C’è un solo gruppo di persone più spregevole dei terroristi: sono quelli che in Occidente ne prendono più o meno apertamente le parti, giustificandone le imprese sanguinarie. Ecco invece a che cosa mira Hamas e qual è il suo fine politico
![Scomode verità dalla Palestina](https://images2.corriereobjects.it/methode_image/2023/10/15/Cultura/Foto%20Cultura%20-%20Trattate/306.0.410287705-kR0-U34401382188991CQI-656x492@Corriere-Web-Sezioni.jpg?v=20231014205114)
(di Ernesto Galli della Loggia – corriere.it) – C’è un solo gruppo di persone più spregevole dei terroristi di ogni risma e colore: sono quelli che qui in Occidente ne prendono più o meno apertamente le parti giustificandone di fatto le imprese sanguinarie. E facendolo sempre più o meno nel solito modo: con il dire che sì, certo, i mezzi adoperati dai terroristi non sono proprio i migliori ma come si fa a non considerare la situazione degli oppressi nel cui nome essi agiscono? La loro rabbia, la loro disperazione? E quali altri mezzi hanno i suddetti oppressi se non per l’appunto quelli sia pure molto discutibili del terrorismo?
Ora, a parte che c’è terrorismo e terrorismo — lo capisce chiunque, infatti, che un conto è piazzare una bomba in una stazione di polizia, un altro ben diverso è stuprare una donna o freddare un bambino — a parte questo, dicevo, ci sono forse un paio di fatti che i fiancheggiatori della causa palestinese senza se e senza ma dovrebbero considerare.
Il primo è di carattere storico: nessuna campagna terroristica per quanto feroce essa fosse è mai riuscita non solo a sconfiggere militarmente uno Stato ma neppure a fargli cambiare radicalmente indirizzo politico.
Non ci riuscì il terrorismo russo con lo zarismo, non ci riuscì quello dell’Eta contro Franco o quello dei «montoneros» argentini contro la giunta di Videla. Anche per la lotta contro i regimi coloniali si può dire lo stesso: in Algeria non fu certo il terrorismo urbano a riportare la vittoria, fu la mobilitazione di massa che il Fronte indipendentista riuscì a organizzare — o per dir meglio assai spesso a imporre con mezzi brutali — contro la presenza francese. Per quel che io ricordi esiste un solo caso di autentico successo del terrorismo: quello irlandese contro Londra, che portò giusto un secolo fa alla nascita dell’Eire. Ma a parte il fatto che i militanti dell’Ira erano soliti prendere quasi sempre di mira esclusivamente la polizia e i militari britannici, va sottolineata un’altra circostanza decisiva: e cioè che fin dalla metà dell’Ottocento la questione dell’indipendenza irlandese agitava l’opinione pubblica inglese finendo per raccogliere non pochi consensi perfino tra le file dell’amministrazione di Londra nella stessa Irlanda. Non mi pare proprio che qualcosa simile possa dirsi a proposito del terrorismo palestinese.
In realtà coloro che qui da noi giustificano in qualche modo le azioni sanguinarie di Hamas trovandovi delle «ragioni» (ma nella storia ogni efferatezza può vantare delle «ragioni»: dai roghi delle streghe agli omicidi di massa ordinati da Stalin) dovrebbero comunque porsi una domanda: a che cosa mira quel terrorismo, qual è il suo obiettivo, il suo fine politico? Questo è il punto cruciale, dal momento che sta precisamente nell’impossibilità di dare a tale domanda una risposta minimamente plausibile e ragionevole che l’impresa di Hamas rivela la sua essenza vera: la barbarica volontà di strage, della strage più feroce possibile e fine a se stessa che la anima.
Nessuna persona sana di mente, infatti, può pensare di sconfiggere militarmente con il terrorismo lo Stato ebraico. Tanto meno di portarlo a fare qualunque concessione, ad esempio dividendo la sua opinione pubblica. È più che naturale anzi che il terrorismo — non parliamo poi di quello che abbiamo visto all’opera il 7 ottobre — produca solo l’effetto opposto. Anche perciò resta una sola conclusione: in realtà l’obiettivo che si propone il terrorismo di Hamas non è altro che quello di eccitare allo spasimo in senso ancor più antagonistico contro Israele tutta la massa arabo-islamica, dall’Asia centrale all’Atlantico, e — dando per scontata la dura reazione della stessa Israele — di vanificare qualunque tentativo di stabilire un minimo di relazioni pacifiche tra lo Stato ebraico e qualunque Stato islamico, nonché naturalmente lo scopo di rendere impossibile qualunque soluzione del contenzioso israelo-palestinese.
Si perpetua così la maledizione che da sempre grava sul movimento palestinese: la sua incapacità, tranne qualche brevissimo ripensamento, di concepire nessun altro strumento di lotta che non sia la violenza. E di conseguenza, dietro la faccia feroce, la sua intima fragilità politica, il suo perpetuo cedimento al ricatto dell’estremismo, quindi la sua oggettiva disponibilità a divenire facile strumento di qualunque Stato che per i propri scopi abbia interesse ad alimentare la tensione nella regione. Neppure un secolo di continui, sanguinosi fallimenti a causa della permanente disparità delle forze in campo sembra aver insegnato nulla ai palestinesi circa l’inutilità di una simile strada. Circa la necessità di avere alla propria testa una vera leadership all’altezza della situazione, non già una congrega di politicanti corrotti com’è la cosiddetta Autorità Palestinese, ovvero una qualche banda di tagliagola prezzolata da Teheran o dal Qatar.
La verità, insomma, è che l’aspirazione dei palestinesi a una patria, le misere condizioni dell’esistenza a Gaza o l’inconsulto ampliamento degli insediamenti ebraici, insomma la «questione palestinese» nei suoi termini reali, non c’entrano assolutamente nulla con il terrorismo di Hamas. Perché con la sua selvaggia sete di sangue questo terrorismo vuole in realtà una cosa sola ed è il perfetto sicario agli ordini di chi si propone anch’esso unicamente un solo obiettivo: la distruzione di Israele, la pura e semplice eliminazione dello Stato ebraico e dei sui abitanti, la cancellazione di entrambi dalla faccia della terra. E chi qui in Italia cerca di trovare qualche motivo non spregevole alle azioni di Hamas, chi oggi è pronto a stracciarsi le vesti di fronte alla reazione israeliana, deve sapere che in realtà anche lui, ne sia cosciente o no, si prefigge la medesima cosa.
Fonte L’avvenire:
A Gaza fino ad oggi, in una settimana: “Oltre 1.300 gli edifici distrutti: 5.540 appartamenti in macerie e altri 3.750 inagibili.”
Questo è il puro atto di terrorismo degli ebrei israeliani che si protae contro i palestinesi da oltre 50 anni.
Gli Stati Uniti, l’Europa, la Gran Bretagna e Israele devono capire che sono minoranza nel mondo!
Prima lo capiscono meglio sarà per tutti.
Le guerre nascono da ragioni storiche.
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Galli come Gramellini: andrebbero riportati urgentemente alle Scuole Elementari, per passare un giorno intero a studiare su cento diversi dizionari il significato della parola “giustificare”; e il seguente giorno intero a scrivere ripetutamente sulla lavagna: cercare le ragioni/motivazioni non significa affatto “più o meno apertamente” giustificare!.
Cercare le ragioni è fondamentale per comprendere i fatti: a nessuno, neppure al giornalista più idiota, verrebbe in mente di dire che chi studia le ragioni “dei roghi delle streghe, o degli omicidi di massa ordinati da Stalin” li sta in qualche modo “giustificando”; come a nessuno dotato di intelletto verrebbe in mente di parlare di “giustificazioni” all’inquirente che sta cercando di capire se Tizio ha ammazzato i genitori per i soldi, per un litigio, perché era sotto l’effetto di droghe, perché lo picchiavano, o magari per puro divertimento.
E’ così difficile da capire? Per questi due parrebbe di sì.
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sono arrivato fino a:
“quelli che qui in Occidente ne prendono più o meno apertamente le parti giustificandone di fatto le imprese sanguinarie”
CHI?^???????????
SIAMO ANCORA ALLE LISTE DI PROSCRIZIONEE???
siamo ancora a PUTINIANI ANTI-PUTINIANI?
AGGREDITO-AGGRESSORE?
chi caxxo ha creato il mostro, da dove è venuto fuori se non da problemi che non si sono voluti risolvere, compresi dai commenti di pseudo-intelettuali dei miei c………..
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per giunta questo “imb3cill3” ha mai visto “La battaglia di Algeri”???
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Grandissimo film, uno dei miei preferiti. 👍
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Il lettore medio del CDS (e di quasi tutti i giornali) è totalmente incapace di fare analisi proprie o aggiuntive; perciò è privo degli strumenti conoscitivi che gli consentono di individuare anche cosa gli viene appositamente nascosto dal trombettiere/articolista di turno.
I grandi giornalai sanno perfettamente che gli utenti sono spesso degli ignoranti anche sui fondamentali.
Cosa ha appositamente “scordato” il professorone ??
Qualcuno chieda al professorone se sa nulla del pacco di risoluzioni ONU che Israele ha usato come carta igienica.
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…e degli accordi di Oslo del 1993, che indussero l’OLP alla moderazione, mentre Israele costituiva insediamenti illegali a più non posso, ripetutamente oggetti di condanne dell’ONU ma con gli USA che facevano da paceri, in realtà permettendo a Israele di continuare nella sua politica di apartheid e di repressione. Ed i primi ministri di allora erano i democratici Begin e Barak, non certo estremisti come Nethaniau. Eppure, già in quegli anni una delegazione sudafricana in visita osservó che il regime di apartheid del loro paese non era stato tanto stringente come quello applicato ai Palestinesi delle zone occupate. Ed il fighetto comodamente seduto sulla sua poltrona di cuoio viene a dirci che non è stata tentata la strada della diplomazia. Sì è stata intrapresa, per prendere per il sedere i palestinesi e diventare quella specie di Agenzia per le Riserve Indiana agli ordini di Gerusalemme che é la corrotta OLP attuale. Potessi prenderlo quel bel tomo azzimato e lasciarlo per un paio di mesi a Gaza (no, non in guerra, non ce n’è bisogno), vedi come cambia idea, co$$ione. E scusate il turpiloquio, ma tanta supponenza ipocrita è troppo per me
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Habemus papam, EGdL
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Come si fa ad essere così ignoranti ed esercitare la professione di giornalista? Non ha citato l’esempio più eclatante e pertinente di terrorismo che ha avuto successo:quello sionista contro il mandatario britannico per la formazione di uno stato ebraico in palestina.
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Si fa si fa, come hanno fatto finora vespa, parenzo, mentana, formigli, mieli, merlino, ferrara, polito… devo continuare? In una”Nazzione” così corrotta, che “giornalisti” possono imperversare su carta straccia e Tv fogna?
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Dopo gli odiatori di Putin, abbiamo gli odiatori di Hamas.
Questi puzzoni della stampa mainstream andrebbero inviati e paracadutati a Gaza, in massa a cominciare dal presunto storico Polli sul Balcone.
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Questo pollo (altro che Gallo, casomai cappone), come giustamente osserva Silviatico, dimentica che l’Irgun, insieme al gruppo Stern che però durò poco, era una organizzazione terrorista sionista che si macchiò di molti attentati contro gli Inglesi , demolendo con esplosivo tutta un’ala dell’hotel dove aveva sede un comando militare britannico, bilancio 91 morti €tra cui anche parecchi Ebrei). Ma soprattutto, nel villaggio mi sembra di Der Yasein, fecero piazza pulita di oltre 100 donne, uomini, bambini palestinesi, poi seppelliti in una fossa comune. Hamas forse si è ispirata a quel bell’esempio. Ma il cappone no, sostiene che i Palestinesi hanno aspettato poco, solo trent’anni come osserva Vittorio, per vedere qualche risultato della diplomazia per le loro aspirazioni nazionali. Va’ cappone, va dove diceva Grillo che è meglio
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