(Tommaso Merlo) – Lo dicono i sondaggi, lo dice la sua faccia. Salvini è in crisi. Il leader della Lega ha affrontato la pandemia nel peggiore dei modi e ne sta pagando le conseguenze. Salvini non è certo stato l’unico a metterci un’eternità a capire la gravità dell’emergenza, il problema è che lui ambisce a fare il premier. Pretendere lungimiranza era forse troppo, ma ci si sarebbe aspettati almeno un minimo di prudenza. Ed invece Salvini non ha minimamente cambiato marcia scoppiata la pandemia ed è finito così per sbandare vistosamente tra l’aprire e il chiudere e una social propaganda sempre più stonata. Un errore politico madornale. Salvini non ha capito la gravità della situazione e quindi non ha capito come questa volta gli appelli all’unità non fossero le solite moine istituzionali, ma un’esigenza reale e sentita anche dai cittadini, suoi elettori compresi. Ci sono momenti storici in cui la becera faziosità va messa da parte per il bene di tutti e una pandemia che fa migliaia di morti e manda in quarantena un’intera società, è uno di quei momenti. Salvini non si è tolto la maschera leghista nemmeno col picco. Per questo la sua proposta di un governo di unità nazionale sa di trappola e pure piazzata male. Se davvero vuoi un’ammucchiata governativa, allora la smetti di far cagnara e di dividere il paese e ti metti a disposizione. Ed invece Salvini non ha cambiato marcia e questo perché un’altra marcia non ce l’ha. Salvini è quella roba lì. Come ha dimostrato anche da Ministro dell’Interno. Propaganda permanente. Salvini era già reduce dalla legnata estiva e da mesi di gaffe e cilecca mediatici. Il troppo rosicare per il colpo di mano fallito, gli ha fatto perdere lucidità e tempismo. Se non bastasse, con Conte l’ha messa sul personale. Altro errore madornale. Conte non è della sua stessa pasta politicante. È uno che conosce le leggi, che studia le carte, che lavora sodo. Conte si sta guadagnando la stima del paese abbassando la testa sulla scrivania e non cinguettando idiozie dalla mattina alla sera. E le emergenze premiano sempre i leader chiamati a guidarle. Un nemico troppo ostico per lui. Una fase sfavorevole. Contro Conte, l’imprevedibilità, l’inaffidabilità e l’inconcludenza di Salvini appaiono in tutta la loro drammaticità. È nei momenti di crisi che emergono i veri leader. In questa pandemia la leadership di Salvini invece di emergere si è mostrata in tutta la sua inconsistenza. Come se non fosse all’altezza degli eventi e nemmeno delle sue ambizioni di potere. Il futuro politico di Salvini dipenderà da come l’Italia e tutta l’Europa usciranno dalla pandemia. Se falliranno e se la crisi economica e sociale dilagherà, allora il sovranismo avrà buon gioco a lucrare sul malcontento dei cittadini e tornare minaccioso. Se invece ne usciremo bene, allora per Salvini e tutto il sovranismo potrebbe essere la fine.
Cronaca, Editoriali, Politica, Tommaso Merlo
Propio per il motivo che se ne usciremo bene per loro è la fine che cercano di ostacolare in tutti i modi leciti e non le azioni del governo
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