(Andrea Scanzi) – E’ un periodo molto difficile, ma per fortuna la politica sta dando il meglio di sé. Il senso di responsabilità denotato da Fim (Forza Italia Morta), il non-partito di Matteo Renzi, è per esempio straordinario. Al di là delle lievissime fibrillazioni politiche generate da quel che resta del renzismo, e cioè niente, preme qui sottolineare la performance di tal Gianfranco Librandi. Il quale, parlando in radio all’interno di un elevatissimo simposio gestito da un deejay curiosamente refrattario allo shampoo, ha detto: “I meridionali resistono di più al coronavirus perché sono africani bianchi. E’ una questione genetica”. Le sue parole sono parse così equilibrate e condivisibili, nonché poggianti su saldissime motivazioni scientifiche, che perfino Il Giornale si è sdegnato: “Librandi fa il razzista”. Eppure lui, di fronte alle polemiche trasversali, ha detto che è stato frainteso (questa è nuova…) e che in realtà voleva fare un complimento ai meridionali (pensa se li voleva offendere!).

In questa carrellata continua di geni e galantuomini, è forse sfuggita ai più la prestazione oltremodo plastica dell’ignoto Domenico Mollicone. Chi è? Non si sa. La sua pagina Wikipedia piange come un sondaggio (qualsiasi sondaggio) riguardante Maria Elena Boschi, cui peraltro va – a margine – la nostra solidarietà dopo il suicidio mediatico che Ella ha voluto elargire a se stessa giorni fa a Otto e mezzo: un harakiri così straziante, tragicomico e definitivo che persino Gaia Tortora, per un attimo, ha avuto la tentazione di non difenderla (poi però l’ha difesa, perché un renziano è come un diamante: per sempre!).Ma torniamo al nostro Mollicone. Wikipedia ci informa che la sua pagina sia un “abbozzo”, somigliando forse in questo alla sua carriera politica. Trattasi di parlamentare meloniano, per l’esattezza deputato di Fratelli d’Italia. Nato a Roma nel ’70, che a guardarlo dovrebbe voler dire “1870” (ma Wikipedia scrive “1970”). Dati generali: “Diploma di scuola media superiore”. Uhm. E poi? Solo questo: “Organizzatore culturale”. Apperò! Di cosa, ahinoi, non è però dato sapere. Cosa organizza culturalmente il Mollicone? Raduni a Predappio? Marce su Roma? Rave party con techno music a cura di Fausto Leali? Chi lo sa. Si sa però che il Mollicone, mentre Giuseppe Conte parlava la scorsa settimana alla Camera, gli è passato dietro e ha mostrato con fare maschio il pollice verso, tipo imperatore romano. Evidentemente pensava d’essere Nerone, o molto più semplicemente una comparsa mesta del Bagaglino. La cafonata, che rafforza peraltro la sensazione che Giorgia Meloni abbia un sesto senso mefistofelico per la felicissima selezione dei suoi candidati, è stata condannata più o meno universalmente. Il “meno” è Franco Bechis, il Sallusti che non ce l’ha fatta, che dal sito clandestino dell’ancor più clandestino quotidiano Il Tempo ha plaudito la “beffa” (?) orchestrata dal Mollicone a danno del “dittatore sanitario” Conte.

Non poco ammirati di fronte a una simile escalation di coattume e truzzeria politiche, consigliamo ai meloniani, ma a questo punto pure a renziani e salviniani, di alzare ulteriormente la posta. Perché limitarsi? Liberate i vostri istinti peggiori sino in fondo! Per esempio, mentre Conte parla alla Nazione, potreste fare così.

1. Luciano Nobili gli passa dietro e grida: “Suka!”.

2. Ignazio La Russa invade la Polonia, possibilmente sulle note di Povia.

3. Senaldi si fa saltare in aria, metaforicamente, s’intende, urlando “O Feltri o morte!”. Sarebbe bellissimo. Grazie per tutta questa bellezza, ragazzi!

(Oggi sul Fatto)