La promessa a Zelensky. La formazione sui caccia inserita nel “pacchetto missioni” per blindarla Malumori di FI e Lega

(DI VALERIA PACELLI E GIACOMO SALVINI – ilfattoquotidiano.it) – Sulla scelta di aprire all’addestramento degli ucraini per i caccia F-16 Giorgia Meloni potrebbe decidere di non confrontarsi con il Parlamento. Tanto più che già si sta pensando a dove mandare i militari. Due le possibili sedi dell’Aeronautica militare: quella di Galatina (Lecce) o quella di Decimomannu (Cagliari). Qui potrebbe avvenire una prima fase dell’addestramento, che potrà poi proseguire in quei Paesi dotati dei caccia che invece l’Italia non ha. Su come portare avanti questo progetto stanno ragionando sia al ministero della Difesa sia a Palazzo Chigi, anche se l’iniziativa della premier ha già creato uno scontro all’interno della maggioranza. Scontro che è di metodo e di merito. Nel merito Lega e Forza Italia hanno molti dubbi sulla scelta di diversi Paesi europei, tra cui Belgio, Paesi Bassi e Danimarca, di mandare i jet che potrebbero provocare “un’escalation”. Per quel che riguarda il metodo, agli alleati non è piaciuta la frase di Meloni al G7 di Hiroshima in cui dava quasi per già presa la decisione di addestrare i piloti ucraini. “E chi lo ha deciso?” si chiedono in maggioranza anche in vista del vertice Nato di Vilnius dell’11 e 12 luglio.
Lega e Forza Italia dietro le quinte chiedono anche che ci sia un coinvolgimento del Parlamento. Ma è improbabile che questo avvenga. L’addestramento dei piloti ucraini da parte dell’Aeronautica italiana non è considerato dal governo un tema specifico su cui votare, come è avvenuto per le risoluzioni che hanno autorizzato l’invio di armi a Kiev. L’addestramento sarà inserito nel pacchetto sulle missioni internazionali che il governo finanzia ogni anno. Potrebbe far parte della missione “Eumam” (European Union Military Assistance Mission), istituita dal Consiglio dell’Ue il 17 ottobre con l’obiettivo di formare l’esercito ucraino. Per questa missione l’Italia ha messo a disposizione 80 unità per una spesa di 10 milioni nel 2023, si legge nella relazione alle Camere.
La missione “Eumam” però è solo una parte della deliberazione sulle diverse missioni internazionali che è appena arrivata in Parlamento. Una volta finito il ciclo di audizioni, le Camere voteranno. Ma il pacchetto sarà unico, prendere o lasciare per tutte le missioni internazionali finanziate dall’Italia. Il governo non considera necessario un voto specifico sull’addestramento ai piloti ucraini per i caccia a Kiev, dicono due esponenti dell’esecutivo. In sostanza, è il ragionamento, visto che già oggi l’esercito italiano addestra militari ucraini a usare armi di vario tipo (tra cui il sistema anti-aereo Samp/T ma anche i velivoli Mig), non si vede perché non debba farlo anche per gli F-16.
Ma da chi verranno accolti i militari ucraini? Secondo quanto risulta al Fatto, sono due le basi dell’Aeronautica sulle quali si sta riflettendo: una è la scuola di volo che ha sede a Galatina (Lecce). Qui da anni vengono addestrati militari di varie nazioni, come ad esempio è successo – per citarne uno – con la Forza aerea polacca. Altra sede è quella di Decimomannu, in provincia di Cagliari. Qui a maggio scorso è stato presentato il nuovo campus dell’International Flight Training School, la scuola nata dalla collaborazione strategica tra l’Aeronautica Militare e Leonardo proprio con l’obiettivo di creare un centro avanzato di addestramento al volo per i piloti delle aeronautiche di tutto il mondo. Già da luglio 2022 il campus ha ospitato oltre ad allievi italiani anche Paesi stranieri come Qatar, Giappone, Germania, Singapore, Austria e Canada. Ora potrebbero dunque arrivare gli ucraini. Il piano sul quale si sta ragionando potrebbe essere dunque di concentrare la parte teorica in Italia e in questo caso non sarebbe complicato portare dei simulatori nelle basi. A questa fase poi ne seguirà una seconda, più pratica, e che potrebbe avvenire nelle basi Nato dei Paesi dotati degli F-16.
Siamo alle battute iniziali, i programmi sono solo nei ragionamenti che si stanno facendo alla Difesa e a Chigi. Vedremo cosa si deciderà, ma nella maggioranza già c’è chi non vuole stare ai margini di queste scelte.
non hanno ancora capito che al momento l’unica maniera per mettere in difficoltà la donna-sola-al-comando è di non farle mantenere le promesse sull’armamento a Kiev. Se i padroni vedono che la loro emissaria è una banfona la mollano. Tornerà ad essere la underdog di prima.
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Alla pecorara della garbatella sfugge il fatto che l’ Italia NON ha F16 in dotazione …
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Ma di che cosa stiamo parlando?! Per addestrare un pilota ci vuole circa un anno…
Non abbiamo F16 noi, sicuramente se li useranno avranno bisogno di aereo e pilota che si offra volontario a fare il kamikaze, i piloti ucraini sono stati abbattuti tutti.
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