È diventata una città pericolosa e inquietante. I poveri relegati in periferia, i ricchi non escono per paura. E il sindaco Sala? Contribuisce, con mezzi giudicati loschi dai magistrati, alla ulteriore cementificazione

(di Massimo Fini – ilfattoquotidiano.it) – L’altra sera, non era nemmeno tardi, sarà stata la mezzanotte, ero seduto con una mia amica in un modesto ma grazioso bar situato lungo la Darsena, che è la parte conclusiva di quel complicato sistema di canali, i Navigli, ideato dal genio di Leonardo, per cui Milano attraverso i laghi circostanti, quello di Como, tanto caro a Bossi e Miglio, d’Iseo e il Garda che è così grande da sembrare un mare (“vide un lago ma era il mar”, il Prode Anselmo) per via d’acqua, comprendendovi il Ticino, è collegata alla Svizzera, alla Francia e, guardando a sud, alla riviera romagnola.
A un certo punto mi sono accorto che poco più in là c’erano quattro uomini ben piazzati che avevano in mano delle bottiglie di vetro che roteavano a mo’ di arma. Berciavano in un similspagnolo ma, fra di loro, parlavano ucraino. Cioè facevano parte di quegli otto milioni di ucraini che sono fuggiti dal loro Paese pur di non combattere. Dei vigliacchi e quindi ancor più pericolosi. La proprietaria del bar, una donna a metà dei suoi trenta, cercava di fronteggiarli come poteva. In un momento di relativa pausa, perché gli aggressori avevano un atteggiamento altalenante, un po’ si avvicinavano e poco dopo si allontanavano per poi tornare sul posto, ho chiesto alla proprietaria del bar se avesse avvertito la polizia. “Ho telefonato un quarto d’ora fa, ma finora non ho avuto risposta”. Non potendo ovviamente affrontare noi gli aggressori ci siamo avviati lungo la darsena alla ricerca di qualche poliziotto. Alla fine abbiamo trovato un piantone davanti a una garitta. L’ho informato della cosa. “Come mai non intervenite?” ho chiesto un po’ stupito. “Perché abbiamo già sei segnalazioni in zona, vedremo di provvedere”. “Vedremo? Ma l’aggressione è in corso ora, dovete intervenire subito”. Ma il culotto pareva non sentirci da quell’orecchio. Abbiamo quindi lasciato i nostri nomi perché la proprietaria del bar se ne potesse servire come testimonianza. Ma è stato un errore, perché fra il controllare la nostra carta di identità, stendere la denuncia, è passato altro tempo prezioso.
Milano è diventata una città pericolosa e inquietante. Un altro snodo cruciale è la Stazione Centrale, non il piazzale che le sta davanti che è controllato abbastanza bene, ma le vie laterali, soprattutto, guardando la stazione, quella a sinistra, via Sammartini. Un tempo questa via era popolata di negozietti, chiamiamoli così, hardcore, ma poiché adesso il porno è raggiungibile per via digitale la via è deserta. E quindi pericolosa. Un turista inglese che vi si è avventurato è stato accoltellato l’altra notte. Eppure la sua curiosità era comprensibile, perché vi sono le case di ringhiera alte non più di quattro o sei piani che caratterizzano, o meglio caratterizzavano, Milano che, a parte il Pirelli, l’opera geniale di Giò Ponti, molto contestato nel dopoguerra perché ritenuto fascista, e dell’ingegnere Pier Luigi Nervi, e la Torre Velasca, non è mai stata una città di grattacieli. Adesso, proprio davanti a casa mia, hanno costruito enormi grattacieli snaturando la città. C’è il Diamante, un grattacielo di 30 piani, che è stato anche premiato e che incombe proprio sulla finestra del mio studio. Questa logica illogica ha contribuito a incrementare il fenomeno in atto da tempo, la scomparsa dei ceti popolari, perché nessuno può permettersi di abitare in questi colossi né tantomeno di comprarvi un appartamento il che vuol dire la scomparsa dei negozietti. Se voglio comprare un martello devo rivolgermi a eBay. Insomma la popolazione povera di Milano è stata sbattuta nell’immenso hinterland in paesi che di paese hanno solo il nome, non c’è una piazza, non c’è neanche una chiesa.
Dicevo dei collegamenti d’acqua, i Navigli appunto. La costruzione del Duomo è stata possibile grazie a dei barconi che dalle cave di sabbia di Castano Primo, non a caso molto vicino al Ticino, portavano il materiale in città. Oggi questi barconi non esistono quasi più. Quando lavoravo in Pirelli per la rivista Va dove torno ho fatto un viaggio con uno di questi barconi superstiti. Ci si metteva sette ore, tanto che il marinaio si portava la schiscetta. Però, proprio grazie alla lentezza, ci si poteva guardare attorno con calma e si vedevano cose meravigliose: vecchi lavatoi, le antiche chiuse e ville settecentesche in completo abbandono.
Milano è pericolosa. Dipende dalle zone, ma anche i ricchi borghesi che abitano in centro non se la cavano meglio. È un gatto che si morde la coda. I ricchi borghesi, che non sono propriamente noti, a differenza dei ceti proletari, per la loro vitalità, non escono di sera perché hanno paura. Ma proprio perché hanno paura il centro si desertifica ulteriormente. Preferiscono stare chiusi in casa a vedersi un film su Netflix, il che ha causato, come ho già scritto, la crisi delle sale cinematografiche che da 169 si sono ridotte a 31. E anche queste sale erano un centro di aggregazione. In antiquo c’erano a Milano poche sale di prima visione, tutte in centro, altre di seconda più o meno nelle vicinanze poi c’erano i cine di terza in periferia. Il che voleva dire spostarsi dalla propria abitazione e conoscere i quartieri in cui non si era mai stati. Non era necessario andare al mitico Orchidea in via Terraggio, cinema d’essai, dato che durante la settimana i cine di terza davano, insieme al poliziesco, all’erotico, alla boiata americana, anche un film di qualità. Al Giambellino “del Cerruti Gino”, prendendo da una famosa canzone di Giorgio Gaber, a cui solo di recente si è avuta la decenza di dare a un teatro il suo nome, il Lirico, ho visto la Dolce vita di Fellini, in piena clandestinità a dire il vero, perché allora il film era vietato ai minori di 14 o 16 anni, non ricordo bene, e io ne avevo sicuramente meno.
In tutto questo sfacelo che cosa fa, o piuttosto non fa, il sindaco Sala che pochi hanno visto in carne e ossa, perché pur dicendosi di “sinistra”, ma va là, non ama mescolarsi alla “gente comune”? E già questa distinzione fra “gente comune” e Vip, entrata tranquillamente nelle nostre gazzette, sa di razzismo sociale.
Cosa fa dunque Sala? Contribuisce con mezzi che i pm di Milano hanno giudicato loschi all’ulteriore cementificazione di una città che ha pochissimi giardini (i “giardini Montanelli”, il Parco Sempione, Trenno). Gli innumerevoli conflitti di interessi che stanno alla base di queste operazioni sono denunciati da anni dal nostro Gianni Barbacetto. Ma Sala se ne frega, resta sulla poltrona di sindaco e intende rimanerci, perché in Italia c’è un ceto di impunibili, che sono i politici, che non pagano mai pegno anche quando ricoprono incarichi delicati e sono inseguiti da condanne, sia pure di primo grado, vedi madama Santanchè. Questo è il vero “popolo eletto”.
Caro Max in piazza 24 maggio dove eri tu, è all’ordine del giorno anche alle 8 di sera.
A mezzanotte prosegui per corso di porta ticinese,supera Eustorgio, e quando arrivi in prossimità piazza vetra, colonne di San Lorenzo, ti accorgerai che la gente va in giro con le lame spianate(non le bottiglie), da almeno 30anni …E sei in pieno centro.Fuori dalla cerchia dei Navigli lasciamo perdere.
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Ormai a Milano ti devi augurare di non trovarti mai al posto giusto al momento giusto. Però è difficile perchè se a Milano ci abiti e ci lavori, prima o poi qualcosa ti capita, come a mio figlio rapinato in metropolitana da un drogato che lo ha spinto contro il muro chiedendogli i soldi. Per fortuna che aveva 50€ in tasca e gli sono bastati. Questa mattina ho letto di quei due ragazzi, aggrediti a colpi di martello e rapinati alle 22.30 nei dintorni di piazza Missori. Una volta c’era un ghisa ad ogni angolo di strada, oggi non ne trovi uno neanche a cercarlo ma in compenso se parcheggi abusivamente la multa arriva quasi di sicuro.
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Massimo Fini vede 4 malintenzionati a distanza ed è in grado, dalla parlata, di dire che sono ucraini e stabilire di conseguenza che trattavasi sicuramente di gente sfuggita alle armi.
Non ci credo neanche se mi mostra l’attestato che ha fatto il corso di lingua ucraina o che mi dice che li ha riconosciuti la sua amica che è ucraina.
Perchè esagerate voi putiniani? Così vi si sgama lontano un miglio. E su, dai…
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Ci credi che la madre di Fini era russa?
Anche se questo non cambia nulla,visto che in ukraina parlano il sanscrito
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P.S.: si riconoscono a distanza di km gli yankees. Si sente l’odore di Ketchup. Ma non fa niente.L’importante è che venga istituito,prima o poi, un nuovo tribunale di Norimberga per condannare gli USA per il crimine commesso in ukraina.
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Se fossi tu il giudice arriveresti a dire che gli ucraini sono stati bombardati dagli yankees e non dai russi.
Comunque credici che verrà istituito. Ma intanto che aspetti non esagerare con la vodka.
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Allora si spiega tutto. Probabilmente Massimo Fini vede fantasmi ucraini ovunque con le svastiche tatuate che circondano casa sua e abbaiano minacciosi sul pianerottolo. E’ esistenziale per lui eliminarli.
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Oh che bello,qualcuno bussa alla porta.
Giustamente, tu usi come fondamenta del tuo ragionamento l’assunto “aggressore-aggredito” di David Parenzo. E tutto fila,senza dubbio.
Io,invece, parto con il ragionamento da questo assunto di Lucio Anneo Seneca.
“cui prodest scelus, is fecit”, cioè “colui al quale il crimine porta vantaggi, egli l’ha compiuto”.
Ora seguendo le regole aristoteliche della logica comune proseguiamo ad esaminare chi ha avuto più vantaggi
UKRAINA? Scarterei subito.
RUSSIA? Centinaia di migliaia di soldati morti, economia che nei prossimi anni faticherà ad essere buoni, una quantità di denaro buttato nelle armi.direi di no.
USA? Lascio a te valutare quali vantaggi hanno avuto.
E capirai che chi commette un crimine va condannato.
Io Sto con Seneca, tu con Parenzo.
Un attimo non è ancora finita:
per me
PUTIN è un assassino,mafioso,corrotto e ladro… e se vuoi aggiungere qualche altro epiteto io te lo sottoscrivo subito ad occhi chiusi.
Confuso? Senso di sbandamento? Vertigini? Tranquillo tutto normale… succede quando il pensiero diventa più complesso.
Parlando seriamente ti leggo spesso e credo che tu sia una persona molto intelligente,per quel che vale la mia opinione.Saluti e scusami per il mio modo di giocherellare da PUNK.
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“Una persona molto intelligente”….che neppure ha capito che state dalla stessa parte. Siete fantastici.
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Stimato Pablero mi sa che ti devi mettere in coda,perchè mi sa che non hai capito neanche tu,con rispetto parlando. Ma l’importante è divertirsi
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Rotti’nqul contro palloni Forlanini.
Sfida avvincente.
Chi vincerà?
Sarà qualcuno che usa la Qultura oppure le FRECCIE CON LE FASCIE attaccate 😀
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Massimo Fini, troppo tristemente vero… Quell’agglomerato di tozzi grattacieli, simbolo di tecnologica modernità e di quanto siamo bravi e originali pure nell’architettura…
E che dire dell’altra perla dell’archistar della cricca, boeri, quello del bosco in città… che mi era parso subito una boiata insopportabile, roba per spocchiosi arricchiti, tipo la ditta f.f. (ferragni-fedez).
Intanto una città come Milano, operosa, seria e, a suo modo, bella, è diventata un ce§§o, un covo di affaristi, mafiosi, mariuoli di basso e alto lignaggio grazie a questo sala, un miserrimo individuo che dovrebbe essere messo alla gogna, al pubblico ludibrio, come si usava una volta.
Sempre più mi sembra di vivere in epoca manzoniana dove è così marcata la differenza fra le varie classi, ed è sempre più disperante vivere sapendo che ci sono farabutti che si sentono al di sopra della legge e possono fare quello che vogliono mentre a noi cosiddetti cittadini comuni (cioè sfigati) contestano qualsiasi cosa.
L’unica cosa che ci accomuna tutti, ricchi e poveri, colti e ignoranti… è il maledetto aggeggio, ormai simbolo di schiavitù e controllo a distanza, proprio esso il telefonino (per i poveri) o smart phone (per i ricchi)!
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