
(Massimo Gramellini – corriere.it) – Mentre tra le tribù perdute dei Cinque Stelle era in corso l’ennesimo regolamento di Conte, Grillo è sceso dalla montagna per annunciare che il Supremo gli aveva parlato. Cioè aveva parlato all’Elevato, che però è Grillo medesimo, mentre non è dato conoscere l’identità di questo Supremo: il fantasma di Casaleggio senior o lo stesso Grillo in uno sdoppiamento di personalità che a questo punto non sarebbe nemmeno l’aspetto di maggior rilevanza psichiatrica.
Anziché le tavole della Legge, il novello Mosè brandiva un articolo sull’evoluzione nei processi riproduttivi che sembrava scritto da Medvedev dopo quattro giri di vodka e solo nelle ultime righe virava verso la chiarezza: nessuna eccezione al limite del doppio mandato, ovvero al divieto di ricandidarsi dopo due legislature.
Non lo dico per compiacere l’Elevato e per suo tramite il Supremo, ma dal loro punto di vista hanno ragione. Il limite del doppio mandato è la ragion d’essere dei Cinque Stelle, come l’abolizione della proprietà privata per i comunisti. Si nutre anch’esso di un’utopia: che la politica sia una forma di volontariato sganciata dall’avidità, dal narcisismo e dall’istinto di autoconservazione tipici dell’animo umano.
Tolstoj ammoniva: «L’uomo vuole sempre cambiare il mondo, ma mai sé stesso, per questo il mondo non cambia mai». Temo che l’Elevato non abbia letto Tolstoj. Altrimenti, dopo averci doppiamente mandato un po’ tutti, capirebbe che è arrivato il momento di mandarsi da solo anche lui.
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Per una volta non hai tutti i torti.
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Ma vai a cagare, nel bene e nel male, è l’unico che ha provato a fare qualcosa per la povera gente. E il fatto che a farla sia stato un comico la dice lunga sulla classe politica che abbiamo. Eppoi sta storia dei due mandati è giusta. Guarda giggino poverino, il pensiero di doversi cercare un lavoro lo manda ai matti
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“come la proprietà privata per i comunisti…”. Ridicolo gianduiotto
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A Gra
un gradino sul podio delle becere puttanelle
del giornalismo italiano non te lo toglie nessuno.
bravo
orgoglio di mammà
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Ma che fa Gramellini, cita un scrittore Russo? Putiniano!
Bisogna avvertire la Sarzanini di aggiornare la lista di proscrizione e di avvertire il Cosipar.
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Un giornalista che non coprende lo scritto di Beppe è molto grave eh. Tralasciamo il discorso sull’evoluzione che lo ha confuso, ma il supremo chiaramente è Gianroberto.
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Granellini di merda
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“Si nutre anch’esso di un’utopia: che la politica sia una forma di volontariato sganciata dall’avidità, dal narcisismo e dall’istinto di autoconservazione tipici dell’animo umano.”
L’utopia e’ tale finche’ non si fissa una regola e la si segue: ecco che quell’utopia diventa realta’.
Il problema e’ che poi questa realta’ potrebbe piacere agli italiani e quindi, di riflesso, non piace affatto ai Gramellini di turno perche’ non potrebbero poi dire:
“avete visto che anche quelli del M5S sono uguali agli altri e si son rimangiati pure la PRIMA (e giusta!) “regola fondativa”?”
Ergo, giusto che tale regola da utopica diventi realta’
Chissa’ che gli italiani non l’apprezzino…
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Circa poi l’avercelo “mannato” o meno.. beh…
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