(infodata.ilsole24ore.com) – Quando si parla di terre rare l’aggettivo inganna ma solo fino a un certo punto: non sono poi così rare. Sono 17 elementi — dal lantanio al lutezio più scandio e ittrio — ampiamente presenti nella crosta terrestre. Il problema non è trovarli, ma estrarli e soprattutto raffinarli. È qui che l’infografica di Visual Capitalist (fonte: USGS, Mineral Commodity Summaries 2024) diventa una mappa geopolitica più che geologica.
L’infografica distribuisce oltre 130 milioni di tonnellate di riserve globali di terre rare come se fossero quote di un portafoglio planetario. La Cina domina con circa 44 milioni di tonnellate, pari a un terzo del totale. Seguono Vietnam e Brasile con oltre 20 milioni ciascuno, poi Russia e India. La vera assente è l’Europa, che non figura tra i grandi detentori e si affida quasi interamente a importazioni esterne. La fotografia delle riserve però è solo una parte della storia: la quasi totalità della raffinazione continua a essere concentrata in Cina, che controlla tra l’85 e il 90% della capacità globale. È qui che la geologia diventa geopolitica.
Le terre rare sono 17 elementi, dal lantanio al lutenzio più scandio e ittrio. Sono presenti nella crosta terrestre più o meno quanto rame o zinco, ma è molto difficile isolarle. Una buona metafora è quella del lievito nella panificazione: bastano piccole quantità per far crescere interi settori industriali. Il neodimio e il praseodimio alimentano magneti permanenti per motori elettrici e turbine eoliche. Una sola turbina offshore può utilizzare fino a 600 chilogrammi di magneti. Terbio e disprosio ne aumentano la resistenza termica, mentre europio e itterbio finiscono nei display e nei sensori ottici. In ogni smartphone convivono pochi grammi di terre rare, ma senza quei grammi non esisterebbero fotocamere, vibrazione, schermi ad alta luminosità. La loro economia è simile a quella dei semiconduttori: volumi minimi, valore strategico massimo.
La geopolitica della raffinazione
Il vero potere non sta nella miniera ma nella raffineria. Paesi come Vietnam, Brasile e Russia possono vantare riserve paragonabili a quelle cinesi, ma non dispongono di una filiera industriale capace di trasformare il minerale in ossidi e metalli ad alta purezza. La Cina questa filiera l’ha costruita con il metodo della pazienza industriale: investimenti costanti dagli anni Novanta, standard ambientali più permissivi, economie di scala che hanno schiacciato la concorrenza. Nel 2010 un contenzioso tra Cina e Giappone trasformò questa posizione dominante in una leva geopolitica. Le esportazioni vennero ridotte, i prezzi del disprosio e del neodimio salirono anche di dieci volte nel giro di poche settimane. È stato il primo shock delle terre rare della storia industriale moderna e ha rivelato a molte economie avanzate la fragilità della propria catena di approvvigionamento.
Il tentativo globale di diversificazione
Dopo lo shock, Stati Uniti ed Europa hanno iniziato a investire in una controfiliera. Mountain Pass, in California, è tornata operativa sotto MP Materials. L’Unione Europea ha introdotto il Critical Raw Materials Act, fissando l’obiettivo di estrarre entro il 2030 almeno il 10% del fabbisogno interno di materie prime critiche. Australia e Canada stanno spingendo su partnership pubblico–private per costruire impianti di separazione. Ma la distanza tecnologica rimane ampia. Raffinare terre rare significa gestire processi complessi, costosi e ad alto impatto ambientale. È una competenza che non si improvvisa. Avere la miniera è come avere una libreria piena di volumi antichi; saperli restaurare è un’altra cosa. Oggi la Cina possiede entrambe le capacità.
Riciclo, l’opzione che ancora non incide
Si parla molto di riciclo come soluzione strutturale, soprattutto con la crescita dell’economia elettrica. I magneti delle auto elettriche, per esempio, potrebbero teoricamente essere recuperati e reimmessi nella filiera. Ma oggi il riciclo copre meno dell’1% del fabbisogno globale. Mancano standard, impianti e soprattutto una massa critica di prodotti a fine vita. Potrebbe diventare una componente importante tra dieci o vent’anni, quando le generazioni attuali di auto e dispositivi entreranno nella fase di smaltimento.
Una materia prima che determina gli equilibri industriali
Le terre rare non sono rare, ma lo è la capacità di trasformarle. Per questo la mappa di Visual Capitalist non rappresenta solo la distribuzione delle risorse: anticipa gli equilibri della transizione energetica, della difesa, dell’elettronica e dell’intelligenza artificiale. Avere accesso a questi materiali significa poter progettare turbine, batterie e sensori. Non averlo significa dover negoziare ogni passaggio della filiera globale. In un mondo che corre verso l’elettrificazione, la partita delle terre rare è una delle poche in cui la geologia incontra direttamente la potenza economica.

E adesso chi lo va a dire a Donald, a Travaglio e agli altri venditori all’ingrosso di kazzate? Sembra proprio che si siano dimenticati di inserire l’Ucraina nell’infografica.
C’è da dire subito che, per quanto si sappia, l’Ucraina non ha giacimenti sfruttabili di terre rare. In passato sono state fatte esplorazioni, e il risultato conferma sostanzialmente quello mostrato nell’infografica.
L’articolo in sé non è male: descrive abbastanza bene la dipendenza dell’Europa dalle terre rare e, di conseguenza, dal principale fornitore globale.
Ma anche qui ci sono semplificazioni; ad esempio, l’affermazione
“Le terre rare non sono rare, ma lo è la capacità di trasformarle” non è del tutto corretta.
Non manca la capacità di trasformarle in senso tecnico: l’Europa dispone di capitale umano e know-how tecnologico sufficiente.
Quello che manca è la possibilità di farlo senza devastare l’ambiente, senza compromettere la salute e la sicurezza dei lavoratori, e senza sobbarcarsi costi energetici proibitivi.
Le lobby dell’energia, i costi dell’elettricità e le strutture regolatorie rendono la produzione europea molto più costosa rispetto alla Cina.
Quindi l’atteggiamento dell’UE, che finanzia progetti per lo sfruttamento delle terre rare senza affrontare le rendite di posizione delle lobby dell’energia, appare quantomeno ipocrita.
In breve, non manca la tecnologia o il capitale umano, manca la capacità ed in parte la volontà politica di tradurli in filiera competitiva sui costi.
A questo si aggiunge un’altra variabile cruciale: gli investimenti necessari sono enormi e su di essi pende la spada di Damocle della ricerca di alternative tecnologiche alle terre rare; ogni progetto rischia di essere compromesso se emergessero materiali o processi sostitutivi più economici ed efficienti.
Alla fine la scelta è chiara, almeno sul piano della realtà industriale: da un lato dipendenza dalla Cina con costi (apparenti, almeno a livello di cronaca) bassi, dall’altro autonomia europea con costi più alti.
Il vero nodo non è capire cosa è meglio in astratto, ma avere la volontà e il coraggio di decidere, sapendo che ogni opzione comporta vantaggi e svantaggi.
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Veramente sarebbero i filoucraini a spacciare il Donbass per “serbatoio di terre rare”, che Putin avrebbe adocchiato per puro interesse economico.
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Lord Zeppelin dev’essere autistico, ha il pallino (come quell’altro punk che gioca in borsa) di maramaldeggiare Travaglio ogni volta che scrive qualcosa. Strano modo di perdere il proprio tempo, visto che MT non sa nemmeno chi sia questo stoltenberg che si fa chiamare L-70.
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Il primo a tirare fuori l’argomento delle terre rare in Ucraina è stato Trump, gli altri gli si sono accodati e chi era nella condizione di fare da megafono lo ha fatto.
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Ho sottolineato l’uso che fanno della notizia: attribuire a Putin pure e semplici motivazioni economiche, bypassando quelle geopolitiche. A questo scopo l’Ucraina /scrigno di terre rare è fondamentale… anche se magari è una bufala.
E mi chiedo chi l’abbia lanciata…certo non Trump, a meno che non sia un esperto in materia.
Certo il Donbass è una miniera (non so se di terre rare in quantità così appetibile, visto che non rientra nelle zone maggiormente ricche di tali elementi) tant’è che gli abitanti, considerati dagli ucronazi e dagli appositi governanti (Poroshenko: “I nostri figli andranno a scuola, i loro vivranno nelle cantine”) sotto-uomini utilizzabili per gli scavi, venivano discriminati e sfruttati proprio a questo scopo.
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Ribadisco, a parlare di terre rare in Ucraina è stato Trump dicendo l’ennesima kazzata.
A questa dichiarazione è seguito un florilegio di articoli basati su quanto detto da Trump.
L’ultima kazzata innocua Trump l’ha detta ieri parlando della Crimea circondata dagli oceani.
Non so e nonmi interessa sapere qual è il numero di kazzate che Trump debba dire prima di non essere considerato
Pet quanto mi riguarda quella soglia è già stata abbondantemente superata.
Quanto ai minerali di rilievo, come ho già avuto modo di scrivere in altri commenti, l’Ucraina li ha (litio e titanio) e sono le vere ragioni per cui la Russia ha invaso l’Ucraina.
Ovviamente io DOCUMENTO i fatti.
La geopolitica, QUANDO realmente esiste, viene dopo, molto dopo le ragioni economiche.
Regola che cale sin dai tempi dei faraoni e dei Sumeri poi la narrativa può anche farla prevalere perché è comodo, semplice e molto più facile da manipolare; per la geopolitica non servono dati, bastano soöo le opinioni e un’opinione raccontata bene è sufficiente a nascondere i fatti.
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“Ovviamente io DOCUMENTO i fatti.”
Gruber docet:
LUI DOCUMENTA I FATTI. 🙄🤦🏻♀️
Se COSÌ fosse, Putin non avrebbe atteso ANNI prima di REAGIRE ad “abbaiamenti” e bombardamenti nelle zone russofone e non sarebbe stato così disponibile a trattare la fine dell’OMS (era ancora tale) a due mesi dall’inizio, SENZA la minima pretesa del Donbass, ma solo con l’assicurazione del rispetto della sua AUTONOMIA
(come da accordi di Minsk) e della neutralità Ucraina, fuori dalla Nato.
Sei contraddetto dai FATTI, quindi SEI IMBOTTITO DI PROPAGANDA, ma fai la ramanzina agli altri.
Tra l’altro la Russia C’È nella “torta” delle terre rare, l’Ucraina NO.
Ps La logica non è per tutti.
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Io documento i fatti, allego i link su cui si badano le mie affermazioni, ogni qual volta mi è possibile farlo e se anche non sono allegati si può sempre chiedere da dove abbia preso le notizie.
Mi spiace solo in questo momento di non essere in grado di allegarti i link che provano ciò che dico ma ci saranno altre occasioni per farlo.
Quel che è certo e che tu un link che prova il contrario non sei in grado di allegarlo, a meno che non si tratti di narrativa, ma un DOCUMENTO UFFICIALE (sempre che ti sia chiara la differenza tra narrativa e documto ufficiale) a tuo sostegno non lo troverai mai.
Quindi ad essere imbottita di propaganda sei tu, non io.
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Indovina se è più facile reperire link di PROPAGANDA Mainstream, spacciati per documenti UFFICIALI di cui solo TU sai venire in possesso (ma non ricordo di avertene mai visto pubblicare di non smentibili al primo sguardo, tra grasse risate di compatimento), che scovare link che la smentiscono…Che mainstream sarebbe, altrimenti?
Magari potresti “accontentarti” delle numerose testimonianze che riporta MT nel suo libro… sempre che tu conosca la differenza tra un LIBRO (esclusi quelli di sQuola) e le caxxate di cui ti nutri e vorresti nutrire anche gli altri:
https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2024/11/19/2022-la-pace-sabotata/7772559/
E con ciò ti mollo perché non sopporto la tua prosopopea e il tuo INGIUSTIFICATO senso di superiorità nei confronti di chi, grazie a Dio, NON CONOSCI.
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Ci vuole una bella faccia tosta per dire che io reperisco link mainstream, io reperiso link che raccontano i fatti e nei miei commenti ho messo pure quelli della Tass e di Ria Novosti ho messo anche link in cirillico invitando chi leggeva i miei commenti ad usare il traduttore di google se non conosce il russo.
L’ho gia fatto e sono in grado di rifarlo tutte le volte che serve e stanne pur certa che non manchranno le occasioni.
In ogni caso chiuque ha sempre la possibilta di smentirmi, si spera lo faccia in modo intelligente non in stile sparvy o di mononeurone con dimensioni da nanoparticella.
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Asco’, Raniero, io non vengo qui a fare la splendida, con effetti patetici, come te. Siamo tra amici che conversano, non ad un Congresso… e tu NON HAI alcuna verità rivelata da distribuire a noi poveri dementi. Eleganza e INTELLIGENZA vorrebbero che ci si esprimesse secondo il contesto e non dall’alto della propria (settoriale) prosopopea, tantomeno credendosi superiori SENZA ESSERLO.
Abbassa le piume, ogni tanto, poi ripassa quando avrai la metà del QI del mio “mononeurone”… visto che proprio me la tiri fuori, str0nz0.
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E non mi cicchisi puitta m’agattas… 😡
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AVVISO AI NAVIGANTI:
Ho postato l’odierno editoriale di Travaglio sotto il PRIMO articolo di IS, quello di Freccero.
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