(Alessandro Di Battista) – Ventiquattr’ore dopo essersele date di santa ragione su fascismo e anti-fascismo con accuse reciproche (salvo poi votare insieme l’invio di armi in Ucraina) “destra” e “sinistra” hanno fornito agli italiani uno spettacolo penoso.

Da una parte questo gruppo di cialtroni che guarda più ai trolley che ai provvedimenti da approvare ha fatto mancare il numero legale in aula (d’altronde alcuni di loro hanno evidenti problemi con tutto quel che è “legale”) affossando il DEF, il Documento di Economia e Finanza. Non erano in aula insomma. Chi era in bagno, chi al bar, chi già in business sui FrecciaRossa chiedendo snack sia dolci che salati (tanto per loro sono gratis, paga la Camera dei deputati). Me li immagino come gli impiegati della “Megaditta” di Fantozzi guardare l’orologio di Montecitorio pronti al fuggi fuggi già il mercoledì sera.

Dall’altra parte quelli che fanno finta di stare all’opposizione non perdono mai l’occasione di presentarsi per quel che sono: i rappresentanti dell’establishment. Il PD era il partito delle ZTL, delle cenette sulle terrazze romane caratterizzate da frutta esotica (prodotta a 10.000 km di distanza), vino bio-dinamico, musica degli Inti Illimani e disquisizioni sui cambiamento climatici. Ora, grazie a Calvin Schlein, sono diventati i referenti politici delle personal shopper da 300 euro all’ora e delle curatrici di immagine.

Insomma la Schlein che sulla guerra in Ucraina – la questione più importante e pericolosa al mondo – ci regala (quando parla) supercazzole assolute non è ancora riuscita a dire un NO alle armi, un NO ai conflitti di interesse tra politica e finanza o tra politica e sindacato che caratterizzano il suo partito, e neppure un NO all’apartheid israeliano in Palestina. In compenso ha detto un secco NO all’eskimo. Meglio il trench!

Nel 1996 venne portata a Sanremo La Terra dei Cachi. “Il visagista delle dive, è truccatissimo” cantava Elio. Mai quanto il PD quando si presenta come il partito dei lavoratori.