(di Massimo Gramellini – corriere.it) – Guardateli, si sono messi in posa per noi. Dieci maschi mediamente attempati e rigorosamente incravattati. Sono i nuovi consiglieri di amministrazione dell’Aifa, l’agenzia italiana del farmaco, riuniti intorno al presidente Robert Giovanni Nisticò

In continuità con il precedente consiglio spicca il numero delle donne: zero

Le avranno sicuramente cercate, battendo la penisola palmo a palmo, senza però riuscire neanche stavolta a scovare una ricercatrice, una farmacista, una direttrice sanitaria in grado di meritarsi uno strapuntino nella foto di gruppo. 

La legge impone la presenza di entrambi i generi solo nelle società della pubblica amministrazione e in quelle quotate in borsa. Non appartenendo a nessuna delle due categorie, l’Aifa è libera di ripercorrere uno schema consolidato nei secoli: se togliete il tavolo di design e i teleschermi alle pareti, sembra l’immagine di un consiglio d’amministrazione del 1800.

A chi stesse pensando che è solo una questione di forma, andrebbe ricordato, come ha scritto la nostra Elisa Messina, che il precedente cda a sesso unico bocciò la possibilità di passare gratuitamente la pillola anticoncezionale in farmacia e a tutte le donne. L’unica novità di questa foto non è dunque la foto in sé, ma il fatto che finalmente ci fa effetto vedere una stanza dei bottoni riservata soltanto ai maschi. 

Nulla è cambiato, ma almeno stavolta noi ce ne siamo accorti. 
Loro, chissà. 
Di sicuro non se n’è accorto chi li ha nominati.