Colle, il totonomi horror: Draghi, B. e la Guardasigilli

(di Andrea Scanzi – ilfattoquotidiano.it) – Chi vorreste al Quirinale? Analizziamo i vari profili.

Bersani. Sarebbe il nome più bello, e proprio non lo eleggeranno mai.

Draghi. Resta il favorito. Se lui vuole, è già presidente della Repubblica in pectore. Ma non si sa se vuole. Qualora fosse interessato all’opzione (ormai Draghi ha un potere tale che può usare la Costituzione come un menu à la carte), il Santissimo Mario diverrebbe il vero e proprio Dominus. E l’Italia slitterebbe ancora di più verso una Repubblica semipresidenziale sotto mentite spoglie. Il voto anticipato si avvicinerebbe, ma neanche tanto. Larga parte dei peones travestiti da parlamentari sanno che non verranno mai rieletti. Quindi si imbulloneranno alla poltrona, perché non si è mai visto un tacchino festeggiare il giorno del Ringraziamento. Un governicchio in grado di reggere l’ultimo anno di legislatura, guidato da un Quisling che obbedisce zelantemente a Draghi, sarebbe facilissimo da tirare su. Si è visto di peggio e vedremo (ancora) di peggio.

Cartabia. Ciclicamente evocata quasi che fosse una divinità, ha qualche chance perché a questo giro potrebbe essere (finalmente) la volta buona di una donna al Quirinale. Bello. Solo che Cartabia, con la Casellati, è il nome femminile peggiore tra quelli che circolano in questi giorni. La sua “riforma della giustizia” è orrenda e meriterebbe proteste in piazza. Altro che Quirinale.

Berlusconi. Non ha mezza possibilità reale. Se ne parla per fare casino e – soprattutto – per tirare la volata a un berlusconiano doc. Quindi a un Silvio sotto mentite spoglie e appena più digeribile. Berlusconi è irricevibile per storia personale (non solo giudiziaria) e purtroppo non è neanche il ritratto della salute. Non può andare al Quirinale. Ma anche solo il fatto che se ne parli mette una tristezza sconfinata. Siamo un Paese senza alcuna speranza politica.

Bonino. Il suo nome viene fatto ogni volta che si vota per il Quirinale. C’è chi la adora e chi la detesta. Per me sarebbe migliore delle varie Cartabia, ma peggiore di tante altre papabili.

Bindi. Ecco: per esempio Rosy Bindi. Avrebbe il profilo perfetto e sarebbe sideralmente più autorevole e indicata di una Finocchiaro (che qualcuno nel Pd vorrebbe masochisticamente rimettere in corsa), ma come Bersani non ha alcuna chance. Purtroppo.

Casini. Ma stiamo scherzando? (No, non stanno scherzando).

Violante. L’emblema dell’“inciucismo” più sfrenato. Da sempre. Quindi, ora più che mai, uno così può giocarsela eccome.

Augias. Lo voterei subito. Come voterei subito Segre (che però non vuole), Piero Angela e profili analoghi. Ma la vita è solo dolore, quindi stiamo parlando del nulla.

Pera. Cioè Marcello. Pare che sia il nome forte di Verdini. Qualche possibilità ce l’ha, ma il suo nome è stato fatto troppo presto e pare anzitempo bruciato. Il profilo a cui pensa il centrodestra è però di questo tipo. O peggio. Molto peggio.

Cunial. Peccato che compirà 50 anni a luglio e non abbia l’età necessaria per essere eletta. Spiace molto. Penserei però già a lei per il settennato del 2029.

Feltri. Meloni e Salvini lo volevano al Quirinale (sul serio!) già sei anni fa. E nel frattempo Feltri si è fatto eleggere a Milano con Fratelli d’Italia. Sarebbe leggendario averlo presidente della Repubblica. Pensate anche solo ai discorsi di fine anno o agli apericena che organizzerebbe. Una figata pazzesca!

Concludendo: comunque vada, andrà malino. Forse male. Verosimilmente malissimo. Daje!