(LUCA BOTTURA – repubblica.it) – Qualcuno deve aver convinto Vincenzo De Luca che imitare Crozza ne perpetui la leggenda. Da mestierante della satira, col timore affettuoso del caso, mi limito a significargli che no, proprio no. Cioè: il linguaggio da film di Ninì Grassia è simpatico assai, per carità, però va governato con cura. “Dicevano che Milano non si ferma, poi si sono fermati a contare i morti” è un motteggio che, lungi dall’infilzare i Sala e i Gori (peraltro chiesero scusa un nano-secondo dopo), si accanisce contro chi ci ha lasciato le penne. Inoltre, alimenta una narrazione “Sud contro Nord” che manco Salvini ai bei tempi. Quando Matteo Renzi sparò quell’enormità sui defunti di Brescia e Bergamo che volevano riaprire le fabbriche, fu giustamente crocifisso con chiodi arrugginiti. Ma qui siamo oltre. Avendo  imbarcato anche reduci da Fratelli d’Italia, Forza Italia, Programma Italia, Radio Italia solo musica italiana, più i nazisti dell’Illinois, l’associazione venditori del Folletto e il gruppo sbandieratori di Benevento, De Luca stravincerà le prossime elezioni. Ma anche se dovesse continuare col cabaret, suggerisco un turnover di autori. Tra l’altro Milano è piena di campani: prima o poi, uno che gli risponde assoreta lo trova.