
(Raffaele Pengue) – Per attitudine e non per sortilegio il sindaco di Guardia, Raffaele Di Lonardo negli ultimi quattro anni si è fatto invisibile. Nelle fiabe ai bambini si racconta che l’invisibilità si ottiene per magia. Un cappello. Una pozione. Un abracadabra. Per Di Lonardo è stato tutto più semplice. L’ha ottenuta varcando la soglia del comune. Dove solo gli eletti sono ammessi. Oggi, se ci fosse un bel cartonato sulla sua poltrona in Municipio, nessuno se ne accorgerebbe, i cittadini guardiesi per primi evidentemente. Vabbè, è la democrazia! La democrazia – nel nostro caso – con qualche sovrappiù di tradizionale esibizionismo guardiese. E la questione della invisibilità di Di Lonardo è di molto complicata anche dal suo carattere mansueto, dalla mancanza di immaginazione, mancanza di coraggio, e dai ricorrenti intrighi sotterranei soliti del potere a Guardia che non deflagrano mai in pubblico, oltre che dalla seccante faccenda del cittadino che avanza pure qualche pretesa.
Non dimentichiamo che Di Lonardo è frutto di un’abiura, un parricidio, un rigetto individuale dalla fazione di provenienza. In ogni caso, sono bastate poche settimane per spingere il sindaco a ripiegare, a farsi concavo e pure convesso, e a ragionare anch’egli in termini di favoritismi, di posizioni da conquistare e occupare… Limitandoci agli ultimi decenni, nessun sindaco si è fatto invisibile come Di Lonardo, neppure il furbetto Carlo Falato, né tantomeno il timidino Nicolino trascinato in pubblico quasi di malavoglia. In quanto a Floriano Panza, ha fatto di tutto per scrollarsela di dosso, l’invisibilità. Per questo si è concesso, persino troppo, a continui illusionismi, con l’aggravante della soddisfazione di un ego smisurato che imponeva durante i due mandati un continuo ricorso agli effetti speciali. È stato il più visibile di tutti, ben oltre l’esibizionismo. Ma nel suo caso l’esibizionismo è commisurato al suo potere. Chi fosse dotato di un pizzico di memoria, infatti, ricorderà la sua vicenda miracolosa. Tutti elogiavano e corteggiavano Floriano Panza. Chi nel nome dell’affarismo nostrano, chi nel nome del progresso o dello sviluppo della comunità, chi nel nome dell’occupazione dei propri figli, chi perfino nel nome della Falanghina. Il coro devozionale era unanime, lasciava solo pochi scalmanati ai bordi estremi della pseudo-politica nostrana e della società civile. Tutti gli altri andavano a nozze con Floriano, in ginocchio da Floriano. Invece Di Lonardo è proprio l’opposto del nostro ultimo cantastorie. Non canta. Non suona. Non si fa vedere. Da quando è stato eletto a chi scrive, ad esempio, ha detto un paio di volte “Buongiorno” e nemmeno una volta “Buonasera”. Ai fortunati interlocutori che colloquiano con lui dice che si è molto di più di quello che (non) appare. Eppure, nonostante le tante prese di coscienza pensose, la Guardia de’ noantri, anche e soprattutto all’esame dei Riti appena passati, si sgonfia. Al fascino della Bellezza di Guardia (aridaje con le maiuscole) ormai ci credono solo gli ospiti americani e gli artisti nostrani e noialtri guardiesi, se non altro per evitare di specchiarci in ciò che è la tremenda realtà di Guardia. Di come in realtà sia una comunità bucata e bacata. Senza servizi, senza niente. Una periferia della periferia. Senza speranza. Dopo quattro anni in Comune la svolta promessa dal primo cittadino per l’amministrazione di Guardia non è mai avvenuta. Partecipa a convegni, inaugura iniziative con photo opportunity sui social, quattro novembre, due giugno, venticinque aprile… varie ed eventuali, che non contribuiscono per nulla a rendere migliore la vita dei guardiesi, ma serve solo come fumo negli occhi; in una comunità dove prendono fuoco le rovine del centro storico ricolme di rifiuti e certe strade sembrano bombardate di fresco e altre a rischio frana. Per non parlare dello stato disastroso delle strade interpoderali e di quelle che sono completamente prive di marciapiedi. E che dire dello stato comatoso della nostra agricoltura, con i prezzi delle uve al palo da decenni (0.50/0,60 Kg, mentre altrove 1,00/1,20, 2.00/3,00): non sarà che a qualcuno va bene così? Questi, sono solo alcuni esempi di una cattiva amministrazione, ma che denotano l’incapacità politica di un sindaco e una giunta a gestire e risolvere i problemi di una comunità desiderosa invece di crescere e riscattarsi sotto l’aspetto culturale ed economico.
Il sindaco Di Lonardo è una brava persona, da quel poco che l’ho conosciuto e da voci di chi lo conosce meglio. Ma quante brave persone conosciamo? È una dote sufficiente per fare il sindaco di una comunità così complessa come Guardia? A quattro anni dal suo mandato, purtroppo, come abbiamo visto, finora non sembra che sia stato all’altezza di ricoprire questo ruolo. Per il momento oltre a qualche passerella la sua sindacatura è completamente insoddisfacente per i guardiesi che lo hanno votato convinti dalle sue promesse elettorali. Ed è un dato di fatto la sua assenza in giro per la comunità, se non per inaugurare inutili panchine colorate che dal lato pratico ai cittadini non portano alcun giovamento.
Essere invisibili è un comportamento anche simbolico. Nelle faccende di potere una dote. Ma si sa, il potere è una cosa come un’altra. Oggi c’è, domani non c’è più, dopodomani chissà, comunque fa lo stesso. Intanto, mangiando popcorn, stiamo ancora aspettando che il sindaco ricompaia.
Questo perchè si individua il potere o il nullafacente in una persona… ma non esiste un consiglio comunale,una giunta?
E i cittadini che fanno?
Le sedute comunali sono pubbliche o in sale private?
Un sindaco può essere certamente colpevole,ma non da solo deve avere un seguito….
Piuttosto bisogna darsi da fare …non con i gne,gne, ma andando in comune con la gente o con delle delegazioni incazzati non per il sindaco ma per la politica della Giunta.
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Ai tempi in cui frequentavo le elementari la terza persona presente del verbo avere (ha), poteva scriversi anche (à).
Ormai è desueta ma un giornalista che scrive La intendendo L’ha è pesantella.
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