Lo stallo della politica nei dissesti di Palermo

(Dott. Paolo Caruso) – Dopo quasi un mese dal fatidico giorno delle consultazioni amministrative, a Palermo ancora per beghe di potere all’interno dei partiti della coalizione di centrodestra non si riesce a  presentare la giunta di governo della città. Il sindaco La Galla appoggiato da una serie di partiti, di partitini, di correnti interne non riesce ad esprimere ad oggi la lista degli assessori, nell’attesa poi di nominare nella spartizione partitocratica i vertici delle municipalizzate, che tanto fanno  gola al sottobosco della politica. Così la quinta città del Paese resta ferma al palo di partenza con un Sindaco battitore libero senza un governo che possa amministrare (al meglio ci si augura) la città. Una atmosfera resa ancor più pesante dagli interessi esclusivi della partitocrazia e dalla cappa ingombrante della mafia. Allora ecco riaffiorare in questa torrida estate palermitana il teorema del rapporto politico affaristico mafioso. L’aria che si respira tra la gente è quella di grande delusione, di una città frustrata dai tanti problemi che la affliggono, e che a ben ragione occupa nell’apposita graduatoria tra le città italiane le ultime posizioni per vivibilità. Nonostante tutto, ancora oggi, tra personalismi, sterili polemiche e schermaglie da prima repubblica, si assiste indecorosamente alla mancanza di un vero e concreto programma per Palermo. Un vero programma di rinascita per questa città distrutta da anni di incuria, una città in ginocchio violentata da tempo da una politica fallimentare. Una competizione negativa tra i partiti della coalizione di maggioranza che degenera in subdole lotte di potere e che di sicuro non fa ben sperare. La città oggi appare come una cartolina dal fascino eterno ma dai  colori fortemente sbiaditi, uno scrigno di tesori ricoperto da una fitto strato di polvere che ne offusca totalmente lo splendore. Così a Palermo i cittadini possono ancora aspettare e di quello che fu questa città meravigliosa restano solo le brutture di un recente passato. La vergogna del camposanto dei Rotoli è la storia che brucia più di tutte nel cuore dei palermitani, una ordinaria e cronica inefficienza, la punta di un iceberg che nasconde nelle profondità dell’abisso politico i mali di una città al collasso. Lo scenario che si presenta agli occhi di tutti è quello di una città che affonda sempre più nell’incuria abbandonata al proprio destino, un gioiello urbanistico cristallizzato in una rigida gabbia di cemento, privo di aree verdi all’interno del quadrilatero cittadino, una città ferita dalla precarietà dei servizi e dalla mancanza di infrastrutture, da una viabilità caotica e dalla insufficienza costante dei mezzi pubblici, con vie costellate da innumerevoli buche e marciapiedi ridotti a trappole pedonali ai cui margini le erbacce crescono con grande rigogliosità. Uno spettacolo indecoroso che sicuramente affonda le sue radici nelle sabbie mobili del passato ma che oggi riemerge nella sua gravità per l’assenza  di una nuova amministrazione comunale.  Una città martoriata da anni di incuria, e che ancora oggi è costretta a vivere nella più assoluta precarietà. Ad un mese dal voto, la frammentarietà dei partiti è sempre più palese e la mancanza di una amministrazione comunale da l’idea esatta di quanto la politica sia assente e lontana anni luce dai reali problemi dei cittadini. E’ opportuno che la politica si chieda una buona volta quanto sia responsabile dello stallo attuale e quanto realmente incida nel dissesto di questa città, indirizzando tutti gli sforzi per una concreta e seria ripresa.  A guadagnarci così sarà la buona politica e soprattutto la città.