
(Dott. Paolo Caruso) – Morto re Giorgio, un Uomo geniale che ha portato il made in Italy nel mondo. Un figlio di questa Italia “chiacchierata” che ha saputo dare lustro e prestigio al nostro Paese.
Armani re della moda siglata “Italy”. Il mondo glielo riconosce: ha amato il bello e ha consentito a tanti di amarlo. “Verum est pulchrum” diceva Sant’Agostino. Verità è bellezza. Intercambiabili. Armani ha reso grande l’Italia e ne è diventato un ambasciatore in termini di fascino. Il Red Carpet lo ha percorso con riconoscimenti universali. Un artista creativo che nonostante le frequentazioni della High society internazionale era ricco di profonda umanità. E molti per questa sua dote lo ricordano, anche nella piccola isola di Pantelleria dove trascorreva le vacanze e a cui era particolarmente legato. A novantuno anni si ha il diritto del riposo eterno, soprattutto Lui che è stato instancabile. Come italiano, non si può non essere grati a Lui, di avere reso accessibile un programma di eleganza che svela creatività geniale.
Parte della follia moderna.
Gente che da sarta diventa miliardaria.
Lui non è stato il peggio.
Ma è chiaro che si tratta di un mondo iper-inflazionato dove una borsa costa 4.000 euro perché la fa una marca di prestigio (tipo Gucci o L.Vitton).
Ricordo ancora Dolce e Gabbana che vennero assolti dopo avere eluso 1 mld di tasse andando in Lussemburgo.
Non è questione di eleganza o di bellezza.
Capisco quando diventi miliardario perché fai auto e aeroplani.
Ma non perché cuci dei vestiti.
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Vabbè dai. Giorgio Armani è stato un’Eccellenza italiana oggettiva.
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Anche Pietro Mennea, ma non è diventato miliardario.
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Infatti. Anche Pietro Mennea era un’eccellenza. E in un mondo più equo e giusto l’eccellenza Armani avrebbe avuto un po’ meno soldi e l’eccellenza Mennea un po’ di più.
Ma questa è un’altra storia.
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La vicenda di Giorgio Armani va letta in chiaro e in scuro.
Il chiaro: ha saputo dare al mondo una visione del bello, ricevendo riconoscimenti più che meritati per la sua creatività e il suo gusto raffinato.
Lo scuro: Armani è stato anche uno dei pilastri del “Made in Italy”. Ma cos’è davvero il Made in Italy? Spesso è l’esaltazione di prodotti a basso valore aggiunto (moda, cibo, arredamento) su cui si costruisce una narrativa nazionale di prestigio e successo. Una narrativa che ci fa correre veloce, ma a marcia indietro.
Così, mentre celebriamo il genio creativo e l’umanità di Armani, vale la pena riflettere sul contesto più ampio in cui il suo successo si inscrive.
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