Se “l’intera arte della politica consiste nel condurre con razionalità l’irrazionalità degli uomini” (Reinhold Niebuhr, teologo americano) oggi c’è da chiedersi quanto sia giusto e corretto che il discorso pubblico governativo, supportato dagli esperti di fiducia, e con al seguito il solito carro dell’informazione mainstream si serva anche della paura irrazionale per ottenere i suoi scopi.

(di Antonio Padellaro – Il Fatto Quotidiano) – Due notizie, una lo specchio dell’altra. La prima: “Così ho scoperto Omicron, ma non allarmatevi i sintomi sono molto lievi” (Angelique Coetzee, presidente dei medici sudafricani, su Repubblica). La seconda: “Corsa a immunizzarsi. Super Green Pass e i timori per la nuova variante spingono gli indecisi” (La Stampa).

Se “l’intera arte della politica consiste nel condurre con razionalità l’irrazionalità degli uomini” (Reinhold Niebuhr, teologo americano) oggi c’è da chiedersi quanto sia giusto e corretto che il discorso pubblico governativo, supportato dagli esperti di fiducia, e con al seguito il solito carro dell’informazione mainstream si serva anche della paura irrazionale per ottenere i suoi scopi. Pur se in presenza di finalità condivisibili quando si tratta di immunizzare quella parte della popolazione restia a vaccinarsi, spesso per motivi del tutto folli. Saremmo cioè di fronte alla paura come antidoto alla paura perché soltanto venerdì scorso la variante sudafricana e le sue 30 mutazioni, tentacoli spaventosi di un mostro spietato, era lì a farci sentire nuovamente indifesi, oltre ad affossare psicologicamente i mercati. Oggi che ci sentiamo un po’ rassicurati si resta abbastanza perplessi quando un autorevole virologo come il professor Andrea Crisanti viene bacchettato in tv se esprime prudenza sulla vaccinazione dei bambini, prima che sia testata in misura più ampia rispetto a quella attuale. Perché, altrimenti, “in prima serata, la gente si spaventa e non capisce più niente”. Ma si resta letteralmente di sasso se una personalità sempre così riflessiva e posata come il senatore a vita Mario Monti sostiene che sul tema vaccinazione “bisogna trovare modalità meno democratiche nella somministrazione dell’informazione” e che “deciderà il governo, ispirato e istruito dalle autorità sanitarie”. Anche i più convinti sostenitori della vaccinazione (e chi scrive lo è) si augurano che ai no-vax squinternati non si contrapponga la strategia dei sì-vax terrorizzati. E che il discorso pubblico politico e di governo, in tutte le sue forme, ritrovi al più presto equilibrio e razionalità. Soprattutto perché gridare al lupo al lupo, quando il lupo va tenuto a distanza ma non sta per divorarci, alla lunga abbatte gli anticorpi della fiducia e della ragionevolezza.