
(di Marcello Veneziani) – Questo è l’anno della Puglia, dicono ormai in tanti da diversi anni. Ogni anno è l’anno della Puglia. Non so cosa sia successo alla terra mia. Era così timida e introversa quando eravamo bambini e poi giovani, si nascondeva agli occhi della gente, dicevi sud e pensavi a Napoli o alla Sicilia; anche nella storia, nell’arte e nella letteratura la Puglia era la loro sorella minore, non usciva mai di casa, laterale e spilungona. Quant’è lunga la Puglia.
Un proverbio nostrano dice che la donna bassa coglie marito e la donna alta coglie solo i fichi. Eravamo perciò rassegnati a pensare che la Puglia sarebbe rimasta vacantina, come da noi si dicono le zitelle; e invece adesso è la terra dei matrimoni, vengono a sposarsi pure i pascià e i sultani, i magnati russi e americani. Una volta c’era poco turismo in Puglia, tornavano solo gli emigrati alle loro famiglie. Era un turismo da ricorrenze famigliari: ponte dei morti, Natale, Pasqua, festa patronale, oppure matrimonio del cugino, cresima del nipote, battesimo del figlio, funerale del nonno. C’era poca vita, anche se tanto struscio. Ci vergognavamo quasi a dirci pugliesi, appena lo dicevi la gente ti faceva il verso storpiando lo slang canosino di Lino Banfi che a sua volta storpiava il baresano. Persino i più famosi pugliesi erano attribuiti d’ufficio ad altre regioni: Mimmo Modugno di Polignano a Mare passava per siciliano, Renzo Arbore, foggiano con ascendenza bitontina, passava per napoletano. Arrivava solo un po’ di pellegrinaggio tra Padre Pio e San Michele Arcangelo a Monte Sant’Angelo; poi la Fiera del Levante a Bari e poco altro. Tanti anni fa Enrico Mattei e altri pionieri scoprirono il Gargano, ma il boom non durò a lungo. Poi col nuovo millennio, coi set cinematografici, Ozpetek e Checco Zalone, la Taranta, Lolita Lobosco e i prodotti pugliesi esplosi sulle tavole, il Salento buy bum, Barivecchia rimessa a nuovo e Lecce che risplende di luce e di barocco, e cento località di mare e di campagna, bei centri storici, lindi e invitanti, gustosa cucina, la Puglia ospitale è diventata un fenomeno glocale. E non smette di esserlo da vent’anni. Vengono in vacanza i vip del mondo, verranno i potenti della terra col G7, mezzo governo viene in vacanza qui, a cominciare da Giorgia Meloni, fra trulli e masserie. La Puglia è diventata il Baricentro cosmico. In geopolitica, la terra di San Nicola venuto dall’Est è diventata il ponte dei sospiri tra l’Oriente e l’Occidente, tra Roma e Bisanzio; è il crocevia sul canale d’Otranto tra la civiltà greca, la civiltà romana e la civiltà cristiana, più l’Islam.
A vederla, penisola nella penisola, la Puglia somiglia a una baguette spezzata, che da noi si chiama filone. Farcita di ogni bendidio nostrano. E’ un lungo balcone sul mare, la ringhiera gira pure dietro l’angolo di Capo Leuca e prosegue con affaccio interno sullo Jonio. C’è tanto mare in Puglia ma in agosto non trovi posto in spiaggia, almeno nei luoghi più accessibili e famosi. Avvisate Biden e la von Der Leyen, il premier giapponese e il presidente canadese, che quando verranno in Puglia non possono portarsi il cibo da casa; c’è una norma nei lidi pugliesi che vieta severamente di portarsi la cofana da casa. C’è chi dice che è anticostituzionale vietare la parmigiana di melanzane, e riso, patate e cozze, portate da casa. Sono consentiti solo meloni, in omaggio al governo in carica. Avvisate pure lorsignori Potenti della Terra che i mitici ricci pugliesi se li devono scordare: fino al 2025 è vietato pescarli, perché visto lo spopolamento si devono riprodurre: loro sono in amore e noi in penitenza. Avvertiteli pure di non cercare gli ulivi mitici nel Salento, fu una strage e si contano ancora i cadaveri, ma l’olio c’è, ed è miracolosamente buono. Attenti a Taranto, che se la passa ancora male, e a Gallipoli che d’estate scoppia di salute per sovraffollamento e vita meravigliosa, per dirla col tarantino Diodato. Ai trulli andateci a turno, fuori orario, magari di notte, perché le fiumane di turisti rischiano di trascinarvi a Valle.
Oltre i pugliesi ci sono poi i pugliastri, potenti o ex-potenti conosciuti anche fuori dalla Puglia: Peppino Conte e Nichi Vendola, Francesco Boccia e Michele Emiliano, il largo Viceré regnante sulla lunga Puglia. In Puglia sono diventati spacciatori di vino anche Massimo D’Alema, Bruno Vespa e Albano – ma lui, perlomeno, è pugliese doc, verace.
La Puglia è stata scoperta come Natura viva ma ora va molto anche come Cultura viva. Infatti sono diventati famosi i suoi festival dei libri, con una partecipazione di popolo inversamente proporzionale agli indici di lettura, bassi e piatti come il Tavoliere.
Questo fine settimana, ad esempio, a Bisceglie c’è la Rassegna i Libri nel Borgo, e arrivano in tanti, tra autori e visitatori. Da noi i festival letterari sono la versione laica delle feste patronali, un grande successo di popolo e di sagra, i libri sono torroni, le parole sono zucchero filato e luminarie, gli scrittori sono trattati e toccati come santi, si chiedono loro grazie e miracoli. I festival coinvolgono pure gli analfabeti di ritorno che non leggono neanche un libro all’anno ma si sciroppano un sacco di presentazioni librarie perché quella è televisione dal vivo, teatrino e spettacolo live. E magari ci scappa pure qualche degustazione di vino, di prodotti locali o di sospiro, il mitico dolce locale.
Insomma la Puglia è vivace da mattina a sera, notte inclusa. Salvo nel mezzo, dopopranzo, quando ritorna taciturna, dormiente e quieta. Silenzio, è la controra.
(Panorama,n.37)
Per quale motivo i PUGLIESI Conte, Vendola, Boccia ed Emiliano sarebbero pugliaSTRI?
Forse perché non destronzi come Marcellino “pane e MOLTO vino”?
"Mi piace""Mi piace"
Mentre tutta Italia dibatte animatamente su temi cogenti ed esplosivi… Veneziani si occupa di minchiate!
Detto con tutto il rispetto che pugliesi meritano.
"Mi piace""Mi piace"
i festival di libri…..
e le serate musicali “Gias”
Jezz per chi non ci arriva,
non c’è localino o gruppetto che non te ne proponga.
Dopo la pizzica siamo saltati agli antipodi.
Ma sa com’è fa tanto “in” non ti dico con un gran balloon in mano.
"Mi piace""Mi piace"