendimenti obbligazionari USA sta aiutando l’euro dollaro a risalire la china fin dalle prime ore di giovedì.”
https://www.fxempire.it/forecasts/article/ritorno-sul-livello-10500-per-leuro-dollaro-in-attesa-del-discorso-della-lagarde-224959
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Una frase che dice tutto.
FUCK THE EU” pronunciata da quel soggetto che risponde al nome di victoria nuland e che da molti viene definita di facili costumi
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Scusate per l’ ignoranza, ma credo che le multinazionali che governano il mondo, sopra la Nato , che sta sopra al governo UE, fantasma che governa i fantasmini nazionali, senza alcuna sovranità da 70 anni, e sopra a Bidet , faranno finire la guerra, quando non sarà per loro più conveniente…..perché le guerre durano finché c’è speranza di profitto capitalistico globale. ….se la logica di profitto si incrina, fra cani non si mordono e la pace sarà semplicemente l’ accordo economico/finanziario a garanzia degli interessi! Se l’ interesse è spolpare l’ Europa lo faranno e si fermeranno solo quando ciò non dovesse tradursi in danno per loro, non per gli europei. ….anche perché hanno ben presente che l’ Europa esiste solo nella fuffa politichese , che ogni 5 anni chiama a raccolta milioni di europei per pagare lo stipendio a chi si limita a prendere ordini, via Usa. ….dove un vecchio demente come Biden prende a sua volta ordini e li trasmette…..in fondo alla catena di Sant Antonio ci sono i popoli…..grati che in Costituzione sia scritto la sovranità appartiene al popolo, cioè il logo della carta igienica usata dalle multinazionali ….
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ora che hanno consumato tutti gli armamenti obsoleti dei quali si poneva il problema dello smaltimento, che hanno trovato in Ucraina,
si comincia a parlare di pace
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Oltre agli armamenti obsoleti smaltiti bisogna aggiungere anche gli ucraini smaltiti e danneggiati che ammontano a diverse centinaia di migliaia
Ma Ai neocon non interessa molto della vita degli altri.
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Bla bla bla. Ecco servito il solito minestrone antiamericano riscaldato, dove si concentrano tutte le teorie , interpretazioni, mezze informazioni, mistificazioni e profezie alla Orsini, che dovrebbero dimostrare quanto siano diabolici questi USA con le loro secolari strategie volte a indebolire l’Europa…. mentre è in atto il massacro dell’Ucraina per mano dei russi, delle cui strategie e relativi “benefici” per l’Europa e per il mondo si tace, ovviamente. Continuate pure così, a cantarvela e suonarvela tra voi, se tanto vi gratifica. Vieni avanti Putin , morituri te salutant! e pure contenti…
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Tu hai capito meno niente di questa guerra, Magda.
Impegnati, amplia gi orizzonti, leggi di più e tira fuori qualche libro di Storia. Non rassegnarti a guardare solo quel che dice la tv.
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Per una volta rifletta nella vita, invece che ODIARE a senso unico…non e’ mai troppo tardi.
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Incredibile la presunzione di chi crede di aver capito tutto e si bea della propaganda tipo questo video di indottrinato attivista marxista, anticapitalista, antiamericano… ecc. che crede si tratti di nuova guerra tra “marxisti ” e “nazisti” , “Nato contro Russia” ecc. e in uno stato mentale confusionale con in testa una caterva di ricordi soggettivi, frammentari, inesatti e pasticciati. E poi si vuol dire a me di non odiare a senso unico … nascondendosi dietro lo pseudonimo di Caino! Poveri noi tutti, in che mani siamo!!
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Ha ha ha , lo immaginavo, e’ come dare “perle ai porci”…
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ahahah.
La Barbieri colpisce ancora.
Il colpo della STREGA.
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Eccone un altro che non odia, ma mi vuole tanto bene! Ma lei la statuina della strega la tiene sul comodino per dedicarle le sue preghierine della sera? Sono commossa….
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‘dopo i 40 anni, ognuno è responsabile della faccia che ha’
Dico bene, megera?
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