Ma quale sinistra?

(Giuseppe Di Maio) – E’ una jattura che quelle che sembrano le migliori menti italiane degli ultimi decenni abbiano in realtà preso spunto dai lavori precedenti di qualche francese geniale. I più gettonati d’oltralpe che fanno da carta carbone alle pensate nostrane, restano sempre Lacan, Foucault, Althusser. Questa volta è stato il turno di Georges Lefranc e del suo libro “Le sinistre in Francia dalla Rivoluzione ai giorni nostri” 1972, dalla cui lettura Salvatore Cannavò ha pubblicato “Si fa presto a dire sinistra”.

L’opera di Lefranc ripropose i passaggi parlamentari dal 1789 al 1797 e presentò le tre sinistre che sorsero dalla rivoluzione. Una sinistra liberale, che permise la rivolta contro l’Ancien Regime, una sinistra democratica che porta al suffragio universale, e una socialista che sostiene la giustizia sociale. Dall’evoluzione di queste tre sinistre il pensatore francese illustrava il panorama politico della Francia anni ’70, e allo stesso modo Cannavò tenta di spiegare l’asse politico che si oppone alle nostre destre a cui oggi è mancata un’alleanza elettorale. Anche Paolo Pagliaro nella sua rubrica di “otto e mezzo”, commentando il libro “Si fa presto a dire sinistra”, ha addirittura dato un volto italiano alle tre sinistre. Quella liberale rappresentata dai centristi del terzo polo, quella democratica dal PD di Schlein, e quella socialista da Fratoianni.

Ma di quale sinistra si parla? E’ vero che lo stesso Cannavò, quando parla della sinistra liberale e riformista, la considera un’ala sinistra della destra, e che il PD pesca voti nei “Parioli d’Italia”, ma anche la radicalità di quella socialista è acqua fresca, pronta a essere tradita quando le logiche di sopravvivenza parlamentare si fanno insistenti. Per conto mio riconosco solo il mondo reazionario di una destra e quello conservatore di un’altra destra speculare. Le loro proposte politiche sono rivolte ad un popolo che non vuole cambiare il gioco, ma vuole vantaggi sul concorrente di classe (la destra) o vuole preservare quanto ha già conseguito (la sinistra). L’universo conservatore italiano è diviso tra FI, terzo polo, e PD, ma in quanto alla residua radicalità socialista dobbiamo andare a rovistare in quel guazzabuglio di disonesti inconsapevoli dei pentastellati, che soli per ora mantengono ancora un barlume rivoluzionario attraverso il loro apostolato delle regole. E’ meglio ricordare che noi siamo un paese ingessato, fermo al medioevo, che s’illude di essere entrato nella modernità. Noi siamo un posto con una straordinaria confusione tra pubblico e privato, un paese senza sinistra, una cosa che è stata creata da una rivoluzione che in Italia non c’è mai stata.

9 replies

    • Stavo appunto facendo l’elenco dopo aver letto il pezzo di Orsino su lelly kelly qualche giorno fa ma poi sono stato interrotto dagli eventi, recitava così :hpo

      Caro litlle grizzly
      mo ‘devi spiegarmi in un quadro generale qual è la sinistra o devo dedurre che,
      o ti sei smarrito per un fottio di lustri nel parco nazionale d’abbruzzo o sei rimasto nel tronco in un Faggio del Pontone
      a sonnecchiare.
      Il Trikeko Lelly Kelly alias Vogue
      è stata costruita sartorialmente,
      pur avendo le sue caratteristiche intrinseche che nei nostri? tempi “moderni”
      fanno COOL
      (però non sono sicuro di averlo scritto bene, quindi mi avvalgo della cultura dei
      filo-anglosassoni),
      così come Enrique la Baguette nipote,
      e così come Shish alias Teo da Rignano
      e come tutti gli altri suoi
      prede-Cessi..

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  1. Cosa ne dite se tutte le sinistre autentiche europee, assieme a tutti gli uomini e donne di buona volontà, si trovassero a Parigi in una indimenticabile, grandiosa manifestazione pacifista per rivendicare una svolta/blocco della guerra ucraina unitamente a un diverso equilibrio mondiale basato sul multipolarismo… e così dare un potentissimo calcio in kulo alle mire imperialiste a stelle e strisce???

    Prendere contatto con le suddette sinistre e stilare un documento/manifesto che apra le porte a un mondo più giusto e più sano!!! Chi potrebbe dare una iniziale spinta perché ciò avvenga?? Dichiaro aperta la riffa dei nomi!
    PS
    Roma come sede la escluderei perché è sempre stata pascolo della Cia e di forze reazionarie indigene che non si farebbero scrupolo di piazzare bombe lungo cortei, assembramenti e convegni vari.

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  2. @un paese senza sinistra, una cosa che è stata creata da una rivoluzione che in Italia non c’è mai stata.
    Sono stato un operaio, per 42, nello stabilimento i politici di sinistra, si fà per dire, venivano solo sotto le elezioni. La classe operaia, oramai defunta, è passata a miglior vita grazie a quelli che si professavano “comunisti e socialisti” con il cachemire ed il Rolex. Farabutti e falsi, venduti al miglior offerente. Quelli che erano comunisti con il Rolex erano tutti grandi professionisti, avvocati di grido, grandi medici e baroni. Ci siamo fatti imbonire da traditori imbroglioni matricolati che i deboli, anzichè proteggerli, li pugnalavano alle spalle. E così è pure oggi, se non peggio. E ci credo che la Meloni starà al potere almeno per venti anni.

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  3. Sembrerebbe che il terzo polo riassuma il distillato delle oscure fronde che si diramano all’interno della massa per tracciarne canali , ma sarebbe una sintesi comunque infausta e infantile in quanto le tre sinistre che al dire dei francesi si sono strutturate nell’Europa alla fine del secolo scorso, la sinistra sociale , la sinistra burocratica istituzionale e quella liberista abbiano creato una grappa così insipida . Se si tracciano linee di congiunzione fra i segretari viene semplice e forse troppo banale dire che la spinta liberista sia imputabile a Letta in memore delle sue origini . Ma la politica è proprio un crostino di pane raffermo, in quanto sa quali tasti suonare , quali percuotere, scardinare o silenziare ma vi di adopra solo marginalmente e sempre in vista delle elezioni, specialmente la vene sociale che sarà riattivata all’uopo. Del popolo non frega nulla a nessuno in quanto è un ente astratto, agiografico e privo di testa ma solo necessitante di bisogni, bisogno di lavoro di liquidità di capitali per investimenti di benessere di salute e garanzie. E ai bisogni degli altri, come di un generico altro il primo a storcersi è sempre il naso.

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  4. Per questo la sinistra ha in sé il baco della smemoratezza e della insita sconfitta: il popolo in marcia, che dal campo alle officine in realtà presenta la segreteria nel mezzo. Le tute blu, gli operai non hanno avuto che pochissime rappresentazioni e tutte abbastanza marginali, gli operai come i soldati vengono assemblati in quel comparto di indistinto dove pescare è semplice e dove nessuno osa più guardare. Il popolo a sinistra che ha già marciato è adesso Borgese e non rinuncerà ai suoi privilegi per tornare a sudare e odorare di terra e fieno, lo stesso dicasi per l’operaio che si è burocratizzato, attraverso il sindaco, non tornerà a vestirsi in blu e ad odorare di olio di macchine e fuliggine. Questo purtroppo mi sembra un cammino che giunto ad un buon dove si arresta . Ed è così che nacque il Lago a sinistra.

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