(Bartolomeo Prinzivalli) – A Roma i giovani si riuniscono per protestare contro i cambiamenti climatici, ballando a contatto e cantando canzoni a squarciagola perché i potenti del mondo al G20 facciano qualcosa per salvaguardare il pianeta ed il loro futuro. La gente a casa guarda il gruppo compatto e si commuove, orgogliosa di vedere le nuove generazioni battersi per così nobili principi.

In gran parte d’Italia nascono cortei di protesta contro la sorte del ddl Zan, affossato al senato grazie al classico trucchetto delle tre carte che nascondendo i responsabili dietro il voto segreto scagiona tutti i partiti coinvolti. I partecipanti, sfilando abbracciati ed a volto scoperto per metterci la faccia, dimostrano quanto il paese sia pronto ad affrontare temi come l’identità di genere e la tutela delle libertà individuali. La gente da casa osserva la marea colorata e simpatizza per chi vi ha preso parte in difesa dei propri diritti costituzionali.

A Trieste continua la protesta contro il green pass. Un assembramento di cocciuti senza mascherina ritiene ingiusta una norma che ne limiti l’accesso al lavoro, quindi si accalca pericolosamente favorendo la trasmissione del virus nella vana speranza che il governo ceda alle loro condizioni. La gente da casa inorridisce alla vista di tale assembramento, certa che provocherà l’intasamento di ospedali e terapie intensive, ed alla fine ci ucciderà tutti. Forse sarebbe disposta ad accettarlo se al limite l’argomento di protesta fosse più importante, tipo il caro carburante, le pensioni, il cambiamento climatico o il ddl Zan.

Ed ora linea alla regia…