
(Giovanni Vasso – lidentita.it) – Da grande opportunità a gabbia, il Pnrr fa insorgere dubbi alla grande finanza internazionale che non si fida dei Btp italiani. E l’agenzia di rating Moody’s minaccia clamorosi declassamenti per l’Italia, i cui titoli potrebbero essere classificati come “junk”, spazzatura. Più che le avvisaglie di una tempesta, un avvertimento alle istituzioni e al governo di Roma. Sul giudizio negativo che gli analisti di Moody’s potrebbero pronunciare nei confronti dell’Italia peserebbero i dubbi sul Pnrr, sulle rate sganciate da Bruxelles, sulle riforme promesse, mancate o postergate. Sulla capacità dell’Italia di restituire e prima ancora di utilizzare, al meglio, i miliardi a prestito che la Commissione Ue dovrebbe erogare a favore dell’Italia. E che potrebbero avere una pesantissima ricaduta sulle possibilità, per Roma, di rifinanziare il suo debito pubblico. Insomma, è una questione tanto complessa che, da schiettamente economica, può diventare politica in un amen.
Le trombe del giudizio (negativo) le ha suonate per prima Goldman Sachs. Che ha candidamente consigliato, ai suoi clienti e agli investitori, di preferire i Bonos spagnoli ai Btp italiani. Secondo gli analisti americani, la prospettiva è quella di una nuova impennata dello spread tra titoli tricolore e bund tedeschi, che dai 185 punti di lunedì scorso, potrebbe raggiungere addirittura quota 235 punti. Già nella mattinata di ieri, il differenziale è salito a 190.
Per Goldman Sachs, dunque, “è improbabile che si rafforzi la congiuntura favorevole” sul credito sovrano italiano e prevede che “aumenti il controllo sull’attuazione del Recovery Fund da parte dell’Italia”. Ciò, per la grande finanza americana vuol dire una cosa sola: le aspettative di crescita si assottiglierebbero. Perciò l’indicazione di puntare le proprie fiches su Madrid, i cui titoli “potrebbero beneficiare della sovraperformance della Spagna, grazie a migliori prospettive di crescita, nonché di solidi progressi rispetto agli obiettivi di finanziamento”.
Il ragionamento di Moody’s prende le mosse, ancora una volta, dai dubbi sul Pnrr. In fondo, l’agenzia di rating lo aveva già annunciato a ottobre scorso: se non fosse filato tutto liscio, sulle rate e sulle riforme, sarebbe stato inevitabile iniziare a pensare al taglio della stima dei titoli nazionali. Il problema è che l’Italia già è sul crinale, al limite per Moody’s che per ora tiene Roma a Baa3. Giusto un gradino sopra alla “retrocessione” in zona Ba1, cioè in quella dei titoli spazzatura.
Le conseguenze sarebbero catastrofiche. In prima battuta, l’Italia si vedrebbe costretta a sparare altissimo sui tassi per convincere gli investitori a sottoscrivere i suoi titoli. In secondo luogo, la Bce potrebbe non accettare più Btp per operazioni bancarie e monetarie. Sarebbe un disastro. Tuttavia, c’è da considerare che per far scattare la trappola occorrerebbe una sorta di accordo tra tutte le tre maggiori agenzie di rating. E per il momento Standard & Poor’s e Fitch tengono l’Italia a doppia distanza dal livello “junk”. Moody’s, però, non ha ancora deciso. Lo farà non prima del 19 maggio prossimo.
Le indiscrezioni sono state riferite dall’agenzia Bloomberg. Lo sfondo è quello del braccio di ferro tra Roma e Bruxelles sul Pnrr, sulle riforme e sui soldi. Una grande opportunità che si sta svelando una gabbia, pericolosa.
Ma come non abbiamo MarioSchettinoDrago, che ci invidia l’intero universo, a vegliare sui conti pubblici? Con tutta la fatica fatta per mandare via quell’incompetente di Conte spalleggiato dagli scappati di casa 5S?
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LE PRIME CREPE. Viviana Vivarelli.
Un tempo ero una sensitiva e le mie predizioni si sono sempre avverate. Ma da più di 12 anni non lo sono più e dunque posso sbagliare come sbagliano tutti. Ma, prima che scoppiasse il Covid, scrissi e dissi che sarebbe venuta una grande epidemia che avrebbe colpito tutto il mondo e che in Italia sarebbe finita nel maggio del 2023. E questo si è verificato, così come avevo previsto l’ictus di Bossi o gli 8 mesi di attacchi processuali a Di Pietro, o in epoca più remota, la guerra in Kossovo o l’attacco alle Torri.
Sempre nel periodo ‘normalizzato’ ho detto che il Governo della destra sarebbe caduto entro maggio e ora staremo a vedere se ciò avverrà o se avrò sbagliato. Ovviamente io tifo per la prima probabilità.
Lasciando da parte le fantasie paranormali, vediamo più concretamente se ci sono o no delle crepe che potrebbero far ben sperare in una prossima caduta del Governo Meloni, tenendo anche conto che la media dei Governi in Italia in 78 anni di Repubblica è stata di 414 giorni.
La domanda è: a 6 mesi dalla sua elezioni il Governo della Meloni è così forte come sembra? Per nostra fortuna il cdx ha vinto ma non ha ottenuto i 2 terzi del Parlamento per cui non può fare a pezzi la nostra Costituzione da solo come vorrebbe.
A inizio legislatura, i numeri, comunque, erano schiaccianti: il cdx aveva 235 seggi su 400 alla Camera contro un csx ridotto, per colpa dei suoi macroscopici errori, a 79 seggi, mentre M5S e Azione/Italia Viva ne avevano 51 e 21.
Al Senato il cdx contava su 115 seggi su 200. Il csx 41. M5S 28 seggi. Azione e Italia viva 9.
Malgrado questa superiorità incontestabile, l’azione del Governo è stata debole, sparsa in cento rivoli inutili, inconsistente, priva di reali capacità di migliorare le sorti del Paese.
La nostra immagine in Occidente è crollata miseramente.
In Europa non contiamo più niente.
L’economia sta rapidamente peggiorando.
Le premialità concesse a una corte di clienti facoltosi o corrotti hanno dissanguato le casse dello Stato, aprendo a tagli che colpiscono la massa dei cittadini. Leggi stupide affastellate a caso hanno ridotto a brandelli il sistema penale e civile. Il programma elettorale è stato in gran parte disatteso, mentre si cerca di confondere l’opinione pubblica con l’escamotage di leggine regressive dei diritti civili o dell’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge che sono rifiutate dalla stessa Europa.
Se pure l’azione politica della Meloni tenta di ricalcare le orme del neoliberista Draghi, è chiaro che l’autorità che questi aveva in Europa non è stata ereditata dalla nuova arrivata.
Insomma, è nella stessa Unione europea che si guarda con crescente scetticismo a questo Governo che ha distrutto tutto il buon operato di Conte, che aveva grandi doti di diplomazia e alta capacità di convincimento politico.
Meloni di queste capacità è totalmente priva e quello che poteva valere nella curva sud di uno stadio o neri mercatini rionali non suona bene nei salotti dei decisori europei.
Detto in parole povere, se all’interno del Paese la Meloni non riesce a fare niente di sostanzialmente utile, all’estero è totalmente inadeguata.
Vediamo i risultati finanziari in concreto:
-si comincia a pensare di non darci più la quota del 209 miliardi di PNRR promessa prché il Governo non ha presentato i piani di ricostruzione richiesti, primo fra tutti il rafforzamento della sanità
– la grande finanza internazionale non si fida più dei Btp italiani e minaccia di non comprarli
-l’agenzia di rating Moody’s minaccia clamorosi declassamenti per l’Italia, i cui titoli potrebbero essere classificati come “junk”, spazzatura.
– si sta dubitando sempre più che questo Governo di cdx sappia investire bene questi soldi e sia in grado di restituire quelli prestati
Tutto questo potebbe spingere ‘da fuori’ la caduta del Governo.
– Goldman Sachs ha candidamente consigliato, ai suoi clienti e agli investitori di preferire i Bonos spagnoli ai Btp italiani.
– Ci sono movimenti che fanno prevedere una impennata dello spread, che da 185 potrebbe arrivare a 235.
– La finanza americana non si aspetta più una crescita italiana e si consigliano gli investitori di abbandonare i titoli italiani per puntare sulla Spagna.
È vero che spesso le agenzie di rating si sono sbagliate (vedi la Lehman Brothers), ma il problema è che l’Italia è già a rischio e per Moody’s siamo a Baa3, molto vicini a Ba1, titoli spazzatura.
A quel punto nessuno comprerebbe più i nostri titoli. Le tre agenzie di rating ci darebbero per perdenti. E per noi sarebbe la fine.
Quando potrebbe accadere questa catastrofe?
Il 19 maggio prossimo.
Guarda caso, come nella mia predizione.
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Ti credo, l’unica cosa concreta che hanno saputo fare questi cialtroni è fare condoni per gli evasori e aiutarli nelle loro ruberie alzando il tetto del contante e ostacolando l’utilizzo del pos!
Ma io sto lì, osservo, annoto e mangio i pop corn.
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