(Tommaso Merlo) – La democrazia è in grave crisi e la colpa è della cattiva politica. Non dei cittadini. La bassa partecipazione è frutto dell’esasperazione. I cittadini non si sentono rappresentati e sono stanchi di tapparsi il naso e votare il meno peggio che poi tanto non cambia mai niente. Ma meno cittadini partecipano, meglio è per loro. Più la democrazia è falsata, più gli interessi elitari prevalgono su quelli collettivi. Per questo non cambia mai nulla ed imperversa il pensiero unico. Il problema è che di questo passo si va a sbattere. Le élite politiche ed economiche neoliberiste ci stanno portando all’autodistruzione. Delle nostre vite, della società, del pianeta. Un sistema miope, ingiusto e non sostenibile che richiederebbe un cambiamento radicale che la politica non è in grado di compiere. Basta vedere l’ingiustizia sociale che ha ornai raggiunto livelli impressionati eppure piovono giusto mancette dai palazzi per prevenire sommosse. Basta vedere le devastanti conseguenze del sistema consumista sul pianeta che sono ormai palesi ma tutti ignorano in nome del sacro profitto e della crescita infinita. Basta vedere la follia della guerra con immense risorse pubbliche sprecate per produrre armi sempre più devastanti mentre gran parte dei poveri cristi vive in miseria. Basta vedere le laceranti conseguenze della deriva ego-liberista sul benessere reale delle persone. Una situazione sempre più drammatica e urgente che richiederebbe scelte drastiche e di fondo che la politica non riesce a fare. E questo perché il cambiamento vero non conviene alle élite. E in questa democrazia falsata, gli interessi delle élite s’impongono sempre su quelli collettivi grazie alla complicità della politica. In democrazia il cambiamento vero viene solo dal basso. Sono i cittadini la forza propulsiva. Senza di loro una democrazia diviene una oligarchia economica e tecnocratica al servizio del pensiero unico. Proprio quello che sta succedendo. Con partiti il cui unico scopo è la conquista e la spartizione delle poltrone. Con partiti che sui contenuti si differenziano solo sui dettagli e solo quando gli conviene. Tipo sotto elezioni, per stimolare gli istinti peggiori e raccattar voti. Prima del voto sembra che siano in gioco i destini del mondo, poi una volta impoltroniti non cambia mai nulla. Più che partiti società di marketing, più che politici egoarchi in carriera che pensano solo alla propria parabola mentre la democrazia perisce e il mondo si autodistrugge. Già, la colpa è della cattiva politica, non dei cittadini. Con tutte le prese in giro elettorali, l’astensione è ancora contenuta. E coloro che ancora votano, sovente lo fanno per stanca abitudine o in base a manipolazioni propagandistiche invece che a verità. E lo fanno con sentimenti di odio perché aizzati contro qualche efferato nemico che in realtà è l’altra faccia della stessa medaglia. Politica che invece di servire i cittadini li usa per i suoi miseri scopi con la complicità dell’informazione al guinzaglio delle élite. Il problema è che di questo passo si va a sbattere. Bisogna trovare il modo di reagire alla deriva autodistruttiva neoliberista. E l’unico modo per riuscirci è tornare ad una vera democrazia in cui i cittadini riconquistino il ruolo di protagonisti che gli spetta. E magari andando pure oltre con nuove forme di partecipazione. L’unico modo per riuscirci è tornare ad una politica genuina, figlia cioè della società e della realtà storica e non di manovrine di palazzo. Una politica al servizio di ideali e progetti e non dei sempiterni egoarchi in carriera. Una politica ai piedi del popolo sovrano. Un compito storico. E che solo i cittadini possono compiere.