Violante: “Meloni estranea al fascismo, allontanerà estremisti e falsificatori”

L’ex presidente della Camera: le polemiche sul 25 aprile? Comportamenti inadeguati da chi ha ruoli istituzionali. solo pochi patetici nostalgici vogliono difendere il fascismo. Il problema italiano oggi è il razzismo e l’antisemitismo

Violante: «Meloni estranea al fascismo Saprà unire i suoi elettori e allontanare gli estremisti»

(Roberto Gressi – corriere.it) – Luciano Violante nasce in Etiopia, figlio di un giornalista, non iscritto al partito fascista, che era andato lì, volontariamente, per poter lavorare. Gianfranco Fini è figlio di un giovane che partì volontario per Salò. 
Tutti e due sono stati presidenti della Camera e hanno provato a fare un passo in avanti sul terreno di una memoria condivisa, con un confronto che suscitò mille polemiche. 

Presidente, domani è il 25 Aprile. In questi anni, fatti di confronti e di scontri, nulla è cambiato? 
«Quel confronto, nel 1998, aveva ad oggetto il confine orientale e la tragedia delle foibe. Sei anni dopo il Parlamento, anche per l’impegno di Piero Fassino, approvò la Giornata del Ricordo, dell’esodo da Istria e Dalmazia e delle foibe. Oggi, a parte alcuni estremismi falsificatori, quella vicenda è ricordata con il necessario rispetto. Quanto al 25 Aprile, tutte le Nazioni civili hanno una data fondativa. Gli Stati Uniti hanno il 4 luglio, la Francia ha il 14 luglio, la Germania ha il 3 ottobre. In Italia prima c’era il fascismo, con la violenza politica, il razzismo e i vagoni piombati. Poi ci fu la libertà. Il 25 Aprile rappresenta quella svolta. La grandissima parte degli italiani la ricorda con orgoglio. Una miscela di ignoranza, presunzione e nostalgia alimenta lamentose polemiche, per fortuna sono sempre più marginali». 

Lei riconobbe ad Almirante un percorso, nel Dopoguerra, che avvicinò la destra alla democrazia. E sostiene oggi che sarebbe un errore bollare Meloni come postfascista, e che è invece a capo di un partito conservatore. 
«Nel Dopoguerra tutti i leader politici, compreso Almirante, si impegnarono positivamente per costruire un nuovo rapporto tra lo Stato e masse popolari che non avevano mai conosciuto la democrazia. Giorgia Meloni è estranea al fascismo; sta lavorando per costruire un partito conservatore italiano. Non sarà mai il mio partito, ma spero che ci riesca. Supererà le nostalgie retrograde esistenti a destra, e a sinistra, spero, ci si dovrà decidere a costruire un grande partito riformatore». 

Fini disse, e dice, che l’antifascismo è valore fondante della Costituzione. Il presidente del Senato, Ignazio La Russa ne fa una questione politico-semantica e dice che la Costituzione non ne parla. 
«La Costituzione punisce la ricostituzione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista; riconosce e tutela inoltre tutte quelle libertà che furono soppresse dal fascismo. Mi pare evidente dove stia la verità».

C’è in atto un tentativo di negare la storia o sono solo cascami, più legati a non negare l’adolescenza piuttosto che a difendere il fascismo? 
«Credo che solo pochi patetici nostalgici vogliano difendere il fascismo. Il problema italiano sta oggi nei rigurgiti di razzismo, antisemitismo, di violenza sui più deboli. Bisogna combattere questi sentimenti chiamandoli con il proprio nome. Parlare di fascismo non è sbagliato, ma alimenta un conflitto puramente ideologico che ci allontana dai fatti e non ci permette di contrastare efficacemente queste degenerazioni». 

Vuole tornare su quel suo famoso discorso, quando disse che era necessario interrogarsi su quei ragazzi e quelle ragazze che scelsero Salò
«Parlai non a caso di ragazze e di ragazzi. Non degli adulti, non dei capi, responsabili delle loro scelte. Le dittature inquinano gli animi. Bobbio ha raccontato di come a Padova, dove insegnava, non ebbe il coraggio, pur volendolo fare, di strappare dalla vetrina di un bar un cartello con su scritto “Qui non entrano gli ebrei”».

Sulle foibe ricevette le critiche di Aldo Agosti e Luciano Canfora, e accuse da Giorgio Bocca. 
«Agosti e Canfora sono due grandi intellettuali. Giorgio Bocca è stato un grande giornalista. Tutti degni di stima. Nell’azione politica bisogna rispettare le critiche, anche quando ti sembrano ingiuste». 

Che cosa dovrebbe fare la destra per uscire dalle ambiguità che ancora si ripresentano? Giorgia Meloni dovrebbe dire una parola in più per rompere con il passato? 
«Destra e sinistra non sono più le grandi categorie novecentesche, unificanti del pensiero e dell’agire politico. Sono arcipelaghi. Esistono più destre e più sinistre. Giorgia Meloni deve tenere unito il proprio elettorato, allontanare gli estremisti e costruire un futuro privo di nostalgie, di razzismi, di ignoranze. È un compito difficile, ma esistono le condizioni soggettive e oggettive perché il progetto riesca». 

E la sinistra? Fa errori nel non riuscire a coniugare verità storica e legittimazione reciproca? 
«Ci sono molte sinistre. Non tutte cadono in quell’errore». 

Quanto pesa, in Europa e nel mondo, l’incapacità dell’Italia di chiudere definitivamente la pagina del fascismo? 
«Credo che quella pagina sia chiusa definitivamente. Sono i comportamenti inadeguati di poche persone, con responsabilità istituzionali, che danneggiano la credibilità dell’Italia e vengono utilizzate dai nostri competitori sulla scena internazionale. Dovrebbero rendersene conto».

11 replies

  1. E’ sufficiente il titolo, non mi è necessario leggere l’intervista per conoscere le ultime castronerie fuoriuscite dalla bocca di questo inquietante personaggio che fu per troppi, troppi anni capogruppo alla Camera del partito comunista più forte d’Europa. Ogni partito ha avuto le sue anime nere. Su questa saranno i posteri inflessibili ad emettere la definitiva sentenza di rigorosa condanna. La Storia non sbaglia mai!

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  2. L’unica cosa certa è che violante non appartiene al popolo della sinistra. effettivamente meloni non è fascista. è semplicemente il nulla nelle mani degli avvoltoi della finanza.

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  3. questo è ancora più a destra di LaRussa, purtroppo a volte succede che il figlio adottivo, malgrado gli sforzi, cresca male. Eja, eja, alalà

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  4. Violante pensa sempre al Quirinale… Senza i voti fascisti non ci salirà mai. Dicono che soffra di priapismo. Se fosse vero…in mezzo a tanti corazzieri riuscirebbe a darsi una calmata. Forse.

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  5. Violante uomo di tutte le stagioni: ha collaborato con la DC poi si è iscritto al PC abbracciando la riforma del partito di Occhetto…
    quindi se lui non si sentiva Comunista è logico che dica che la nana non è fascista…. ma lo dice con un aggettivo “estranea” ..il che voldire tutto e niente!
    Grande politichese…. avanti un’altro del “volemose bene”nel dimenticare la Costituzione e soprattutto da uno che è stato Magistrato…la dice lunga di dove vogliono parare questi politici di sughero!

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  6. Luciano Violante, l’uomo che garantì a Berlusconi che la sinistra non gli avrebbe toccato le televisioni. Probabilmente uno dei massimi distruttori che ha cancellato l’ex PCI. E ogni idea di sinistra in Italia. Ancora parla. E continua a fare danni.

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  7. C’è da dire che il buon Violante, sia con la destra che con la sinistra al potere, è sempre riuscito ad occupare sempre una poltrona poltrona o anche una poltroncina. Fatto sta che non è mai rimasto in piedi con il suo dare un colpo al cerchi e uno alla botte.
    Lo scopo attuale è, anche se ha attualmente più di un posto di potere, accreditarsi per ulteriori ruoli ben remunerati.
    Sarebbe ora che se ne andasse a fare in c–lo.

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