(Marco Giannini) – E niente, esistono diverse interpretazioni delle vicende di Governo, la principale è quella politica, ovviamente soggettiva ed edulcorata dalle opinioni/tifoserie personali, ma quella più interessante ed occulta è di tipo antropologico. Come ben sapete io non stravedo né per Renzi, né per Conte ma, data la straordinarietà e l’eccezionale evidenza del fenomeno in atto tra il leader di Italia Viva (“viva” si fa per dire, di questo passo…) e il “Premier dal mantello grigio” (grigio come certi Gorilla dominanti ma anche grigio come gli “uomini grigi” in “Momo” di Michael Ende), ho deciso di scrivere in merito dopo un lungo silenzio.

Mai come in questo periodo, infatti, è esplicito di come la politica non sia altro che una forma avanzata delle medesime dinamiche (di potere cioè di potere sessuale) presenti nei gruppi di primati.Vedete, quando gli scimpanzè maschi si affrontano in modo cruento, di fronte alle femmine, quello sconfitto finisce perfino per farsi montare da quello poderoso che ha prevalso, in atto di sottomissione. Quest’ultimo comportamento ha anche la funzione di smorzamento finale delle tensioni con risparmio di energie fisiche, nervose e sessuali/di gruppo. Addirittura lo scimpanzè sconfitto può assumere altri comportamenti meno virili o emettere strilli femminei di fronte al branco (come per reagire, ma inutilmente).

A me dispiace assistere a tutto ciò perché sono convinto che Matteo Renzi percepisca tutto questo, umiliato, “montato” in questa maniera, e ripetutamente. Puntualmente si mette in ginocchio dopo un fastidioso (per gli italiani) “starnazzare”, un agitarsi scomposto e sofferente. In altri casi i primati alfa, quando da questo genere di scontri non escono in modo chiaro, né come vincitori, né come vinti, non venendo riconosciuti dal branco come leader (riconoscono l’altro maschio) scelgono di andarsene in cerca di altri branchi, di altre femmine (vanno per la loro strada, dinamica identica ai gorilla peraltro). Mantengono, in altre parole, il loro “status beta”: purtroppo è manifesto che il fiorentino si muova da “natura beta” ed i propri vocii (le minacce politiche) sembrano ormai più quelli di una scimmietta urlatrice che moniti vigorosi tipici di un Gorilla di montagna dal mantello grigio.Chissà cosa ne pensa Maria Elena Boschi di questo spettacolo indecoroso e chissà cosa ne pensano gli italiani; la prima a Renzi (ed a Conte!) non lo confesserà mai, i secondi non vedono l’ora di farlo, alle urne.