Schiaffo dalle Nazioni Unite all’Italia esclusa dal tavolo sull’Afghanistan

(Paolo Mastrolilli – la Repubblica) – L’Onu discute il futuro dell’Afghanistan ma si dimentica dell’Italia, nonostante la nostra missione ventennale, 53 caduti, oltre 700 feriti, diversi milioni di euro spesi, e gli effetti che l’instabilità generale nella regione provoca ora sul flusso di migranti verso le nostre coste. È successo a Doha lunedì e ieri, dove il segretario generale António Guterres ha convocato una riunione dei Paesi interessati, per discutere un approccio comune da adottare verso Kabul.

L’Afghanistan sta nuovamente esplodendo. Secondo il Palazzo di Vetro il 97% della popolazione vive in povertà, 28 milioni di abitanti hanno bisogno di assistenza per sopravvivere e 6 rischiano la fame, ma dei 4,6 miliardi di dollari richiesti per gli aiuti sono arrivati solo 294 milioni. […] In questo quadro di emergenza, Guterres ha convocato la riunione di Doha dove non era invitato il governo di Kabul, ma tutti i Paesi più interessati alla crisi, «per raggiungere un’intesa comune all’interno della comunità internazionale su come impegnarsi con i talebani su questi temi».

Al tavolo c’erano Cina, Francia, Germania, India, Indonesia, Iran, Giappone, Kazakhstan, Kirghizistan, Norvegia, Pakistan, Qatar, Russia, Arabia Saudita, Tagikistan, Turchia, Turkmenistan, Emirati Arabi Uniti, Regno Unito, Usa, Uzbekistan, Ue e Organizzazione della Cooperazione Islamica. Alla domanda di Repubblica sul motivo dell’esclusione dell’Italia, il portavoce Stephan Dujarric ha risposto così: «Nell’inviare gli inviti, dovevamo garantire un equilibrio regionale, compresi i donatori e le organizzazioni regionali, mantenendo la riunione a un numero gestibile. C’è stato anche un fattore di coinvolgimento politico recente in termini di facilitazione dei colloqui. L’Unione europea rappresenta tutti i 27 stati membri».

Dunque Germania e Giappone sono state invitate perché donano molti soldi, la Norvegia perché ha avuto contatti con i talebani, ma i venti anni trascorsi ad Herat non sono valsi all’Italia un posto, magari anche considerando l’importanza che il governo di Roma attribuisce alla questione dei migranti. La nostra missione all’Onu ha capito subito la questione che stava nascendo e si è impegnata molto per risolverla, ma il problema a questo punto rischia di essere a monte, ossia il peso generale del nostro Paese. […]

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4 replies

  1. Mica solo l’Italia… At its peak between 2010 and 2012, ISAF had 400 military bases throughout Afghanistan (compared to 300 for the ANSF)[7] and roughly 130,000 troops. A total of 42 countries contributed troops to ISAF, including all 30 members of NATO. Personnel contributions varied greatly throughout the course of the mission: Initially, Canada was the largest contributor, though by 2010 the United States accounted for the majority of troops, followed by the United Kingdom, Turkey, Germany, France, and Italy; nations such as Georgia, Denmark, Norway, and Estonia were among the largest contributors per capita.[8] The intensity of the combat faced by participating countries varied greatly, with the U.S. sustaining the most casualties overall, while British, Danish, Estonian, and Georgian forces suffered the most deaths for their size https://en.wikipedia.org/wiki/International_Security_Assistance_Force

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