L’egemonia culturale non è somma di poltrone

Dovremmo dare retta all’impareggiabile Carlo Rossella, l’unico uomo al mondo capace di viversi insieme cossuttiano e berlusconiano, quando, intervistato da Antonello Caporale su Il Fatto, dichiara di aver paura di Giorgia […]

(DI GAD LERNER – ilfattoquotidiano.it) – Dovremmo dare retta all’impareggiabile Carlo Rossella, l’unico uomo al mondo capace di viversi insieme cossuttiano e berlusconiano, quando, intervistato da Antonello Caporale su Il Fatto, dichiara di aver paura di Giorgia Meloni? “È fascista dentro”, ci ammoniva ieri Rossella, facendo eco a Michela Murgia. E pure maldestra, aggiungiamo noi, nel suo “arraffa arraffa” che l’ha indotta a escogitare una leggina contra personam onde liberare un posto al Teatro San Carlo di Napoli per Carlo Fuortes, e così indurlo a lasciare morbidamente la guida della Rai. L’astuto manager gliel’ha lasciata fare salvo poi, vista la malaparata, sbattere la porta di Viale Mazzini facendo sapere in giro di non essere interessato all’indecoroso mercimonio.

Così, mal consigliata dai suoi uomini affamati di posti in Rai e “tradita” dal Fuortes medesimo, Meloni è costretta a passare all’incasso rinunciando all’estetica. Nell’illusoria convinzione che all’egemonia culturale si pervenga sommando posti di comando quand’anche manchi una visione del mondo presentabile. Quante volte, regnante Berlusconi, la destra ha già tentato invano di lanciare in tv i suoi “volti nuovi” andando incontro a cocenti insuccessi? Alla fine ricascano sempre nella solita minestra riscaldata di Vespa.

La velleitaria ambizione di “cambiare la narrazione del Paese”, imponendo i suoi “modelli culturali”, fu già espressa ingenuamente dal sottosegretario Gianmarco Mazzi imbestialito dalla performance di Fedez al Festival di Sanremo. Il nemico da sgominare è il progressismo buonista alla Fazio. L’urgenza degli sprovveduti è trasformare la Rai in macchina propagandistica prima delle elezioni europee. A tale scopo pare vogliano piazzare al Tg1 Gian Marco Chiocci, colui che quando dirigeva Il Tempo insignì Benito Mussolini del titolo di “uomo dell’anno”. Auguri.

Categorie:Cronaca, Interno, Politica

Tagged as: , ,

3 replies

  1. Ma questi scienziati che scrivono di leggi contra persona hanno letto la lettera di dimissioni di Fuertes? E se l’hanno letta l’hanno capita?
    È vero che ultimamente, specie dopo che il festival di Sanremo e’ stato utilizzato, con la solita scusa della libertà di satira per attaccare Giorgia Meloni, su di lui sono lanciati molti strali, ma e’ altrettanto vero che la programmazione RAI la fa il CdA, eletto nell’altra era politica, e non il governo. Perciò bisognerebbe domandarsi perché tra l’AD e il resto dei consiglieri sono sorti contrasti che non gli consentirebbero di proseguire sulla strada intrapresa durante il governo Draghi.
    Insomma, se il governo avesse voluto occupare la RAI, invece di fare una legge per mandare in pensione qualcuno che con la rai non aveva nulla a che vedere, ma avrebbe fatto una legge per prevedere una nuova governance per l’azienda radiotelevisiva.

    "Mi piace"

  2. Il Papa chiamò Mussolini ” l’uomo della Provvidenza”… E non è mai stato smentito. Anzi, siamo ancora a baciare le pile vaticane.

    "Mi piace"