(Tommaso Merlo) – A Gaza è carestia, col cibo a poche centinaia di metri da chi muore di fame. Oltre il filo spinato, dove code interminabili di camion vengono bloccate dall’esercito israeliano mentre a Gaza le madri devono scegliere quale figlio nutrire e quale far morire. Mentre i più fragili ridotti in carne ed ossa si addormentano per sempre. Una carestia certificata dagli esperti dell’ONU ma negata da quel terrorista psicopatico di Netanyahu e da molti pagliacci giornalistici e politici occidentali terrorizzati di giocarsi la carriera. Una carestia alimentata intenzionalmente a fini politici, da un regime criminale che dopo mesi di massacri inutili è costretto ad usare la fame come ignobile arma per piegare una resistenza palestinese fortificata da decenni di persecuzione. Una carestia su una terra fertile che due anni di feroce assedio hanno ridotto in un immenso campo di concentramento annaffiato giusto da sangue innocente. 83 civili su cento, tra cui una infinità di bambini. Dati atroci che filtrano dai carnefici nel bel mezzo di una carestia che è anche di verità perché il criminale regime sionista impedisce ai giornalisti internazionali accesso alla Striscia e stermina sistematicamente quelli locali. Non vuole occhi indiscreti ma impunità. Una carestia di fronte ad un mondo indifferente perché ha di meglio da fare a partire dagli affaracci propri e decidere cosa mangiare per cena. Una carestia di consapevolezza e partecipazione, tutti persi nel proprio piccolo mondo egoistico mentre quello vero si autodistrugge miseramente. Una carestia di fronte ad un mondo impotente perché tradito da chi può fare qualcosa e non muove un dito. Per paura, per incapacità, per ignoranza, per convenienza, per malignità. Una carestia di sensibilità ed umanità ma anche di sana politica con una drammatica assenza di veri leader capaci di alzare la voce ed incidere sulle tragedie della storia. Leader politici animati da valori ed ideali universali e non da vomitevoli calcoli carrieristici e partitocratici, leader disposti anche a sacrificarsi di persona per il bene dell’umanità. Una carestia di alta politica ma anche di vera democratica perché i popoli hanno marciato ovunque contro lo sterminio a Gaza, ma i politici hanno giusto alzato i manganelli e le spallucce e seguito come pecore il conformismo di un sistema infestato di sionismo. Una carestia valoriale aggravata dalla degenerazione capitalista che ha ridotto tutto ad uno squallido mercato in cui è tutto in vendita, anche la politica, anche le parabole personali, anche i valori, anche la coerenza, anche la verità, anche la dignità. Tutto. Una carestia interiore e di civiltà scoppiata con l’essenziale complicità degli Stati Uniti d’America che terminano così decenni di disastrosa egemonia mondiale macchiandosi anche con l’innocente sangue palestinese. E questo grazie ad un presidente ignobile e corrotto fino al midollo dalla lobby sionista come del resto lo è l’intero Congresso. Quello delle incessanti standing ovation a quel terrorista psicopatico di Netanyahu a sterminio in corso, quello degli interminabili fiumi di armi e di dollari, quello delle sanzioni non contro i criminali ma le Corti, quello dell’infame copertura politica e mediatica. Un sodalizio sionista che a Gaza ha rimpiazzato centinaia di centri di assistenza umanitaria gestiti dai professionisti dell’ONU con una banda di avanzi miliari che hanno imbastito una manciata di mangiatoie da cui addirittura fucilano a sangue freddo gli affamati. Una carestia morale devastante con la complicità di un Europa nata per difendere la pace ma che sta morendo per mano di tecnocrati al servizio della lobby della guerra invece che dei loro popoli. Tecnocrati senza cuore e senso che in quasi due anni di genocidio non sono stati nemmeno capaci di rispettare i trattati europei che prevedono di interrompere ogni rapporto con uno stato genocida. Una politica talmente corrotta dal lobbismo da tradire perfino le proprie regole e i propri principi. Una carestia di dignità personale, di categoria e collettiva davvero scandalosa. Una carestia politica, democratica e valoriale davvero impressionante, con un Occidente che ha svenduto l’eredità del dopoguerra ripiombando nel baratro al punto da ritrovarsi addirittura complice di una abominevole carestia.