Il governo dei conflitti d’interesse. Da Urso a Santanché e Crosetto, i dieci casi che (non) imbarazzano Meloni

A sette mesi dal giuramento, Repubblica ha passato al setaccio tutti gli intrecci societari e gli incarichi in aziende private che in qualche modo sono riconducibili a ministri e sottosegretari

(di Antonio Fraschilla – repubblica.it) – C’è il ministro che ha ceduto le quote della società che guarda caso gravita nell’area di competenza della sua delega. E quello che le quote le ha in effetti cedute, ma al figlio, divenuto socio unico. C’è il viceministro che al contrario non ha nemmeno ceduto le sue quote della srl che, anche lì, ricade in qualche modo nell’orto del suo dicastero. Ma saranno pure coincidenze, è chiaro. Come quelle che portano taluni sottosegretari a rilevare in toto società poco dopo aver ricevuto l’incarico di governo. Il tutto in un grande magma di rapporti e conoscenze non regolamentati da alcuna legge su eventuali conflitti di interessi e quindi del tutto leciti. Grazie proprio a questo magma non disciplinato il governo di Giorgia Meloni si distingue però: vanta un numero forse senza precedenti di titolari di dicasteri portatori di potenziali conflitti di interesse.

A sette mesi dal giuramento, Repubblica ha passato al setaccio tutti gli intrecci societari e gli incarichi in aziende private che in qualche modo sono riconducibili a ministri e sottosegretari. Ne emerge uno spaccato che in qualche modo maggioranza e governo dovranno prendere in considerazione, possibilmente per provvedere come finora non è stato fatto.  Ecco i dieci casi più eclatanti.

Il viceministro all’Economia Leo

Si parte da quello del potente viceministro all’Economia, Maurizio Leo, braccio destro della Meloni nel campo fiscale, dentro e fuori Fratelli d’Italia. Nel decreto di nomina si legge: “All’onorevole Leo sono delegate le competenze in materia tributaria e fiscale, con particolare riguardo alle funzioni attinenti all’area delle politiche fiscali e del sistema tributario”. Leo nel frattempo continua a mantenere le quote nella società “Progetto fisco”, che vede come altri soci la moglie e figli. Di cosa si occupa questa srl? Lo statuto recita: “Realizzazione di pubblicazioni scientifiche in ambito fiscale; gestione e raccolta di sistemi amministrativi e contabili in materia di legislazione fiscale; prestazioni di servizi di assistenza amministrativa e tecnica per la definizione dell’assetto strutturale delle aziende”.

Il sottosegretario Freni

Restando nell’alveo del ministero dell’Economia un caso singolare è quello del sottosegretario Federico Freni: il deputato della Lega ha come deleghe quelle sulla finanza pubblica (Comune e Regioni in sintesi). Ma ha avuto anche la delega a “partecipare ai tavoli del ministero delle imprese e del made in Italy concernenti le crisi di impresa”. Freni prima di diventare sottosegretario, all’inizio del 2022 con Draghi, era presidente della “4aim”: una società di investimenti con capitale da 250 milioni che si occupa di ristrutturazioni aziendali. Sempre all’Economia l’altra delega da sottosegretario è andata a Sandra Savino, che tra i compiti ha quello ai rapporti con l’Agenzia delle entrate. Savino ha quote nella società immobiliare di famiglia, la Esse Re. L’oggetto sociale della srl ha a che fare con “acquisto, vendita e permuta di terreni e beni immobili e loro valorizzazione”.

Il ministro delle Imprese Urso

Passando al ministero affine, quello delle Imprese e del made in Italy, a guidarlo è stato indicato Adolfo Urso, esponente di Fratelli d’Italia e prima di Alleanza nazionale. Urso, come riportato da diversi giornali già lo scorso anno, quando era fuori da incarichi istituzionali ha creato una società di consulenza alle imprese per investimenti all’estero con sede anche in Iran: la Italy World service. Urso già nella scorsa legislatura ha prima chiuso la sede in Iran e poi poco prima di essere nominato ministro ha ceduto le sue quote al figlio Pietro Urso, che continua l’attività mentre il padre da ministro gira il mondo per promuovere le imprese italiane. Sempre al ministero delle Imprese c’è poi il sottosegretario Massimo Bitonci, ex sindaco di Padova e oggi deputato della Lega. Nominato il 31 ottobre 2022, il 14 novembre, due settimane dopo, acquisisce tutte le quote della società Contexo, di cui lui aveva una partecipazione, diventandone socio unico. Di cosa si occupa la srl in questione? Di consulenza aziendale.

Andiamo al campo sanitario. Qui l’uomo forte di Fratelli d’Italia, che tiene i rapporti con le organizzazioni di categoria per il partito, è Marcello Gemmato: farmacista, ha ancora una partecipazione del 10 per cento in una azienda , la Therapia, che si occupa di consulenza “per la gestione di case di cura e di produzione di software e progetti di miglioramento gestionale in ambito sanitario”.

Calderone, Santanché e Crosetto

A questi casi vanno poi aggiunti quelli esplosi nelle ultime settimane o noti fin dal giorno della nomina al governo del Paese. A partire dalla ministra al Lavoro Marina Elvira Calderone, che era tra i vertici dell’Ordine nazionale dei consulenti del lavoro fino a qualche mese fa: il marito Rosario la Duca è oggi presidente del consiglio dell’Ordine. L’ispettorato del lavoro, che dipende al ministero, ha appena firmato un protocollo d’intesa proprio con l’organizzazione dei consulenti del lavoro in materia di regole da seguire sui controlli nelle aziende. Agli onori della cronaca è arrivata la vicenda della ministra al Turismo Daniela Santanché, che aveva fino a ieri partecipazioni nel famoso lido Twiga: quote cedute al compagno e al socio Briatore in un campo, quello delle concessioni balneari, molto delicato. E, ancora, ha fatto discutere la nomina a ministro della Difesa di Guido Crosetto, che subito dopo ha chiuso la società di consulenza aziendale di famiglia che ha lavorato per diverse imprese fornitrici del ministero,  ma ha una quota del 25 per cento nello studio contabile Co.Pro.Spe, che ha come oggetto “altre attività di consulenza imprenditoriale e altra consulenza amministrativo-gestionale e pianificazione”. Ci sono poi casi di potenziali conflitti di interesse per incarichi coperti nel recentissimo passato: come quello del sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, che ha avuto incarichi in diversi centri di assistenza fiscale e Caf.

Sono le porte girevoli tra privato e pubblico, tra attività imprenditoriali e professionali che adesso incrociano ruoli di governo. In un Paese, l’Italia, che non ha a ancora una norma chiara sui conflitti di interesse.

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