
(di Marcello Veneziani) – Ma davvero le ultime elezioni europee, premiando la Meloni e la Schlein, hanno rilanciato il bipolarismo in Italia, la vecchia contrapposizione tra destra e sinistra? È la tesi che ha prevalso nei commenti, al punto che il Corriere della sera, sulla scia di Walter Veltroni, ha visto nell’affermazione delle due donne “Una vittoria che fa bene alla partecipazione” (Barbara Stefanelli).
Verrebbe voglia di concordare, ma è successo proprio il contrario: la loro affermazione coincide con il minimo di partecipazione degli italiani al voto. Dire il contrario magari ci conforta ma non corrisponde al quadro generale; nella migliore delle ipotesi significa soffermarsi sulla parte e non prendere in considerazione il tutto. La realtà dice una cosa diversa: c’è un bipolarismo piccolo, fondato sulla rinnovata polarizzazione tra destra e sinistra, e tra la Meloni e la Schlein, rispetto a cui gli altri soggetti in campo soffrono la marginalizzazione. Ma quel bipolarismo piccolo è dentro un bipolarismo grande, che divide gli italiani tra presenti e assenti, votanti e astenuti, insider e outsider, persistenti e sfuggenti dalla politica. E di quella biforcazione sono da evidenziare due caratteristiche: da un verso ci sono vari gradini intermedi, non c’è una netta divisione tra contenti e scontenti, o anche tra chi si accontenta e chi è incontentabile. E dall’altro verso il partito dei senza partito, senza voto, senza riferimento, è ormai maggioritario in Italia e in Europa. Maggioranza ora assoluta. E dà l’impressione di essere leggermente più compatto, più omogeneo, pur nel suo individualismo di fondo, rispetto a chi va a votare ma si disperde in tanti rivoli e dà vita a quel bipolarismo piccolo di cui si diceva prima (che comunque riguarda “solo” il 53 per cento dei votanti: anche la metà dei votanti non si riconosce in quel bipolarismo).
Non penso che il non voto, come si ripete da tempo, sia il segno di una democrazia matura che non va a votare perché non avverte il pericolo che arrivino da qualche parte i barbari, sa che si può non andare a votare e poi non succede niente di irreparabile. Semmai il contrario: la gente non va a votare proprio perché dopo, come di fatto sta accadendo, non succede poi nulla; tutto resta più o meno come prima. Il non voto resta il segno di un chiamarsi fuori dallo spazio pubblico, è un segno di insofferenza e insieme di sfiducia nella possibilità di modificare qualcosa e di contare qualcosa.
La democrazia si sta svuotando dall’interno, non per assalti esterni né per tentazioni dittatoriali. Il sovrano abdica, ovvero il popolo sovrano tende sempre più a non esercitare il suo potere sia perché non è particolarmente interessato sia perché avverte l’impossibilità di incidere realmente. Ma disertando le urne lascia le chiavi del comando proprio a coloro che non ama e contro cui protesta col non voto. Come definire questa tendenza? Spopulismo, ovvero lo spopolamento della partecipazione politica.
Alla diffusa anemia della politica si aggiunge una speciale antipatia nei confronti degli assetti europei, del parlamento europeo, del profilo scadente e impotente dell’unione europea. Non un voto contro l’Europa ma un atto di sfiducia verso questa Europa, il suo establishment; una percezione di estraneità che diventa poi un atto di ostilità. Anche nel caso europeo prevale la sensazione di non contare, di non poter mutare gli assetti tramite il voto; e le manovre in corso dopo il voto sembrano in effetti confermare che poco o nulla stia cambiando nonostante le indicazioni popolari. I perdenti pretendono di muovere le fila e decidere sul futuro.
Però non c’è soltanto un distacco crescente dall’Europa, dalla politica, dalla democrazia. C’è qualcosa di più profondo che va affrontato. Con un’accelerazione sorprendente unita a una larga inavvertenza di quel che sta succedendo, sta accadendo qualcosa di più ampio e più radicale: la non partecipazione, il non interesse, la defezione investe ormai una serie di ambiti un tempo importanti per la nostra società. La gente diserta ormai ogni chiesa, ogni fede, non solo religiosa, e ogni legame comunitario, non solo famigliare. Ma non solo: la gente dimentica, cancella, rimuove la memoria storica e il senso degli eventi accaduti; scema l’attenzione per le idee, per il pensiero e la cultura in senso generale. E diminuisce l’attenzione verso i media, la lettura dei giornali, calano i talk show.
Siamo nel pieno di una evacuazione di massa da tutti gli ambiti in cui vi era partecipazione, afflato comunitario, interesse condiviso, dialogo, orizzonte pubblico e dimensione civile.
Non è solo la politica a ritirarsi, e non solo solo le asfittiche dialettiche tra cittadini e poteri a determinare questo progressivo appartarsi e isolarsi della gente. C’è qualcosa di più profondo, che sembra collegato a un minore uso ed esercizio delle facoltà critiche, intellettive, passionali, mnemoniche, simboliche. Ed è ancora da sottolineare che non si tratta di un venir meno delle passioni e delle fedi per un maturarsi della ragion critica e del pensiero, perché il declino investe entrambi, la mente e il cuore, la passione e la ragione, gli accessi dovuti alla sfera dell’emozione e insieme a quelli dovuti alla sfera logica e razionale.
È in corso un massiccio ritirarsi da tutto ciò che ci legava alla vita pubblica e alle relazioni sociali, un venir meno da ogni contesto e comunità, un volontario dimettersi da ogni orizzonte di aspettativa come da ogni provenienza comune e da ogni progetto condiviso. Insomma, le ragioni della defezione dalla politica non sono solo politiche, ma esistenziali.
È un restringersi della prospettiva di vita in cui siamo situati, un rendere non solo momentanei ma anche singolari i nostri stati d’animo e le nostre fugaci relazioni “prensili” col mondo.
In tutto questo è davvero patetico – come nota Massimo Cacciari – pensare come fa la sinistra odierna che “per arginare la destra bastino l’antifascismo e bella ciao”. Non capiscono, non solo a sinistra, che la gente sta rivolgendo a loro un “bella ciao” corale per congedarsi da tutta la compagnia cantante.
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Alle prox politiche voterò il partito o movimento che avrà nel programma anche la uscita dalla Nato.
La totale sottomissione ai signori d’oltreoceano ci ha ridotti a squallide comparse di un altrettanto squallido show.
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Hai avuto notizia del referendum consultivo che l’avvocato Fusillo sta proponendo per il tema che hai evidenziato?
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No. Dove se ne parla?
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Mi correggo: non l’uscita dalla Nato, ma dell’EU. Comunque bisogna pur cominciare da qualcosa per smantellare il Moloch
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Dal sito del Ministero per le riforme istituzionali e la semplificazione normativa:
Referendum Consultivo
Il risultato di questo referendum non è vincolante per il legislatore il quale può non tener conto dell’esito della consultazione senza che vi siano conseguenze giuridiche derivanti da tale scelta.
Cialtroneria e vittimismo sono sempre tra le esche preferite, per la pesca al gonzo.
P.S.: se c’è qualcuno a cui vanno tanto strette l’UE o la NATO, ho una notizia per lui: può rinunciarvi in qualunque momento, basta che se ne vada a vivere altrove (possibilmente avendo anche cura di chiedere la cancellazione dalle liste elettorali); così facendo, oltre a non dover aspettare anni per iniziative sterili quanto improbabili, avrà anche la possibilità di toccare con mano come si vive bene, al di fuori di esse.
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Ci voleva don abbonDIO, poveraccio, per spiegare quello che già viene spiegato con maggior precisione nel video. Ma il fine intellettuale che ci accusa di berlusconismo interessato (addirittura! Ah ah ah), dall’alto del suo dimaismo gratuito, ci deve sempre mettere la pezzetta da bravo maestrino de stòca.
Non è robbba per drogati: gira al largo fasullo!
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… Ah, e per la precisione, il mio operare qui è per liberare l’ItaGlia dai buffoncelli con la lingua lunga e la borietta simil alternativa, non per decidere di andarmene: è il tuo cervello che è in fuga non il mio!
Spero ti sia chiaro il concetto.
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E ci voleva Fasullo (grazie per l’assist), per spiegare quello che già sanno tutti?
Scommetto che il prossimo passo sarà quello di chiedere soldi per sostenere l’iniziativa, probabilmente questi video gli servono da sondaggio per valutare il livello di cretineria dell’utenza (che si presume incoraggiante, almeno dai primi riscontri).
Inoltre la mia non era affatto un’accusa, ma una mera constatazione oggettiva: quella di una fiscalità più “giusta” (soprattutto per lui) è stata una della battaglie storiche del noto poveraccio massonico-piduista prematuramente scomparso l’anno scorso, che è vivo e lotta insieme a noi, anzichenò (soprattutto a te: Di Maio almeno non rubava).
A proposito: se fossi stato “dimaiano”, l’avrei votato a suo tempo; in generale, per tua norma e regola, io non sono “di” nessuno, sono mio e basta (sono quelli come te che hanno sempre bisogno di qualcuno che gli dica cosa pensare); è grottesco essere tacciati di questo, alla luce del fatto che qualsiasi “5stelle original ®” è già stato mooolto più “dimaiano” di quanto io potrò mai essere.
Allora se non è robba per me ti lascio alle tue incombenze da garzone dei mejo acchiappagonzi der webbe: ho sentito che anche al Complottissimus hanno bisogno di qualcuno che gli porti l’acqua con le orecchie.
Ah, mi raccomando: quando la “liberazione” sarà imminente, fammelo sapere.
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Ma lascia perdere i fusilli, Gatto.
Personaggi del genere sembrano fatti apposta per farsi prendere a fusilli in faccia dagli ultras a stelle e strisce.
Presentarsi dicendo che ha vinto le elezioni identificandosi con gli astensionisti e proporre l’ennesimo referendum stavolta per l’uscita dalla UE contando sulla massa degli astensionisti è davvero qualcosa di demenziale.
Questa tua bambola per questo Fusillo la spiego solo perché ti unge i baffi sulla tua pandeminchia, altrimenti è inspiegabile.
Ti fai trascinare con poco, Gatto.
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Tu pensa ai tuoi masticabrodo che ai fusilli al dente ci penso io.
Tutto inizia con un sogno, ma che te lo dico a fare: questa è la prova che tu non sei un 5S original.
Tu subentri solo quando i sogni, passando dalla possibilità di concretizzarsi, si trasformano in incubi!
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Tu sei talmente 5stelle original che… Ora non lo sei più.
Tipo un Prosecco DOCG che si scopre essere andato in acqua…
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Invece lo è, eccome: buona parte dei “5stelle original ®” è costituita da gente a cui piace molto strillare senza poi fare mai nulla, sono adulti che ragionano come bambini viziati e capricciosi, ma la sola cosa di cui sono capaci è lamentarsi.
Iniziative come quella della pastasciutta qua sopra, essendo più sterili di un mulo, rappresentano perfettamente questo spirito; nel frattempo gli acchiappagonzi che sanno far leva su questo genere di pulsioni lucrano sulle visualizzazioni, grazie anche alla collaborazione (spesso involontaria) di elementi il cui disagio è tristemente palese.
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E ci voleva Fasullo (grazie per l’assist)…
Mai metafora de cucul0 fu più acconcia per i tipetti della tua risma:
è stato Fusillo che mi ha dato l’assist per definirti fasullo.
Arrivi sempre in ritardo e come il piccione campione del mondo di scacchi, sc4gazzi sulla tastiera, scompigli tutti i pezzi e dici di aver vinto!
Tornatene sul divano, ché per il resto non vale assolutamente la pena replicare.
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sono adulti che ragionano come bambini viziati e capricciosi…
…Uno di questi era GR Casaleggio. Resta il fatto certo che, da che mondo è mondo e non fogna com’è ora, sono stati proprio i vituperati bambini sognatori (che si tirano per la giacchetta solo quando conviene…), tutt’altro che viziati, magari capricciosi e ostinati, che hanno portato degli innovamenti degni di nota e che hanno permesso ad adulti come te, quelli sì viziati, di drogarsi senza troppi disturbi, facendosi le seghin3 intellettuali comodamente sdraiati sul divano di casa propria (per adesso, ancora non occupata).
E sono quei bimbi (cit.) che vengono ricordati dalla storia, non certo gli adulti responsabili che non sanno altro che ammazzare quel poco che resta della loro già esile anima.
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e.c.: …deL cucul0…
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Giusto per parlare seriamente: Le 6 liste che hanno eletto 76 parlamentari europei (FdI/FI/Lega/ PD/ AVS/M5S ) hanno preso 20,74 mil. di voti su 51,21 mil. di elettori totali (Italia+Estero) cioè 40,5 ogni 100 elettori . Le altre 8 liste partecipanti, che non hanno eletto nessuno (sotto il 4%) hanno preso 2,64 mil. di voti ( circa 5 elettori su 100 hanno quindi dato un voto “a perdere” ) Fra queste le due liste di Renzi /Bonino e Calenda hanno “perso” 1,66 mil di voti . Gli altri 27,82 mil di elettori ( cioè 54,3 su 100 elettori ) non hanno votato nessuna lista (astenuti, bianche e nulle).
Rispetto alle elezioni politiche del 2022 il CDX a tre ha perso 1,1 mil. di voti ( dei quali FdI circa 0,65 mil ) e il CSX a tre ha perso più o meno altrettanto ( almeno 2 mil in meno i 5stelle, ma mezzo mil. in più AVS e forse qualche decimale in più cioè stazionario il PD ).
Solo strani personaggi come Veltroni o La Gruber, la Meloni o Mario Sechi possono affermare con un certo coraggio che qualcuno voglia tornare al bipolarismo. Per certi aspetti la realtà indica esattamente il contrario.
In Francia non ne possono più di bipolarismi, maggioritari e semipresidenzialismi. Guarda caso il neo “Fronte Popolare” anti Le Pen ha inserito il sistema proporzionale ed il passaggio alla cosiddetta ” sesta Repubblica ” della Francia nel programma per le elezioni politiche di luglio.
Che mi sembra il punto di partenza di qualunque vera alternativa qui come lì.
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