L’ordinanza del primo cittadino Nino Naso, che ha deciso di cancellare i poster affissi dal Pd dopo le dichiarazioni del presidente del Senato sulla strage di via Corcella: «Lesivi e denigratori». Insorge l’opposizione: «È regime»

(di Lara Sirignano – corriere.it) – Con un’ordinanza firmata ieri il sindaco di Paternò Nino Naso, un anno fa rieletto primo cittadino, ha disposto che vengano oscurati i manifesti del Partito Democratico sul flashmob dal titolo «La storia non si cambia, si studia» organizzato in vista del 25 aprile. Lo scopo dell’iniziativa, nata dopo le dichiarazioni del presidente del Senato sulla strage di Via Rasella e lo slogan della manifestazione: «Porta un libro di storia a Ignazio La Russa» non sono piaciuti a Naso, espressione di liste civiche di centro-destra, che ha deciso di cancellare i manifesti, ormai affissi per le vie del paese.
Nell’ordinanza il sindaco li definisce come «lesivi» e «denigratori» della seconda carica dello Stato. Dura la replica del Partito Democratico, affidata al suo segretario regionale Anthony Barbagallo. «La libertà di espressione non esiste più. La censura è un dato di fatto palese. Siamo in un regime: chi non si allinea viene oscurato», dice. Sulla stessa linea la segretaria provinciale di Catania Maria Grazia Leone e Salvatore Leonardi, segretario del circolo di Paternò (Catania).
«I manifesti sono stati regolarmente affissi dall’ufficio Affissioni del Comune», si legge in una nota del Pd. Oggi l’oscuramento dietro ordinanza disposta dal primo cittadino. «Non bastava la goffa ma grave operazione di revisionismo storico portata avanti dal governo di centrodestra — proseguono Barbagallo, Leone e Leonardi — a desso dobbiamo assistere anche alla censura. L’iniziativa del sindaco di Paternò Nino Naso che decide di oscurare i manifesti della nostra iniziativa sul 25 aprile per lesa maestà nei confronti di Ignazio La Russa ci dà la misura di quanto il centrodestra, a tutte le latitudini, non abbia mai fatto i conti con gli anni più bui della storia di questo Paese. Il fatto poi che il dono di un libro di storia venga considerata un’offesa è cosa tutta da ridere».
Il sindaco ha ragione
il 25 Aprile è un’offesa per i nipotini di Salò, ricorda la loro sconfitta
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Complimenti x l’intuizione.Però…sei sicuro che in tanti come i nipotini di Salò,non vorrebbero che le loro sconfitte non li portassero,come accade da un anno a LORO,e dopo 78anni,a n c o r a,al governo di sta Nazione?E…chiamala pure ‘sconfitta’.A me comunque più che una offesa x loro,m’appare piuttosto un tuo/vs rosicamento,partecipato,certo,ai tuoi,SOLITI e PUNTUALI,estimatori.NB:con simpatia,certo,comunque.
NB2:…a proposito,non è che t’è dispiaciuto non aver potuto vivere i tuoi anni nel ‘paradiso’ che costrinse Jan Palach a diventare la Torcia umana nro1?
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per prima cosa dovresti imparare una lingua intelligibile, poi ti racconto come è andata in Italia dal 43 al 45 e chi sono stati i repubblichini.
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Da un veloce giro di telefonate ho appreso che a Paternò prima che nasca un bambino, i genitori comprano la culla ma prima di portarla a casa passano dal fabbro per farla rinforzare con barre di acciaio al nichel-cromo. Infatti, le statistiche attestano che troppi neonati sono morti cadendo da culle tradizionalmente poco resistenti in quel paese. E’ una maledizione che perseguita da secoli gli infanti paternesi. Solo così Ignazio La Russa è riuscito ad avere salva la vita e a crescere fino ad arrivare ai nostri giorni.
Inoltre, quest’ultimo oltre a falsificare sfacciatamente la storia (“Nella Costituzione non c’è scritto che è antifascista!”(sic!), ha avuto anche la sfrontatezza di cambiare arbitrariamente la onorata tradizione culinaria siciliana. Infatti secondo lui la nota pasta alla Norma va preparata con olio crudo. L’osservazione che lo smentisce clamorosamente è questa : come mai possa essere possibile friggere le necessarie fette di melanzane senza olio ben caldo?? E’ un mistero!
La spiegazione è una sola : la culla dove dormiva da neonato non era stata rinforzata abbastanza, tanto da essere caduto e sbattere irrimediabilmente la testa ma riuscendo per miracolo a sopravvivere. E gli effetti si vedono, soprattutto si sentono quando apre bocca!
Concludo con la presa d’atto della vigliaccheria del Presidente del Senato (detto coniglio mannaro) che ha deciso di fuggire dai festeggiamenti del 25 aprile, preferendo recarsi a Praga per commemorare la morte di Jan Palach, il ragazzo che nel 1969 si diede fuoco per protesta contro l’invasione dei carri armati sovietici.
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<<Il fatto poi che il dono di un libro di storia venga considerata un’offesa è cosa tutta da ridere»
Beh insomma
Al di la del personaggio
messa così non mi sembra propio.
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