(Massimo Gramellini – corriere.it) – Confesso di avere un debole per i russi che si affacciano alle nostre tv. Mentre i pacifisti a senso unico mi mettono ansia, loro mi rilassano. Non fanno paura. Fanno ridere, che è il miglior antidoto alla paura.

Finora il mio preferito era quel Popov che si ostinava a spiegare a un allibito Formigli come la distruzione di Mariupol fosse stata opera degli abitanti di Mariupol. Ma adesso il mio cuore è tutto per la giornalista Yuliya Vityazeva, le cui esplosive lezioni di democrazia hanno indotto l’insensibile Del Debbio a mandarla a quel paese. L’altra sera, seccata per la vittoria ucraina all’Eurofestival, Vityazeva ha scritto un tweet — ironico? minaccioso? minacciosamente ironico? — in cui reclamava il lancio di un missile su Torino, sede della manifestazione canora.

(Nota per i pacifisti a senso unico: ci avete fatto caso che giornalisti e politici russi inzeppano i loro discorsi di svagate e quasi festose allusioni atomiche, mentre nessun occidentale lo fa?).

Inviterei quella buontempona della collega russa a calmarsi, prima di schiacciare il bottone: era prevedibile che gli europei di buon cuore, ma orecchio così così, avrebbero plebiscitato qualsiasi canzonetta colorata di gialloblù, anche se a cantarla fosse stato un bambino delle medie. E non c’è dubbio che Zelensky faccia miglior figura quando all’Europa chiede aiuti invece che televoti.

Però una reazione a suon di bombe continua a sembrarmi lievemente esagerata. Come l’invasione dell’Ucraina, del resto.