L’Italia in una buca

(Massimo Gramellini – corriere.it) – Per fortuna esistono ancora tipi tignosi come Claudio Trenta, pensionato brianzolo. C’è una buca al suo paese, posizionata nel bel mezzo di un passaggio pedonale, che gli toglie il sonno. Il signor Trenta scrive ai tecnici del Comune di Barlassina per denunciare il rischio che qualche pedone ruzzoli o si prenda una storta. E va avanti a scrivere per mesi, senza ricevere segnali di vita, finché non ce la fa più: compra a sue spese un sacco di catrame e mette una toppa sopra il piccolo cratere. Poi torna a casa sollevato e lo racconta agli amici su Facebook. Nel giro di un amen si ritrova lo Stato addosso, sotto forma di una multa di 882 euro per violazione del Codice della strada, e viene pure sgridato dalla moglie con la più italiana delle ramanzine: «Impara a farti i fatti tuoi».

Anche ammettendo che la sua iniziativa rientri nella casistica dei gesti proibiti, si rimane stupefatti dalla rapidità con cui la burocrazia viene a cercarti quando ti permetti di fare qualcosa che avrebbe dovuto fare lei. Quegli stessi funzionari che cestinano sonnolenti le accorate segnalazioni del cittadino si agitano come ossessi non appena costui osa provvedere per conto proprio, turbando l’ordine naturale delle cose, che in Italia è l’inerzia. E infatti la multa non placa l’amministrazione pubblica, che adesso pretende che il signor Trenta ripristini la situazione preesistente, cioè riscavi la buca da lui inopinatamente aggiustata. Il prossimo passo sarà proclamarla patrimonio dell’Unesco.

6 replies

  1. Qualcuno informi con gran delicatezza il Gramellini che mentre lui scodella le sue classiche storielle dal sapor di campagnuccia elettorale permanente alla papeetara (il povero eroico cittadino contro il bieco Stato dell’illogicità e della burocrazia) i papeetari sono ora al governo. Con il Ca##aro delle Infrastrutture in testa a tutti. Altro che buche.
    “Oops!”

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    • Zumbeld, i due fattacci non si escludono… anzi.
      Dal tenore e dal grado di surrealtà dell’accaduto, tenderei a pensare che ci sia dietro proprio quel genere di “improbabilità”…alcolica.

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      • Anail,
        non lo so. Francamente quel che trovo surreale è che poi uno posti di queste cose su Facebook: a torto o a ragione, se l’è andata a cercare. Segno dei tempi.
        Questi articoletti tengono tipicamente il piede in due staffe, non gran giornalismo: “anche ammettendo che la sua iniziativa rientri nella casistica dei gesti proibiti” la dice tutta. Ma il mio punto è che se fosse stato il Ca##aro a scodellare questa storiella nella medesima guisa su Tictòcche non avrei nemmeno notato la differenza.
        Un saluto.

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  2. Gramellimi è un legalitario. Se qualcuno interviene contro un delinquente che si è introdotto im casa, molto spesso ricorda che non siamo nel Far West e che non ci si fa giustizia da sé. Molto corretto. È anche il caso del pensionato e della buca stradale. Occorre che si decida: è un legalista oppure non lo è? Il resto è aria fritta.
    A proposito di buche: l’ineffabile G. ha martellato per 5 anni Virginia Raggi su quelle di Roma. Si stavano aggiustando. È arrivato Gualtieri, le buche non sono state riempite, però va tutto bene.
    MVFFNCL

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  3. Garibaldi è stato un errore della storia, l’Italia unita è stato un miraggio e una realtà per troppo poco tempo, i retaggi antichi hanno sempre preso il sopravvento a fronte di una ragione statale più lineare e logica rispetto ad una baruffa di pensieri cantati dal notaio di turno. Così è e ne andrebbe preso atto. I comuni più ricchi e potenti si aggiudicano le maggiori risorse senza tra l’altro, riuscire a colmare le annose inadempienze o dimostrare una volontà ad un virtuosismo che ripagherebbe nel lungo periodo . Una logica spietata anti italiana e coesa alla burocrazia che aspetta la pensione in un languore prepotente e assonnato , pronto a svegliarsi al momento opportuno e sempre più opportuno per un personale riscatto rimasto sullo stomaco da generazioni in modo incomprensibile. Il burocrate è alfine il signore del paese, colui che sa che può che smuove o impallina . Di retaggio in retaggio siamo arrivati al seicento con i ladri in chiesa , la terra piatta e il novecento tolto dal calendario , troppo lontano e veloce per la nuova mente dietro lo schermo.

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