
(di Marcello Veneziani) – Ho assistito dal vivo a un esperimento sconvolgente, che rende superfluo tutto quel che pensa, fa, dice l’uomo, a cominciare da quel che sto facendo in questo momento, scrivere. Dunque, un amico mi confessa di usare la Chat Gpt, ovvero quell’applicazione dell’intelligenza artificiale di cui a giorni alterni si narra ogni gloria e ogni orrore; un giorno ammessa, un altro vietata, poi riammessa, come sempre accade quando c’è una censura.
Il mio amico ha un’idea che mi riguarda direttamente e vuole prospettarla al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Chiede il soccorso al suo smartphone per perorare la sua istanza (che disapprovo). Non fa in tempo a formulare la richiesta che compare sul video un miracolo: una lettera argomentata, informata, pertinente, scritta in buon italiano, che realizza la sua intenzione con una ricchezza di dati che un ghost writer, un assistente o segretario, non sarebbe mai riuscito a formulare, neanche dopo una ricerca. Certo, a un occhio critico più attento, puoi “sgamare” l’automa in alcune formule espressive un po’ generiche, che puoi adattare a tante situazioni, una volta immessa la direzione che vuoi dare alla tua lettera. Ma difficilmente qualcuno avrebbe saputo rendere meglio la sua idea. Come è possibile che un’applicazione matematica riesca non solo a darti risultati matematicamente esatti, ma si traduca anche in letteratura, comunicazione, selezione di argomenti e di notizie? Sconvolgente.
Fino a ieri eravamo rimasti ad Aristotele che intravedeva il futuro in cui gli schiavi sarebbero resi superflui, affrancati o disoccupati, secondo i punti di vista, dalle macchine, dai telai che sarebbero andati automaticamente o le gru che avrebbero sollevato pesi insostenibili per gli umani. I lavori manuali sarebbero stati sostituiti dalle macchine e l’uomo avrebbe potuto così dedicarsi alle attività teoriche, contemplative, artistiche, ludiche, rituali.
Sappiamo che non è andata così, il tempo liberato non è tempo prezioso ma tempo perso, dissipato; crescono le pigrizie, le brutte abitudini e altre schiavitù. L’ozio non si trasforma in otium classico, ma nel padre dei vizi. Comunque, la sfera intelligente dell’umano era preservata, non era travolta o replicata dai processi automatici, ingenerati con le macchine.
Ora siamo nella fase ulteriore. L’app riesce a sostituire la ricerca, la cultura, lo sforzo intellettuale. E sul piano sociale rende superfluo non il lavoro degli schiavi, come si pensava da Aristotele a Marx fino a ieri, ma il lavoro intellettuale. Si potranno mai giudicare tesi di laurea e ricerche se sai che possono essere frutto di una semplice domanda al tecno-cervello artificiale? A che serviranno col tempo i ricercatori, gli addetti stampa e comunicazione, i giornalisti e ogni altro genere, se tutto può essere ottenuto in tempo reale, in versione ampia, a un livello elevato? Potrei indicare alcuni territori ancora non raggiunti, dove occorre spirito critico, creatività, originalità, ma quell’ancora che ho onestamente premesso la dice lunga sul fatto che come era impensabile fino a ieri quel che oggi mi mostra il mio amico, così domani può accadere in altri ambiti. Una ritirata continua, un accrescersi esponenziale di poteri magico-tecnologici a cui corrisponde un decrescere rapidissimo di facoltà umane-intellettuali. La tecnica avanza, l’umano arretra.
La parola chiave di tutto questo è una: sostituzione. Non solo sostituzione etnica, non solo maternità surrogata, ma sostituzione dell’umano, a tutti i livelli. La prima minaccia globale alla nostra vita sulla terra non è il clima, l’inquinamento, la guerra, ma la Sostituzione. Quando toccheremo il punto di non ritorno, ovvero quando non saremo più noi a fare o non fare, a decidere, a guidare, quando non potremo più impedire, vietare, fermarci, tornare indietro? Non lo sappiamo, ma è molto vicino e quando succederà non ne saremo più consapevoli.
Bisogna fermare l’Intelligenza Artificiale in questi ambiti? Non lo avevo mai pensato prima, ora si. Sarà difficile, la storia umana dice che ciò che oggi è proibito domani sarà violato, se non da noi, da altri. Ciò che non vuoi vivere oggi, vivrai domani. Però si tratta di passare a un’altra comparazione: la tecnica diventa oltre che strumento prodigioso e salutare per mille cose, che benediciamo ogni giorno, anche un mezzo di distruzione. Come la bomba atomica, diventa un’arma letale, bisogna avere il coraggio di negoziare il suo disarmo. Non è bello, forse non è nemmeno umano, ma è necessario. Lo dicono anche eminenti maghi dell’intelligenza artificiale, operatori pentiti.
Ma prima di arrivare a quel punto di non ritorno, cosa resta ancora di umano? L’inizio, l’iniziativa, l’inizializzazione. Traduco: se non ci fosse stato il mio amico, se non avesse dato quell’input al suo smartphone, se non avesse avuto quell’idea e preso quell’iniziativa, servendosi di uno strumento pur sempre costituito, assemblato, inizializzato, venduto da umani, non ci sarebbe tutto questo. Dunque c’è un primo movente che è umano. Ciò che finora l’automa non riesce a generare è poi l’originalità, lo spirito critico e autocritico, il conato originario, l’ispirazione poetica, la facoltà visionaria e metafisica, la deviazione di pensiero non conforme, non convenzionale. La fede. La macchina non si autocrea, non si autodermina, non ricerca e non agisce “di testa sua”. C’è un moto iniziale, una forza originaria e misteriosa. Lo sto studiando, preferisco restare nel mistero, non voglio darlo in pasto al plagio artificiale. Comunque, la differenza tra l’intelligenza umana e l’intelligenza artificiale è che la prima ha il principio del suo vivere, del suo agire, del suo dare scopi, dentro di lui; mentre l’artificiale no. Almeno finora. Se e quando sarà superato quel finora, l’umanità sarà bella e finita. Ma parafrasando Epicuro, finché noi ci siamo lei non c’è, quando lei ci sarà noi non ci saremo.
La Verità
Stiamo progressivamente avvicinandoci alla realizzazione di uno scenario identico a quello di Terminator, con la macchina che prenderà sempre più il sopravvento sull’uomo. Forse anche peggio che in quel film
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Tutte pippe mentali la distruzione su questo pianeta inizierà quando miliardi di persone non avranno da bere e da mangiare e non siamo così lontani dalla catastrofe.
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Certo che essere ” sconvolti” da Chat Gpt…
La freghi con niente.
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Devo ammettere che costui ha ragione.
Leggo qualche intervento scritto col Qlo, da una prospettiva vacchiaia, tipica della sclerotizzata senilita’ che impedisce di uscire dalla propria, lineare (in)capacità di ragionamenti standardizzati.
E quando succederà che l’A.I. comincerà a gestire i vostri Device, con interazioni personalizzate ma parte di un immenso disegno di controllo sulle masse.
Quando vi condizionera’ il pensiero per incamminarvi su scelte che non favorirebbe voi ma un unico dominus, che strumenti avrete per opporvi perché ignari della manipolazione in atto? NESSUNO.
Subirete mentre le vostre risposte scritte saranno lasciate libere di cadere nel vuoto, cancellate nell’istante esatto in cui le avrete inviate.
Soluzioni?
Ritorno ad una vita di relazioni sociali dal vivo. Abiurando le macchine e i loro software.
Ma usate troppa spocchia e alla fine vi lascerete convincere dalle ragioni che portano alla vostra eutanasia.
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“E quando succederà che l’A.I. comincerà a gestire i vostri Device, con interazioni personalizzate ma parte di un immenso disegno di controllo sulle masse.”.
Ma come, un fautore del progresso mangia complottisti come scemettomannaro (cit.), mi esce con questa novità?
GLOMBLOTTOOOOO!!! Ah ah ah!
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È sempre l’uso emotivo delle parole.
Parole mai definite nel significato perché letterariamente utili a suscitare emozioni da usarsi a seconda del sentiment che si vuole suscitare.
Già smettere di chiamarla ” intelligenza” , cioè riferirle categorie umane, sarebbe una gran cosa.
Sono strumenti di gestione e di controllo.
A proposito di sentimenti.
Leggo che la nostra ineffabile Murgia, rilanciata dall’outing sanitario ( vedete che serve?) trova accoglienza sui media per l’ennesima polemica ” antifascista”. Accusa la sfilata del 2 Giugno ed un saluto simil fascista che si sarebbe concretizzato per la gioia di La Russa.
Pagine, pagine di considerazioni, commenti, insulti, come al solito. Si, no, forse, ma…
Alti ufficiali rettificano: quel saluto, erroneamente riferito dalla Murgia alla X Mas, sarebbe in realtà riferito ad altro ed eseguito in molteplici passate occasioni. Altri insulti si sprecano.
Eppure sarebbe facilissimo derimere la questione ( che ci stanno a fare i giornalisti oltre ad aizzare la querelle?): basta guardare i filmati di altre sfilate, anteriori a sette mesi fa, e vedere se anche allora quel saluto – per altro diverso- veniva eseguito.
Ma no: polemiche a non finire…
Così siamo messi.
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Che c’entra la Murgia in questo contesto è una polemica tutta tua. Analfabetismo di andata e ritorno.
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Nel merito, mai?
Io ad esempio trove sempre “fuori contesto ” gli insulti, le derisioni, le vignette ed i video che non ci entrano un cappero. Ma non me ne sono mai lamentata.
Come vede ognuno ha i propri “fuori contesto”. Porti pazienza per noi analfabeti, Professore. Facciamo quello che possiamo…
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Fai una cosa utile, eutanasizzati assieme al quadrupede ragliante che si crede un felino.
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Beh, se arriviamo alle minacce di morte…
Infosannio, sai leggere?
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