
(Andrea Zhok) – Recentemente, sulla scorta del compito autoinflittosi dall’Occidente di “limitare le emissioni di anidride carbonica” è riemerso il tema dell’utilizzo del nucleare civile.
Ora, persone più esperte di me affermano che i sistemi di sicurezza delle centrali nucleari odierne sono straordinariamente sviluppati e che incidenti come Chernobyl, Three Miles Island o Fukushima non potrebbero più accadere. E mai e poi mai vorrei dare un’impressione di arretratezza antiscientifica opponendo dubbi in un campo su cui non ho alcuna expertise.
I dubbi su cui tuttavia ritengo di avere una più che accettabile competenza riguardano non il funzionamento su carta degli impianti nucleari, che non dubito essere prodigi di perfezione, ma la loro implementazione reale e il loro controllo da parte di istituzioni politiche reali.
Nel 1987 quando ci fu il referendum in Italia sul nucleare votai per l’abrogazione. C’era fresca nella mente di tutti la drammatica esperienza di Chernobyl dell’anno prima, e c’era, per quanto meno fresca, la consapevolezza di una certa approssimazione nella gestione italiana delle grandi opere pubbliche (vedi disastro del Vajont).
Ecco, la vera questione che nessun argomento tecnologico riesce a togliermi dalla mente è il seguente: una struttura come una centrale nucleare, con tutti i suoi meccanismi ad alta complessità, che chiamano in causa una pluralità di livelli di controllo, sorveglianza, responsabilità, è sicura quanto è sicuro l’anello più debole della catena.
Non ho ragioni di dubitare che le competenze di ingegneria nucleare disponibili oggi siano straordinarie, assai migliori di quanto potevano esserlo negli anni ’80. Ma la vera domanda è: quanto è affidabile oggi la classe politica e imprenditoriale che ha il compito di definire il sistema delle responsabilità e dei controlli?
Francamente casi come il disastro del ponte Morandi e soprattutto la criminale (e demenziale) gestione della pandemia mi fanno ritenere che la commistione tra pressione degli interessi privati e miseria umana del ceto politico sia oggi prossima al minimo tollerabile da una civiltà prima del tracollo.
Qui, come nel caso dei vaccini, il problema non è la Scienza ideale, ma la sua implementazione reale da parte di un apparato di potere senza scrupoli, imbarazzantemente sciatto, ignorante fino ala vertigine, e totalmente privo di controlli. (C’era un tempo in cui si parlava di giornalismo come “cane da guardia” che controllava il potere; oggi l’unico senso di “watchdog journalism” potrebbe essere quello di cane da guardia che sbrana chi critica il potere.)
E’ del tutto inutile citarmi eroi della scienza come Jenner e Pasteur, quando poi chi fa le cose sono Magrini e Speranza.
E così potete risparmiarvi gli argomenti tecnici sul nucleare, perché fino a quando a sorvegliare e gestirne l’implementazione saranno persone il cui intero orizzonte ideale è avere un attico a Manhattan, solo dei perfetti imbecilli potrebbero darvi fiducia.
Uno spot per l’Intelligenza Artificiale.
Qualcuno ha già proposto questa soluzione?
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E comunque anche gli argomenti tecnici non galleggiano secondo me (costi e tempi di costruzione e di smantellamento, pericolo incidenti, dipendenza geopolitica per la materia prima …)
Poi di questi tempi si è aggiunto un inconveniente secondo me enorme: se un paese si ritrova in guerra, le centrali nucleari si rivelano essere un punto debole pericolosissimo, come dimostra la centrale di zaporizzja, in Russia (attualmente).
Ho l’impressione (da bar) che le centrali servano soprattutto per poi confezionare splendide armi atomiche, e che si usino altri argomenti perchè questo è inconfessabile.
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Buongiorno,
E’ innegabile che l’evoluzione tecnologiche renderebbe possibile la costruzione di centrali elettriche nucleari superiori in maniera esponenziale a quelle di Chernobyl, Three Miles Island o Fukushima.
E questa evoluzione la si deve non solo a semplici “scoperte” ma anche all’ utilizzo dell’ Intelligenza Artificiale (IA).
Non sarebbe possibile controllare stato di salute, funzionamento, invasività limitata e filiere derivanti basandosi SOLO su programmazione prestabilita.
Il problema è sempre il solito: il controllo politico non è sottoponibile all’ Intelligenza Artificiale.
Qualcuno deve essere “più bravo” dell’ IA.
Non esiste alcuna persona in grado di impersonificare più ruoli “eccezionali” e non solo per “convenienza personale”.
Per cui si è costretti ad accettare quello che passa il convento con tutte le deficienze del caso.
Così chi le centrali ce le ha “domina” e chi non ce le ha è “dominato”.
Sulle armi sono molto scettico.
Essendo automatico che una qualsiasi guerra tramite armi nucleari sarebbe de facto la fine dell’esistenza umana anche se non del pianeta Terra, certamente esistono dei meccanismi “tecnici” per cui gli eventuali incaricati di “premere il bottone” non lo premerebbero.
Ma probabilmente, proprio per limitare ancora di più la cerchia dei “decisori e premitori di bottoni” sarà utilizzata ancor più di ora l’Artificial Intelligence (AI).
Auguri a tutti noi, per quel che vale.
Senior systems Engineer
stefano tufillaro
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Per favore, togli ‘sto system engineer dalla firma… fallo per te in primis
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Buongiorno,
ho già risposto in merito.
Glielo ripeto.
Fa parte dell’identificativo digitale che mi garantisce di poter querelare chi col mio nome espone contenuti non appartenenti a me.
Ho già “vinto” tre cause contro “molestatori” digitali che si erano impossessati del mio CV e di alcune parti di miei documenti pubblicati proponendosi presso aziende al mio posto.
Se vuole può farlo anche Lei.
Probabilmente diventerà obbligatorio come lo è già per siti specialistici.
Senior systems Engineer
stefano tufillaro
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