(Tommaso Merlo) – Quando Netanyahu ed i suoi complici finiranno dietro le sbarre, sarà tempo di ricostruire. In molti auspicano la nascita dello Stato Palestinese, ma non è questa la soluzione migliore. Con due stati, prima o poi l’odio riemergerà dalla cenere e quel nuovo confine sarà il preludio di guerre ancora più cruente. La soluzione migliore è invece la nascita di un unico stato israelo-palestinese sotto l’egida dell’ONU. Uno stato laico. Uno stato democratico secondo i crismi moderni in cui tutti i cittadini non siano altro che esseri umani degni di diritti altrettanto umani. Una soluzione meno utopica di quello che sembra e certamente più intelligente. Un’unica democrazia israelo-palestinese, emarginerebbe le fazioni estremiste da entrambe le parti del muro. Un passo cruciale. Coi fanatici non si ragiona e non si costruisce nulla. Certi partiti e movimenti che hanno insanguinato la Terra Santa negli ultimi decenni vanno resi illegali. Ma c’è di più. Una democrazia israelo-palestinese moderata ed inclusiva, taglierebbe le gambe sia alla lobby globale pro-Israele che vorrebbe la Palestina senza i palestinesi, sia alle frange del mondo islamico che non hanno mai riconosciuto Israele e ne vorrebbero la distruzione. Nella nuova nazione unitaria, i palestinesi sarebbero cittadini alla pari degli altri e nessuno potrebbe pretendere di cacciare gli ebrei. Un ostacolo potrebbero essere i numeri essendo gli arabi maggioranza, ma ci sono formule rodate per garantire equilibri istituzionali ed equa rappresentanza con l’egida dell’ONU che garantirebbe il resto. Una democrazia israelo-palestinese liberale e laica farebbe scuola nella regione, mettendo alla porta tutti coloro che da decenni sfruttano la religione a fini politici e porrebbe un argine all’ondata di fanatismo religioso degli ultimi decenni. Da entrambe le parti del muro. Un paese unitario israelo-palestinese libererebbe energie enormi per la ricostruzione dell’attuale Palestina e potrebbe ritagliarsi una posizione di tutto rispetto a livello internazionale. Ad oggi Israele è sostanzialmente un progetto di annessione violenta finalizzato a sottomettere i palestinesi ad uno stato ebraico. La nascita di una democrazia unitaria permetterebbe di stroncare alla radice e per sempre quel progetto illegale e moralmente riprovevole, ma allo stesso tempo ottimizzando la realtà sul campo. Al momento ad esempio Israele e Palestina hanno incredibilmente già la stessa moneta e in molti ambiti collaborano già, non si tratta quindi di ripartire da zero. Con la fondazione di una nazione comune, verrebbe poi smantellato per sempre il muro della vergogna che simboleggia il regime di apartheid e l’odio viscerale che lo anima. Costretti a cooperare e quindi a conoscersi, israeliani e palestinesi potrebbero finalmente capire quanto l’odio reciproco sia stato in gran parte alimentato a fini politici da movimenti retrogradi e senza scrupoli. Odio frutto di lavaggi del cervello, propaganda e deliri egoistici da entrambi le parti del muro. Potrebbero guardarsi negli occhi e riscoprirsi padri e madri. Donne e uomini. Bambini e anziani. Nient’altro che esseri umani. Tutti ugualmente degni di una vita all’altezza dei loro sogni. Dopo oltre settant’anni di violenza ed ipocrisie, Tel Aviv come Ramallah hanno perso ogni credibilità. Da soli ed aizzati dai rispettivi alleati alle spalle, con la soluzione a due stati ricadrebbero presto in conflitti ancora più duri. Serve un intervento risolutivo della comunità internazionale tutta – paesi arabi compresi – che sotto l’egida dell’ONU costringa israeliani e palestinesi a sedersi attorno ad un tavolo per aprire una fase costituente che porti alla fondazione di una nuova democrazia unitaria con Gerusalemme capitale. Una soluzione molto meno utopica di quello che sembra e certamente più intelligente per tutti. L’ostacolo principale è il passato, è l’odio seminato e la pretesa di trovare giustizia in qualche scartoffia in tribunale. Certo, Netanyahu e tutti i responsabili di crimini di guerra devono finire dietro alle sbarre, ma per girare pagina storica sia israeliani che palestinesi devono guardare avanti e non indietro. È dura, ma non ci sono alternative. Il desiderio di un futuro migliore deve prevalere sugli strascichi del passato. Vanno rimosse tutte le macerie. Dentro e fuori. Fino a riscoprirsi tutti esseri umani degni di diritti altrettanto umani.
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Buongiorno,
T.M. grazie per quanto scrive e non da oggi.
Ma, non Le sembra di confondere la “realtà” possibile, con il “sogno”?
Personalmente sono da anni “contrario” alla soluzione dei due Stati e favorevole a quello di un solo Stato omnicomprensivo perchè non esistono solo Palestinesi e Israeliani, musulmani, cristiani, ebrei, atei and so on.
Ma io sono UNO e non ritengo, a distanza, di poter “perorare” la soluzione migliore.
Se c’è, deve essere scelta dai lì viventi.
E’ inutile ritenere l’ONU attuale in grado di garantire qualcosa che vada oltre la conservazione a peggiorare dell’esistente.
E, riguardo ai paesi “arabi”, a me sembra che proprio loro siano tra quelli interessati a conservare lo stato di cose presenti.
Ci vorrebbe una svolta “epocale”. che contemporaneamente riformi l’ONU, l’affermazione di regimi “democratici” negli stati arabi, faccia nascere in Israele una “coscienza dell’errore”, addormenti il desiderio di vendetta dei Palestinesi.
Quién sabe?
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Pura utopia, quella di Merlo. La coabitazione dei due popoli non durerebbe. Troppo profondo l’odio, e troppo distanti le culture, le religioni e gli interessi materiali delle due popolazioni.
Molto più facile avere i due stati separati da una larga striscia neutrale occupata stabilmente da truppe Onu che garantiscano la non belligeranza. Però in Cisgiordania i coloni dovrebbero prima sloggiare e lasciare i territori occupati illegalmente in barba a una serie di risoluzioni Onu a favore dei palestinesi mai rispettate da Israele.
Altrimenti i 7 mln di israeliani in gran parte provenienti, dalla fine della guerra mondiale, da tutto il mondo dovrebbero far ritorno ai loro paesi di origine. Tra 7 mln di palestinesi CADAVERI e 7 mln di EBREI-ERRANTI, è da preferire la seconda ipotesi. Punto
PS. Alla fine della guerra l’Argentina si era offerta di dare agli ebrei una vasta area per crearvi un loro Stato. Non accettarono, scegliendo di andare a occupare la Palestina già abitata da millenni da arabi. Oggi, la città santa di Gerusalemme potrebbe diventare luogo di pellegrinaggio degli ebrei, come la Mecca per gli arabi.
Tertium non datur!
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Probabilmente non conosce la geografia del luogo.
Non c’è la possibilità fisica di istituire un “cuscinetto” in grado di ospitare truppe “Terze”.
La parte Gaza è profonda la massimo 5 Km, dove si dovrebbe istituire il cuscinetto, fuori o dentro ?
Di quanto “profondo” se al massimo è 5 Km e tale da garantire nessun attacco da parte di Israele che dispone di carri armati con gittata esplosiva di oltre 30 KM?
E nella parte del mare che costeggia TUTTA la striscia dove e come andrebbe realizzato il cuscinetto ?
E la continuità territoriale tra Gaza e Cisgiordania come verrebbe realizzata se “in mezzo ci deve essere un cuscinetto per le truppe terze?
E dove andrebbe messo il cuscinetto in Gerusalemme se si dovesse assicurare la separazione tra Gerusalemme Ovest e Gerusalemme Est ?
Soprattutto la parte Palesinese ha diritto ad essere armata come la parte Israeliana o no?
Le truppe terze devono essere armate o no?
E se sì, i loro armamenti devono essere perlomeno “equivalenti” a quelli di Israele o no?
Anche dotati di armi nucleari?
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tertium non datur! Sentenza un po’ fascistoide 😂
nei primi anni settanta sicuramente sarebbe stato più facile ma purtroppo in palestina la maggioranza era ed è sionista.
Un solo stato può nascere solo se lo vuole l’america, la Russia, la Cina e gli stati arabi.non mi sembra che all’ orizzonte ci siano quattro persone a bracetto da quelle parti.
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Sognando Gerusalemme Celeste? Troppe teste disoneste e guastafeste al momento al comando e non solo in quel lembo di mondo caro Merlo…Sarà per quando governerà chi avrà quella Buona Volontà…per ora la tua Via mi par esser solo bella utopia.
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Un sogno da cui ci si sveglierebbe con l’omicidio dell’eventuale leader israeliano che lo ponesse in pratica, come già avvenuto per molto meno.
“Una terra senza popolo per un popolo senza terra”… ecco lo “slogan” sionista che sottintende la previa o futura non esistenza del popolo palestinese.
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https://it.m.wikipedia.org/wiki/Assassinio_di_Yitzhak_Rabin
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E, dopo Rabin, arrivò proprio il criminale… 😣
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come ssi fa ad ipotizzare uno stato laico popolato da persone che credono ciecamente e alla lettera quanto scritto in un libro di qualche millennio fa pieno di eserciti del popolo eletto che conquistano la terra promessa sterminando i nemici di dio………
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