(Stefano Rossi) – Ci si abitua a tutto, prima o poi.

Anche alle menzogne e carognate fatte passare per leggi e manovre finanziarie.

Ma il buono che rimane di questo Paese, sia pure del passato, almeno quello, lasciatelo come ricordo.

Un certo Corrado Formigli, adepto del progressismo di sinistra che ha a cura per lo più il destino degli stranieri più che dei propri concittadini, se n’è uscito con questa frase infelice: “La cultura italiana non esiste” al solo scopo di rafforzare la cultura straniera.

Infatti, ha proseguito: “Le seconde generazioni stanno cambiando la nostra cultura. Stiamo imparando anche dagli stranieri cose che non sapevamo”.

Ma tu guarda. Questo signore si sveglia e ci ricorda che si può imparare dagli stranieri.

Sono lontani gli anni ottanta quando nel 1987 usciva il film dei fratelli Taviani Good Morning Babilonia.

C’è una frase che fece venire la pelle d’oca a molti fortunati che videro il film.

Si trattava della storia di due italiani, immigrati negli Usa, che cercavano lavoro e vennero offesi per la loro origine italiana.

Questa la risposta: “Queste mani hanno restaurato le cattedrali di Pisa, Lucca, Firenze… Di chi sei figlio tu? Noi siamo i figli, dei figli, dei figli di Michelangelo e Leonardo; di chi sei figlio tu?”.

A questo punto non serve ricordare i Dante, Petrarca, Boccaccio, Manzoni, Toscanini e tutti quelli che hanno reso celebre questo Paese.

Per i progressisti alla Formigli non serve a nulla.

Essi vedono lontano più di noi e aspirano ad un Paese nuovo, con gente nuova, molto, molto diversa da noi italiani, con altra cultura, altra storia alle spalle mica come noi che abbiamo avuto Cavour e Garibaldi.

E poi sono quelli che si arrabbiano quando si prova a dire che è in atto  la  “sostituzione etnica”.

Non solo la vogliono.

Pretendono di cancellare quella precedente!